Duckrabbit “Kaninchen und Ente” (“Coniglio e anatra”), numero del 23.10.1892 del “Fliegende Blätter”

Gestaltpsychologie

Fabio Santaniello Bruun
120g Magazine
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6 min readDec 27, 2017

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Nello scorso articolo sulla gerarchia visiva abbiamo accennato, citandone alcuni principi fondanti, la Gestaltpsychologie, la psicologia della forma. In questo articolo passeremo in rassegna tutti i pilastri che la sorreggono, i principi attorno ai quali si regge una delle più importanti teorie della percezione ad oggi accettata e utilizzata per la progettazione della comunicazione visiva.

La teoria della percezione mosse i suoi primi passi all’inizio del XX secolo in Germania, nata dalle menti dei due psicologi tedeschi Koffka e Köhler e dal ceco Wertheimer, per poi continuare la sua strada negli Stati Uniti, fuggendo dall’oppressione nazista. Dalla profonda essenza olistica, la teoria della Gestalt si basa sull’assunto che “il tutto è più delle somma matematica delle sue parti”: un processo cognitivo quindi non è semplicemente considerabile come la somma di singoli eventi accostati, ma come un fenomeno più articolato e sfaccettato; detta con le parole di un carissimo amico e maestro: “La percezione dunque non dipende dagli elementi ma dalla strutturazione di questi elementi in un “insieme organizzato”, in una “Gestalt” (“forma” intesa come “configurazione”).”

Si pensi al corpo umano: accatastando su un tavolo circa 70 kg tra acqua, sali minerali e tessuti di vario genere sicuramente non si ottiene una persona, sebbene una persona effettivamente sia costituita da acqua, sali minerali e tessuti. L’esempio è banale, ma rende immediatamente chiaro cosa vuol dire che la somma algebrica di elementi non è uguale alla loro totalità collaborante.

Affondando le proprie radici teoriche in questo terreno, la Gestalt afferma che anche la percezione non può essere il banale imprimersi di una immagine sulla retina (o il vibrare del timpano a causa di un suono), ma una collaborazione tra esperienza, imitazione e apprendimento che si organizzano attorno a dei principi fondanti. Questi, nel campo della percezione visiva, sono:

  1. prossimità, secondo la quale elementi vicini sono considerati parte di uno stesso gruppo;
  2. somiglianza, secondo il quale elementi simili sono considerati come parte di uno stesso gruppo;
  3. buona direzione o continuità, secondo il quale gli elementi sono considerati parte di un insieme coerente e continuo, piuttosto che in insiemi eterogenei e discontinui;
  4. destino comune, secondo il quale elementi orientati (o in movimento) secondo una direzione comune sono considerati parte dello stesso gruppo;
  5. figura-sfondo, secondo il quale esiste sempre un elemento amorfo (o considerabile tale rispetto la figura), detto sfondo, sul quale uno o più elementi sono riconoscibili come entità distinte, dotate di forma, dette figure.
  6. chiusura, secondo il quale elementi che grazie alla loro forma e disposizione disegnano un’area, sono facilmente riconoscibili come un’unica forma
  7. pregnanza o della “buona forma”, secondo il quale la percezione più regolare, simmetrica, coesiva, concisa e semplice è quella che più facilmente si impone;
  8. simmetria, secondo il quale preferiamo raggruppare elementi simmetrici attorno ad un punto in un unico elemento percettivo piuttosto che in più elementi separati;
  9. esperienza pregressa, secondo il quale conoscenze ed esperienze aiutano a creare gruppi con valore per l’utente, andando a sovrastare gli altri principi.

Ma vediamoli uno ad uno. Ah, 7, 9, 8, 6… ogni fonte è discorde sul numero e anche sul nome da dare ai vari principi, che per la stessa natura degli fenomeni percettivi che coprono si sovrappongono in parte: il principio della somiglianza in effetti è parente della simmetria, che si può rivedere nel principio della chiusura, che è simile al principio del destino comune…

Prossimità. Il titolo del post è posto vicino all’immagine relativa, e l’estratto del testo vicino al titolo: immagine, titolo e sintesi sono così strettamente collegate, e si comprende immediatamente che fanno parte di un insieme — ©Aesthetica Magazine

Prossimità

A parità di condizioni si unificano in un gruppo elementi vicini tra di loro. Elementi simili dal punto di vista tipologico (elementi di testo, immagini, forme) o dal punto di vista fenomenico (elementi con stessa forma, stesso colore, stessa volumetria…) e quindi di pari peso visivo e semantico, sono raggruppati in un’unità se sufficientemente vicini tra loro.

Quando gli elementi sono differenti tra loro, come un testo ed una immagine, la prossimità instaura un legame di relazione e dipendenza: un testo vicino ad una immagine viene percepita come sua didascalia o viceversa, l’immagine viene percepita come esplicativa di del testo che affianca.

