“LULLONANNADANCE”: KRONOS, DAL “PANTHEON ROMANO”, ALLE “COSTE DEI PIRATI”, OLTRE IL GOLFO PERSICO

Roberto Zenti
2 min readJul 10, 2018

--

Professor Gianluca Cellai, in arte Kronos

L’ équipe danzante della lingua latina, che più di dieci anni fa aveva resuscitato dai libri di Storia i versi e i racconti della Letteratura mondiale, portando alla luce “ Magica Europa”, allieterà le nostre serate radiofoniche, ma più che altro quelle dei nostri studenti nei club e nelle discoteche, questa volta con una nuova ed orientaleggiante cavalcata sonora!
Guidato sia dalle stelle che dagli astri dei Cieli, al termine di “Party’s Deorum”, il nostro nocchiero Kronos ( Gianluca Cellai), dopo aver conquistato l’Italia e l’Europa, scortato dai suoi uomini di fiducia, tra cui il produttore discografico Pino Maio, Robert EM e Tore Melillo, continua il suo viaggio sperimentale in cerca di quell’alchimia che differenzi il sacro dal profano, volgendo le vele stavolta verso Oriente, dopo aver invocato lo Sharqi, un potente vento che libera le scene musicali dai soliti standard commerciali, riuscendo a mescere due culture diverse in un disco che si erge allo stesso tempo a stendardo “d’amore e di pace” per il Mondo intero.

Kronos durante l’interpretazione dell’Aida di Giuseppe Verdi

Con “ Lullonannadance”, il nostro professor Kronos ci guiderà di nuovo verso quei celebri luoghi; tra i granai degli antichi Romani, i profumi delle macchie mediterranee, fino ai deserti del Sol Levante; qua, tra i minareti e le verdi ed assolate oasi arabe, l’Occidente incontrerà L’Oriente, grazie alla voce di Sakina Al Azami, mentre canta, circondata dall’ipnotica danza de’ berberi-Chleuh, una ninnananna che rappresenta una fusione di due realtà apparentemente lontane; qua oltre duemila anni di Storia si fonderanno in un tutt’uno, fin negli abissi dell’anima per poi riemergere assieme, e solcare il Mare nostrum che esiste e ci caratterizza sin dalla notte dei tempi!

Sakina Al Azami

Ci aspettano dunque “ Mille e una notte” di danze folli in quei cortili ad androni dei palazzi moreschi, dove queste sonorità sgretoleranno dolcemente i loro secolari serragli, liberando nell’etere centinaia di soffici lanterne; lumi di un’Umanità profonda e desiderosa d’incontrarsi ed abbracciarsi su cavalli a dondolo, stelle filanti ed aquiloni sospinti dai venti.

--

--