Gli archivi del San Martino sono memoria viva della città

6 febbraio 2017

Lorenzo Spallino
2012/2017

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L’archivio dell’ex manicomio del San Martino a Como

Dal 2010 l’archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico San Martino di Como è stato trasferito col beneplacito delle autorità deputate alla conservazione dei Beni culturali.

La decisione del trasferimento è stata presa dopo che l’azienda ospedaliera di Como, che ha la proprietà dell’archivio, ha deciso di affidarsi ad una società specializzata in gestioni dell’archivio.

L’Archivio contiene tutti i materiali che fanno riferimento alla struttura psichiatrica dal 1882 al 1998.

Parliamo di 40 mila cartelle cliniche dei pazienti ricoverati nel corso degli anni, 3 mila volumi e centinaia di documenti.

Il percorso di individuazione degli archivi e la corrispondenza con ASST

A l termine di un percorso avviato di comune accordo con il direttore generale dell’Ospedale S. Anna nei primi mesi del 2016, il 18 luglio 2016 dal Comune di Como abbiamo inviato alla ASST Lariana una mail alla quale era allegato lo schema di protocollo tra Comune di Como e ASST, modificato come concordato nel corso dell’ultima delle riunioni tecniche. La mail concludeva la trattativa finalizzata a definire il testo di accordo per l’individuazione di un luogo nel quale far convergere gli archivi storici costituiti quanto al Comune di Como, dall’archivio generale storico e i fondi storici di Enti, Famiglie e di Persone cessati e quanto alla ASST Lariana, l’archivio storico dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna, della Famiglia Mugiasca, dell’ex Ospedale psichiatrico provinciale di San Martino e la biblioteca storica ex O.P.P.

A fine settembre gli uffici dell’ASST ci riferivano di essere pronti e di avere redatto la delibera con allegato il protocollo d’intesa completato, ferma in direzione generale. A ottobre la Direzione di ASST ci riferiva di essere impegnata con la stesura e la presentazione del POAS, oltre alla attività ordinaria ma assicurava e confermava il suo interesse. A gennaio 2017 con il collega Marcello Iantorno scrivevamo al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como segnalando di constatare con rammarico che l’approvazione dello schema di accordo degli archivi, pronto da prima dell’estate dello scorso anno, era ancora in attesa di un cenno di approvazione. Lo mettevamo quindi a conoscenza del fatto che, in ragione del poco tempo a disposizione di questa giunta, avremmo, nostro malgrado, dovuto notiziare la Giunta del Comune di Como dell’impossibilità di portare a termine l’iniziativa, non fosse altro che per lasciare traccia dell’inteso lavoro svolto. Dopo un breve scambio di corrispondenza nel quale la direzione segnalava che a suo avviso non era possibile deliberare una questione così articolata basandosi solamente su un incontro preliminare, con l’assessore Iantorno decidevamo di procedere con l’informativa, la quale veniva resa nella seduta del 1° febbraio (testo in calce).

Il protocollo d’intesa

L a bozza del protocollo concordata al termine del lavoro di individuazione degli archivi conferibili e della loro estensione lineare, esplicitava la volontà comune dei due enti di “procedere a verificare le possibilità della riunione di detti archivi in un luogo idoneo alla loro conservazione, protezione, valorizzazione e consultazione al pubblico“, attivando gli stessi, “senza che ciò comporti allo stato oneri finanziari, per la comune ricerca di un luogo idoneo alla conservazione, protezione, valorizzazione e consultazione al pubblico degli archivi storici e vigilati in Comune di Como, presso strutture pubbliche o private, riservandosi di approfondire tramite successivo accordo istituzionale, le modalità delle partecipazioni e degli impegni, anche finanziari, di ciascun ente”.

La memoria dei luoghi

Gli archivi di ex ospedali psichiatrici italiani sono luoghi importanti di dolorosa e attualissima memoria. Il Ministero per i beni e le attività culturali ne ha curato un primo rapporto nel 2010 (link). Reggio Emilia ha curato e messo a disposizione del pubblico l’archivio ex Ospedale psichiatrico San Lazzaro (link). Dimenticare, o non voler ricordare, che i nostri padri dedicarono uno dei posti più belli della città ai più sfortunati, che lì vi passarono malati, oppressi dal regime fascista e semplici disgraziati, è cosa che non voglio nemmeno immaginare.

