XVI Biennale di Architettura: Śūnyatā, The Poetics of Emptiness

Il 24 e il 25 maggio abbiamo visitato in anteprima la XVI Mostra internazionale di Architettura, una delle più prestigiose rassegne di architettura del mondo, che si tiene a Venezia ogni due anni. Vi raccontiamo nel dettaglio le nostre opinioni su alcuni dei 71 padiglioni nazionali che potrete visitare. Il primo della serie è il padiglione Indonesiano, curato da Ary Indrajanto.

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Il Padiglione curato da Ary Indrajanto parte da una riflessione sullo spazio vuoto riconosciuto come identitario della cultura orientale e nello specifico indonesiana.
Un grande foglio appeso per le due estremità agli spigoli superiori dello spazio espositivo crea un vuoto sospeso, formalmente altro rispetto alla logica strutturale degli elementi discreti. Questa superficie opaca, lascia penetrare la luce e rivela la sua natura organica e fibrosa. Lo spettatore fruisce lo spazio muovendosi sulla pedana arricchita da scalini o declivi e si relaziona con lo spazio vuoto tramite delle bucature o dei varchi ricavati sulla membrana, anch’essi elementi di “emptiness”.

Padiglione Indonesia

Si compone così un’installazione molto delicata e perfettamente risonante al tema della Biennale 2018, scelto dalle curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara, del #freespace: soprattutto se valutata come espressione di uno Stato estremamente vario in termini topografici, etnografici, culturali e religiosi. È la creazione di un vuoto puro dentro il quale le persone possono interagire. Il protagonista dello spazio è l’individuo con l’attivazione del proprio bagaglio mnemonico e dell’esperienza di se stesso in un ambiente universale.
Gli elementi utilizzati sono ridotti al minimo, la riflessione generata piuttosto efficiente in termini di mezzi/capacità espressiva.

Non è lo stesso rapporto che solo la poesia è capace di generare?

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120g è un'associazione culturale che promuove attività culturali interdisciplinari tra l'architettura, le arti visive e l’ingegneria.