Cartello informativo della Linea del Tram

“Non è con il proliferare di parchi e parchetti che si tutela l’ambiente e l’attività agricola“

28 marzo 2017

Lorenzo Spallino
2012/2017
Published in
4 min readMar 28, 2017

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Il 2 marzo 2017 il Presidente di CIA Alta Lombardia (Confederazione Italiana Agricoltori), ha scritto ai sindaci di Como, Tavernerio e Albese con Cassano a proposito dell’istituendo Parco della Valle del Cosia.

La lettera è pervenuta al Comune di Como il 22 marzo 2017: l’1 marzo, prima ancora di essere firmata, era già disponibile sul sito di CIA (link).

Il Presidente di CIA denuncia l’erroneità del progetto e invita le amministrazioni a rimeditarlo, sia nel merito che nel metodo.

A suo avviso:

  • nella generalità dei casi i parchi locali sono occasioni per la creazione di enti “funzionali solo ad incrementare la spesa pubblica e ad ingessare lo sviluppo dei territori per quanto riguarda le attività economiche e produttive che vi svolgono“;
  • l’insediamento di un parco, quale quello della “Valle del Cosia”, è destinato a determinare un effetto depressivo sul settore agricolo, a partire dalla “prevedibile riduzione dei valori fondiari che interesserà le superfici rientranti nel costituendo PLIS“;
  • le “limitazioni all’esercizio delle attività venatorie di norma insita in tale tipo di operazione” aggravano le problematiche, con l’inevitabile proliferare della fauna selvatica in danno delle coltivazioni.

Non è dunque, scrive il Presidente di CIA, “con il proliferare di parchi e parchetti che si tutela l’ambiente e l’attività agricola“.

Non commento la qualifica di “parchetto“ a proposito di un’area tutelata della superficie di 7.152.625 mq di verde, paesaggio, cultura, ambiente, acque, storia e persone che ci hanno messo anima e lavoro. Tante persone.

Non sottolineo come le parole del Presidente di CIA siano le stesse utilizzate dal consigliere regionale Fermi sia sui giornali che nel corso dell’assemblea pubblica del 24 febbraio u.s. a Tavernerio, alla presenza di un nutrito gruppo di cacciatori.

Non mi chiedo dove fosse CIA quando la Provincia di Como e i Comuni di Como, Albese e Tavernerio hanno approvato i rispetti strumenti urbanistici (PTCP/PGT) contenenti la previsione del Parco. O quando il Consiglio comunale di Como lo ha inserito tra gli obbiettivi del Piano d’Azione di Agenda 21, adottato all’unanimità il 10 luglio 2006.

Né mi chiedo quali poteri prognostici abbia il Presidente di CIA che il 1° marzo 2017 scrive censurando le previsioni regolamentari del Parco approvate, per la prima volta, dal Comune di Como il 20 marzo.

Mi limito a evidenziare una volta di più come:

  • il Parco della Valle del Cosia è un ente creato solo per incrementare la spesa pubblica? No. A parte la gratuità dell’espressione, il PLIS della Valle del Cosia, proprio per la struttura associativa scelta, non crea nessun nuovo organismo e non genera alcun nuovo costo. Semmai, permette di accedere a forme di finanziamento che i singoli comuni non sarebbero in grado di ottenere.
  • il Parco limita l’attività agricola? No. Le norme sull’attività agricola appartengono alla competenza regionale e per tale motivo restano quelle disciplinate dalla legislazione regionale (L.R. n. 12 del 2005).
  • il Parco impedisce o limita la caccia? No. La competenza a disciplinare la caccia appartiene a Stato, Provincie e Regioni. Non ai Comuni.
  • il Parco è il frutto di un disegno imposto? No. Il Parco è il frutto di un processo partecipato durato più di vent’anni, nel quale numerosissimi sono stati gli incontri pubblici, i dibattiti, le feste, le campagne di sensibilizzazione attraverso la pulizia dei percorsi, la realizzazione della segnaletica, le convenzioni con gli istituti professionali, le tesi di laurea, le mostre, i convegni, i campi di volontariato e, non da ultimo, la posa del Ponte dei Bottini avvenuta nel 2002, che ha permesso di congiungere il percorso verde sulla cessata Linea del Tram, oggi utilizzatissimo da ogni fascia della popolazione.

Non so se è “con il proliferare di parchi e parchetti che si tutela l’ambiente e l’attività agricola“. So che senza politiche ambientali non si tutela proprio nulla. Che, per carità, è un obbiettivo legittimo come altri.

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