Somiglianza. Forma, dimensione e distanze sono le stesse, ma il solo uso del colore permette di distinguere due gruppi: i cerchi arancioni da quelli blu.

Somiglianza

Gli elementi vengono uniti o raggruppati semanticamente quando le loro caratteristiche visive sono simili. Ad esempio, a parità (anche approssimativa) di forma, distanza e dimensione, una serie di oggetti con colori simili viene percepito come gruppo unico differente dal gruppo di elementi di colore diverso.

Continuità. Sicuramente avrai percepito come elementi continui le curve A–B e C–D, e non le spezzate C–B e A–D.

Continuità

Elementi vengono percepiti come un’unità se, orientati o raggruppati, sono allineati l’uno con l’altro. Questo è valido sia per elementi unici, come linee, o per gruppi di unità simili. L’immagine saprà sicuramente spiegare meglio questo principio!

Destino comune. Si percepiscono immediatamente due gruppi di bastoncini del gioco Mikado, eppure sono tutti praticamente identici tra loro: la loro diversa giacitura li rende ai nostri occhi un gruppo orizzontale e uno verticale di bastoncini.

Destino comune

Elementi orientati in modo simile sono fortemente percepiti come un sistema unico. A parità di forma, colore e dimensione, la sola giacitura degli elementi permette di differenziare alcuni elementi da altri, rendendoli un sottogruppo coesivo.

Figura–sfondo. Qui il gioco figura–sfondo è duplice: il primo livello è il testo che assume il ruolo di figura rispetto allo sfondo nero, che a sua volta è figura (un uomo spaccato in due) rispetto allo sfondo neutro color ocra — ©LA Associates

Figura–sfondo

Il rapporto figura–sfondo è essenziale nella corretta percezione degli elementi e della loro gerarchia: mentre la figura ha una forma distinguibile e comprensibile, lo sfondo sulla quale questa è posata ha generalmente carattere amorfo, è meno carico di significato e distinto. Questo dualismo è essenziale nella comprensione di una comunicazione: se figura e sfondo perdono la loro caratterizzazione, confondendosi, si perde l’immediatezza comunicativa, causando disturbo nella comunicazione.

Chiusura. Tre Pac-Man o tre cerchi che delimitano gli angoli di un triangolo bianco? Poligoni con rette e curve, o un cerchio bianco sovrapposto a normalissimi rettangoli?

Chiusura

Elementi che delimitano una superficie si percepiscono come un’unità, e contemporaneamente generano una forma che delimita una superficie con proprie caratteristiche. Gli esempi qui sono famosissimi e molto numerosi, oltre che autoesplicativi!

Buona forma. Sicuramente avrai percepito un cerchio e un quadrato sovrapposti, e non le tre figure irregolari a destra accostate.

Buona forma

Quanto più regolari, simmetriche, coesive, omogenee, equilibrate, semplici, concise esse sono, tanto maggiore è la probabilità che hanno d’imporsi alla nostra percezione. È il Rasoio di Ockham: la soluzione che mette in ballo minor variabili è quella probabilmente più efficace.

Simmetria. Qui vediamo quattro coppie di semicerchi e un gruppo di quattro semicerchi che delimitano una superficie quadrata piuttosto che dodici semicerchi sparsi su un fondo bianco: per prossimità e simmetria i semicerchi vengono uniti in gruppi.

Simmetria

Molto vicino al principio della chiusura, se non una derivazione di questo, il principio della simmetria afferma che elementi che hanno tra di loro un evidente punto o asse di simmetria vengono raggruppati come unità, piuttosto che come elementi singoli sparsi regolarmente su uno sfondo.

Esperienza. Se non fossimo avvezzi alle innumerevoli variazioni che può avere l’alfabeto e se in passato non avessimo mai visto un cartello di un negozio (che usualmente riporta una parola, il nome del negozio!), difficilmente avremmo potuto distinguere la parola Minimum in questa serie di rettangoli più o meno smussati—©Darian Rosebrook

Esperienza

Di più sottile teorizzazione, il principio che fa leva sulle conoscenze ha una facile esemplificazione parlando della scrittura: la conoscenza del senso della frase e la familiarità con la forma e le possibili variazioni delle lettere dell’alfabeto rendono comprensibile un insieme di glifi che altrimenti potrebbe non aver senso o che potrebbe essere raggruppato in modo inopportuno

La Gestalt sicuramente non è una scienza esatta, ed è stata negli anni superata e rivista da teorie della percezione più precise e metodiche, ma i principi visti sono comunque sempre validi e punti di partenza essenziali per la corretta progettazione di una comunicazione visiva. Ogni buon progettista deve essere pienamente consapevole delle proprie scelte compositive alla luce di queste regole, che aiutano l’organizzazione dei contenuti, la gerarchizzazione e la comprensione degli elaborati.

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Fabio Santaniello Bruun
120g Magazine

Founder and Creative Director of @120grammi | Doc in Building Engineering and Architecture at UniPisa | Creative Director at Geckosoft