Abbiamo fatto un buon lavoro di censimento degli archivi da conferire in una struttura da identificare di comune accordo con ASST. Non ho problemi ad accettare che sia la prossima amministrazione a concludere il lavoro avviato. Ma non mi si dica che dopo tutto il lavoro fatto i tempi non sono maturi perchè l’archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico torni in questa città. Suoi sono i figli che sono transitati, suoi sono i luoghi delle sofferenze. I tempi sono maturi da quando si decise di spostare l’archivio. Il resto è colpevole, triste e consapevole disattenzione.

Testo della delibera di Giunta 1.2.2017

Ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i., la conservazione a norma e la valorizzazione degli archivi storici è obiettivo istituzionale, oltre che un obbligo di Legge, delle pubbliche amministrazioni che li detengono.

Secondo l’attuale struttura organizzativa del Comune di Como, i Settori che svolgono stabilmente tale funzione sono principalmente:

- gli Affari Generali per l’archivio generale e il protocollo informatico;

- i Servizi informativi per la gestione tecnica del protocollo informatico e la conservazione a norma delle banche dati prodotte dai gestionali in uso nei vari Settori (fatturazione elettronica, registri anagrafici INA-SAIA, registri in iride di deliberazioni e determine, ecc.);

- la Cultura per i fondi speciali conservati presso i Musei civici e la Biblioteca comunale.

Essendo gli archivi degli enti pubblici Beni culturali fin dalla loro formazione ex art. 10 del D.Lgs. 42/2004, ne deriva che tali obblighi di corretta gestione e conservazione dei documenti e degli archivi fanno capo a tutti i Settori almeno fino all’effettivo versamento delle pratiche concluse all’Archivio generale per la successiva inventariazione, selezione e conservazione a norma nei depositi appositamente predisposti.

Gli archivi comunali, come quelli di tutte le amministrazioni pubbliche non statali presenti a Como, sono vigilati dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia, mentre quelli degli organi periferici dello Stato fanno capo all’Archivio di Stato di Como, al quale vengono versate periodicamente le pratiche concluse nell’ultimo quarantennio.

Data l’enorme produzione documentaria prodotta nei secoli dagli enti più antichi e soprattutto nel secolo scorso dalle istituzioni postunitarie, problema comune a tanti enti pubblici detentori di archivi è l’individuazione di locali a norma e il possesso di personale specializzato per la loro corretta conservazione, tutela e valorizzazione (inventariazione, scarto, servizio di consultazione al pubblico, ecc. ).

Tali problemi sono stati tra le cause che hanno portato nel 2013 alla delocalizzazione dell’archivio di deposito dell’Ospedale Sant’Anna e dell’archivio dell’ex Ospedale pschiatrico San Martino di Como nei depositi milanesi e parmigiani della ditta specializzata Italarchivi, per poi passare in quelli della Microdisegno srl di Lodi al cambio dell’aggiudicazione del Servizio quinquennale di archiviazione e gestione della documentazione clinica, sanitaria ed amministrativa dell’Ospedale a fronte di una spesa annua di € 195.500,00.= circa, di cui € 1.150,00.= per il solo archivio del San Martino.

Trattasi di un archivio eccezionale, “nel quale ogni fascicolo contiene un mondo di informazioni uniche e irripetibili, storie di uomini e donne della cui sofferenza rimangono solo queste attestazioni”, contenendo i registri dei ricoveri, distinti tra ricoverati uomini e ricoverate donne, le cartelle cliniche, circa 40.000 fascicoli, anch’esse divise tra uomini e donne (Lucia Ronchetti, “Presentazione dell’archivio dell’ospedale psichiatrico San Martino di Como”).

Tali circa 40.000 cartelle cliniche (datate 1882–1978 con seguiti al 1999) sono organizzate in 1618 faldoni per serie annuali in base alla data di chiusura per morte o per dimissione dei pazienti e soggette a limiti di consultazione per privacy per 70 anni, tant’è che nel 2009 per la pubblicazione di Gianfranco Giudice furono accessibili e consultabili solo quelle chiuse fino al 1938 e pertanto ad oggi sarebbero consultabili solo quelle fino al 1946.

