Da dove vieni?

Una domanda semplice a cui rispondere. Se sai da dove vieni.

Luigi Piccirillo
centrotrentasei
3 min readMay 8, 2018

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Photo by Fabrizio Verrecchia on Unsplash

Sono nato e cresciuto ad Isernia, Molise. Ogni volta che mi hanno chiesto Da dove vieni? ho sempre fatto fatica a rispondere. Come me, penso molti miei concittadini e molisani. Il motivo è molto semplice: nessuno conosce il Molise, men che meno Isernia. Alla mia risposta Sono di Isernia, in Molise le risposte erano sempre le stesse. Ve le elenco in ordine di frequenza:

  1. Che?
  2. Dov’è?
  3. Ahahah
  4. Ma quindi esiste (più recente)

Vi risparmio tutte le osservazioni di contorno del tipo Ah ma il Molise è in Abruzzo o Siete più pecore che persone. Tutto ciò, nemmeno a dirlo, non era piacevole. Se da un lato mi sono rassegnato a tutto ciò quando queste domande mi venivano fatte da persone italiane, dall’altro mi sono ingegnato con risposte preimpostate per gli stranieri. Per esempio:

  1. Dal sud
  2. Dal centro-sud
  3. Da una piccola città a metà strada tra Roma e Napoli
  4. Da una piccola città a metà strada tra Roma e Napoli, sulle montagne e a metà fra l’Adriatico e il Tirreno

Tutto questo non ha fatto altro che creare in me un piccolo senso di sudditanza, per cui qualsiasi luogo diverso da Isernia, in Molise fosse automaticamente migliore. Tornare qui a 26 anni mi ha fatto cambiare idea: Isernia, e il Molise, non sono peggiori, ma semplicemente diversi. Tutto sta a capire bene quali sono le priorità. Ora, siamo tutti d’accordo che Isernia non è Las Vegas, quindi se cerco gioco d’azzardo e una serata tipo Notte da leoni 3 non sono nel posto giusto. Ma se invece ho bisogno di ritmi di vita più compassati, della pace della montagna e di rapporti umani reali, allora, forse, è il posto giusto. Come ho detto, priorità. E’ tutto relativo.

Photo by Nathan Dumlao on Unsplash

Questa nuova consapevolezza ha fatto si che iniziassi a rispondere in modo diverso alla famosa domanda, in modo più combattivo, diciamo. Rivendico le mie origini, mi incazzo se qualcuno non sa dov’è Isernia (perchè io devo impararmi le 82.000 province lombarde e un lombardo non può impararne 2, DUE, molisane?) e cerco di parlare della mia terra se qualcuno non la conosce. La tecnologia mi aiuta molto in questo: con Google Maps mostro fiero dov’è Isernia e con una ricerca di immagini su Google mostro le bellezze del Molise. In pratica è Google che racconta la mia terra a chi non la conosce. E alla fine piace a tutti.

Poi di colpo mi accorgo che in realtà io non conosco Isernia nè il Molise. Il mio lavoro mi ha portato a conoscere molte persone, a sentirle raccontare l’amore che nutrono per il loro (il mio) territorio. Il tutto condito da passione, conoscenza e competenza a me ignote. Ho sentito spesso nominare paesi e borghi che non conosco e nei quali non sono mai stato. Un esempio? Ultimamente si è parlato abbastanza di Mirko Antenucci, fiero attaccante molisano della Spal. Da quello che ho letto è di Roccavivara. Io non ho idea di dove sia Roccavivara, nè di come si ci arrivi. Come posso affermare così fermamente la mia identità di molisano se ho così tante lacune?

Per questo motivo ho deciso di visitare tutti i 136 comuni molisani, e magari di scoprirli grazie al racconto di chi quei posti li vive. Ho deciso di raccontare questo viaggio attraverso Centotrentasei perchè penso che, come me, siano in molti quelli che hanno la mia stessa lacuna. Spero di fare qualcosa di utile raccontando questo viaggio. Se siete arrivati fin qui nella lettura è bene che chiarisca subito un punto: su questo blog non troverete descrizioni turistiche, storiche, artistiche e culturali. Ci sono tante persone competenti che lo fanno, conservando la memoria storica molisana e io non mi permetto di fare il loro lavoro. Anzi, spero qualcuno di loro possa darmi un piccolo contributo. Quello che voglio fare è semplicemente raccontare la mia esperienza alla scoperta della mia terra. Niente di più.

Se volete seguirmi potete farlo su questo blog, sul mio profilo Facebook o sul mio profilo Instagram.

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