Sguardi trasversali sulla quindicesima Biennale Architettura

saverio massaro
120g Magazine
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4 min readJun 11, 2016

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Non siamo gli unici a ritenere che questa quindicesima Biennale di Venezia costituisca un punto di svolta, un salto in avanti che influenzerà la cultura architettonica e urbana del prossimo futuro. Sicuramente lancia un guanto di sfida e se ne ha la percezione fin dall’inizio, quando varcata la soglia lo statement che introduce i temi di Reporting from the front è accompagnato da un elenco stringato, ma efficace, di tag che costituiscono insieme criticità e obiettivi: Quality of life, Inequalities, Segregation, Insecurity, Peripheries, Migration, Informality, Sanitation, Waste, Pollution, Natural disasters, Sustainability, Traffic, Communities, Housing, Mediocrity, Banality. La mostra ha il merito di averli portati (finalmente!) in primo piano, dando il giusto e doveroso risconoscimento a tutta di esperienze progettuali pressoché misconosciute, attuate in territori marginali e complicati di cui i media si occupano esclusivamente per raccontarne aspetti negativi.

Il curatore Aravena sicuramente è riuscito a dare la sterzata che in tanti ormai aspettiamo da tempo. I paesi sud-americani sembrano aver compreso, sentito meglio il tema promosso da Aravena, probabilmente una sintonia dovuta alla vicinanza geografico-culturale, ad un sentire comune, ad un abitare luoghi affetti da problematicità simili. Nuovi punti di vista dicevamo, sull’architettura e sulla professione dell’architetto, che prova a ripensare il proprio operato e a concentrare il suo tempo per vere e proprie missioni. È questo il focus del progetto Time for Impact, un’iniziativa promossa da space&matter, New Generations e Architecture in Development per attivare una piattaforma web che agisca come una banca del tempo in grado di generare impatto attraverso progetti e iniziative in giro per il mondo. Il progetto, che mira in generale a generare maggiore consapevolezza sull’importanza dell’architettura, è stato presentato alle Serre dei Giardini con un dibattito pubblico e ha poi preso corpo durante una colazione-brainstorming nei giorni successivi.

Tra gli italiani esposti vogliamo menzionare in particolare il progetto del Parco dei Paduli in Puglia, presente al Padiglione Italia, l’architetto siciliano Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, con i suoi progetti di agopuntura esposti al padiglione Italia ai Giardini. La Grasso Cannizzo, la cui pratica è emblematica di un’esperienza di resistenza attuata in territori ai margini dello star system e della legalità, ha ricevuto una Menzione speciale. Presente anche Arturo Vittori con l’esposizione di una versione dell’ormai noto progetto Warka Water.

È una biennale che esplora e cerca di comprendere la metamorfosi urbana in atto negli ultimi anni, offrendo un’ampia panoramica sugli spazi che abitiamo, non solo residenze o centri culturali, ma anche infrastrutture, per attraversare territori poco esplorati in passato. È una biennale che cerca di far luce sulle implicazioni che l’economia della condivisione e l’economia circolare stanno determinando per la progettazione. In tal senso il tema del metabolismo urbano attraversa Arsenale e Giardini, in particolare nel primo con l’installazione della Polonia Let’s talk about garbage, che delinea proposte operative per intervenire contro la crisi dei rifiuti, e la mostra della Colombia che presenta una serie di interessanti progetti del Grupo EPM — Departamento de intervenciones urbanas sostenibles per Medellin, dove vengono creati nuovi spazi pubblici attorno ad una serie di serbatoi d’acqua pubblici. I progetti creano una rete di nuovi spazi civici e di aggregazione per contrastare il degrado e la violenza, attraverso un disegno urbano in grado di combinare e integrare architettura, paesaggio e nuove infrastrutture.

I temi del metabolismo e della rigenerazione territoriale costituiscono il cuore tematico del Padiglione Venezia ai Giardini. Qui la mostra UP! espone le visioni progettuali di nove giovani studi italiani per il futuro di Porto Marghera per i prossimi cento anni. Tra gli studi selezionati vi sono anche i deltastudio, che in collaborazione con La Macchina Studio, hanno presentato la proposta Additup! che vede Marghera diventare un distretto innovativo dell’energia. Continuando a navigare tra i Giardini ci piace segnalare il padiglione della Gran Bretagna che con la mostra “Economia domestica” racconta la metamorfosi degli spazi domestici della casa, determinata dalla diffusione della sharing economy. Lo fa provando ad intravederne possibili scenari futuri dislocati in cinque sale che immergono il visitatore in idee tradotta in spazi reali, secondo una sequenza temporale crescente (ore, giorni, mesi, anni, decenni) che vede coinvolti cinque progettisti.

Inaspettata e sorprendente la sezione al Padiglione Italia ai Giardini dedicata alla Forensic Architecture, ovvero l’architettura messa a disposizione della giustizia forense per ricostruire storie di attentati o esplosioni, secondo un percorso che parte dal recupero e l’interpretazione dei frammenti per ricostruire e risalire alla condizione iniziale di oggetti o edifici. Testimoni di questo approccio che unisce architettura scienza e criminologia sono Eyal Weizman e Robert Jan Van Pelt. Per certi versi è una biennale dal valore “didattico”, se si pensa all’attenzione con cui sono stati costruiti i contenuti e forniti strumenti utili a chi studia la disciplina del progetto. Ma si tratta soprattutto una biennale umile, che non impone slogan o presunti paradigmi progettuali, ma piuttosto si dimostra attenta a monitorare e comprendere aspetti non tanto sociali quanto antropologici. Dopo aver assistito per molti anni al dilagare di un’architettura fatta per assecondare le masse, i media e il mercato, le architetture proposte sotto il cappello di Reporting from the front muovono da un punto di vista diverso, indicando un riscatto di un senso di umanità, una ricerca di un senso di comunità.

Originally published at www.urbanexperience.it on June 11, 2016.

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saverio massaro
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Ph.D architect and civic designer; director @Esperimenti Architettonici; partner @deltastudio; PM @Urban Experience; civicwiser @CivicWise.