Da allora il destino dell’archivio del San Martino è stato legato alle ipotesi di riconversione urbanistica e riutilizzo degli spazi del borgo di S. Martino, borgo che ha una storia millenaria prima ancora che vi entrasse in funzione l’Ospedale psichiatrico nel giugno 1882 su progetto degli ing. Pietro Luzzani e Giuseppe Casartelli: centro di culto preromano lungo il Cosia, ospedale degli Umiliati nel 1209, Lazzaretto nel Quattrocento, ecc.

La consultazione dell’archivio del San Martino è teoricamente garantita dall’attuale ASST Lariana previa prenotazione, ma è chiaro che nei fatti gli studi ne hanno risentito, se è vero come vero che ad oggi l’archivio è tuttora sprovvisto di un inventario analitico, mentre le principali pubblicazioni frutto della sua consultazione sono: Le stagioni del S. Martino di Gin Angri e Mauro Fogliaresi (2008) e Un manicomio di confine: il San Martino di Como di Gianfranco Giudice (2009).

Il problema della delocalizzazione di alcuni archivi comaschi dell’Archivio di Stato di Como (ASCO) nel deposito ministeriale di Morimondo era stata sollevato pubblicamente anche da Magda Noseda, funzionaria dell’ASCO, in occasione dell’incontro in biblioteca comunale Il sogno della memoria. I problemi e le ricchezze degli archivi a Como (5 ottobre 2013).

Posto quanto sopra, l’assessore Spallino si è fatto promotore di una trattativa con l’ASST Lariana coinvolgendo i colleghi Iantorno e Cavadini e i Dirigenti dei settori interessati, al fine di giungere alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa.

I confronti sono giunti sino alla definizione di una bozza di protocollo finalizzato alla conservazione a norma e la valorizzazione degli archivi storici costituiti quanto al Comune di Como, dall’archivio generale storico e i fondi storici di Enti, Famiglie e di Persone cessati e quanto alla ASST Lariana, l’archivio storico dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna, della Famiglia Mugiasca, dell’ex Ospedale psichiatrico provinciale di San Martino e la biblioteca storica ex O.P.P.

Il testo, inviato a ASST Lariana nel luglio 2016, è stato formato sulla scorta di una ricognizione preventiva dei fondi esistenti inventariati e passibili di trasferimento, che risultano composti:

a) quanto al Comune di Como dall’archivio comunale generale, fondi storici, pari a ml 377 (attualmente presso deposito di via Giussani), dall’archivio comunale generale, fondi storici, pari a ml 539 (attualmente presso l’Archivio di Stato), dagli archivi della Biblioteca comunale, fondi storici, pari a ml 181,8 (attualmente presso la Biblioteca di piazzetta Lucati n. 1), dagli archivi dei Musei civici, fondi storici, pari a ml 47 (attualmente presso i Musei civici di piazza Medaglie d’oro n.1 e la Pinacoteca civica di via Diaz n. 84);

b) quanto a ASST Lariana, dall’archivio clinico ex O.P.P., pari a ml. 375 (attualmente presso la sede di San Martino), dall’archivio amministrativo ex O.P.P., pari a ml. 125 (attualmente presso la sede di San Martino), dalla biblioteca storica ex O.P.P., pari a ml. 164 — volumi inscatolati in magazzino, pari a ml. 250 — schedario, pari ml. 3 (attualmente presso la sede di San Martino), dall’archivio storico Ospedale Sant’Anna, pari a ml. 149 (attualmente presso l’Archivio di Stato), dall’archivio Famiglia Mugiasca, pari a ml. 20 (attualmente presso l’Archivio di Stato);

per un totale di ml. 2.230,8.

La bozza di protocollo reca l’accordo di Comune di Como e ASST di “attivarsi, senza che ciò comporti allo stato oneri finanziari, per la comune ricerca di un luogo idoneo alla conservazione, protezione, valorizzazione e consultazione al pubblico degli archivi storici e vigilati in Comune di Como, presso strutture pubbliche o private, riservandosi di approfondire tramite successivo accordo istituzionale, le modalità delle partecipazioni e degli impegni, anche finanziari, di ciascun ente”.

Attualmente si è in attesa di ricevere da ASST l’assenso sullo schema di protocollo predisposto , che verrà poi approvato da entrambi gli Enti per essere di seguito sottoscritto dai rispettivi rappresentanti.

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