Basilica di Siponto © Edoardo Tresoldi

Tresoldi

Edoardo Tresoldi è un artista e scenografo nato a Milano nel dicembre 1987. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Monza, dove si è diplomato nel 2006, e attualmente lavora e risiede a Roma. La sua ricerca estetica verte prevalentemente sullo studio dei rapporti tra il corpo umano e lo spazio che lo circonda: un approfondimento sul continuo dialogo tra figura e sfondo e sulla complessa dinamica della rappresentazione fisica dei sentimenti. Le sue sculture prendono forma nell’intreccio di una fitta maglia metallica di tipo industriale, che si snoda e si compone nelle fattezze dei corpi oggetto dei suoi studi. È il caso di opere come Pensieri o Ricordi, a proposito delle quali lo stesso Tresoldi dice: “le forme estrudono, formando volumi immaginari che investono la figura e la sezionano dando forma al sentimento, vero protagonista dell’opera”.

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120g Magazine
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2 min readJan 18, 2017

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Il caso della Basilica di Siponto rappresenta un’evoluzione su scala architettonica delle metodologie proprie della scultura di Tresoldi. L’opera, intitolata Dove l’arte ricostruisce il tempo, è stata inaugurata venerdì 11 marzo 2016 nel Parco Archeologico di Siponto, in Puglia. La Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto risale al XII secolo ed è una basilica romanica; ne sono rimaste solamente le fondamenta, accanto alle quali è stata successivamente edificata una basilica medievale. Il percorso di realizzazione dell’opera di Tresoldi ha inizio con una ricerca di documentazione storica eseguita da archeologi e addetti ai lavori del mondo dei beni culturali e rappresenta la ricostruzione sia fisica che virtuale dello stadio finale della basilica. Lo scopo dell’intervento voluto dalla Soprintendenza è quello di preservare i mosaici della struttura paleocristiana; tuttavia, nel corso della progettazione, si opta anche per coniugare gli aspetti di protezione con quelli di ricostruzione dell’alzato. Il tentativo dell’artista è quindi quello di immaginare un ritorno della struttura, riconosciuta come memoria storica del luogo, disegnata nell’aria, con la capacità di mantenere una relazione diretta col sito in cui si colloca. Il risultato è composto da un robusto ricamo di rete elettrosaldata zincata che raggiunge un’altezza di 14 metri e un peso di 7 tonnellate e che ripropone il volume reale dell’antica basilica, completa di navate, pilastri archi e capriate in acciaio. La straordinaria forza dell’intervento risiede nella letterale smaterializzazione delle strutture che, pur risultando leggere e permeabili, riportano con naturale coerenza la spazialità dell’edificio originario. L’obiettivo del restauro, sebbene voglia rappresentare un atteggiamento più artistico-scultoreo che architettonico, è raggiunto magistralmente da Tresoldi, capace di instaurare un efficace e profondo dialogo sia con il presente esistente che con il passato distrutto, bilanciando sapientemente i rapporti tra il peso della maglia metallica e il volume ricostruito.

Caso studio 3/3 del primo numero della rivista di 120g, online qui.

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