Programmi elettorali: l’urbanistica per Bruno Magatti

31 maggio 2017

Lorenzo Spallino
2012/2017

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La parola ^urbanistica^ compare una sola volta nel programma del candidato sindaco di Civitas, Bruno Magatti, (disponibile qui) peraltro associata alla valorizzazione di via Scalabrini.

Ciò non vuol dire che la pianificazione territoriale non interessi gli estensori del programma, che anzi dedica una specifica linea programmatica al territorio, la n. 5, intitolata “Riqualificazione urbana e pianificazione territoriale”.

Significa piuttosto che in un’ottica di co-elaborazione di percorsi, l’urbanistica viene letta come una tecnicalità di cui servirsi, non un parametro cui uniformarsi.

Le linee programmatiche (12) sono costruite attraverso una tabella composta da linee tematiche, elencazione delle tematiche (“Dallo stato di fatto alla proposta”) e proposte vere e proprie.

Nel caso che ci interessa la linea tematica n. 5 è suddivisa nelle sezioni:

  • Zero consumo del territorio,
  • Revisione dei criteri di calcolo per gli oneri aggiuntivi, Sistemazione idrogeologica,
  • Verifica dei piani d’investimento attualmente in essere,
  • Cura e manutenzione degli spazi per i bambini (luoghi di gioco, parchi e giardini, in prossimità delle scuole e dei luoghi di ritrovo),
  • Rendere l’accessibilità la nota qualificante della città attraverso attuazione programmata di un Piano di eliminazione delle barriere (PEBA),
  • Progettazione di interventi di qualificazione dei contesti urbani caratterizzati dalla mancanza di servizi minimi,
  • Principio d’invarianza idraulica relativo alle nuove costruzioni,
  • Avvio di un processo volto alla riduzione progressiva delle superfici impermeabilizzate,
  • Introduzione di nuovi impianti illuminazione e di Progetto Luce sistemi di pali intelligenti sul territorio comunale con formule di investimento a “costo zero” per la collettività,
  • Verifica puntuale dell’azione di risanamento e riqualificazione previsto dal Contratto di gestione del calore, con reinvestimento progressivo dei risparmi e certificazione energetica del patrimonio pubblico,
  • Sostegno alle azioni sul patrimonio edilizio privato,
  • Sostegno alla riqualificazione energetica degli immobili privati con introduzione di apposita certificazione da parte dell’Amministrazione con effetti sulla valorizzazione del bene,
  • Riprogettazione, in caso di superamento del progetto Multi, dell’area Ticosa su un modello di spazio integrato con il territorio e in grado di specifiche criticità della convalle e di essere punto di equilibrio di un nuovo sviluppo sostenibile del territorio,
  • Promozione dire un recupero urbanistico ed edilizio dell’edificio del Santarella, con una progettazione all’altezza della sua nobiltà storica ed estetica,
  • Sostegno, in dialogo con ASST, la Cittadella della Salute a Camerlata, favorendo l’insediamento di funzioni qualificanti complementari al bisogno sanitario (palestre, spazi per associazioni, attività para-sanitarie anche private),
  • Supporto e condivisione dei progetti di riutilizzo e riqualificazione dell’area dell’ex Caserma,
  • Valorizzazione urbanistica dell’area di Via Scalabrini,
  • Elaborazione di strumenti di qualificazione del commercio,
  • Programma di riqualificazione progressiva degli spazi pubblici,
  • Valorizzazione del mercato dei produttori agricoli. L’attenzione va su tutta l’area del mercato proponendo con un progetto organico sulla sua agricole da insediare nei terreni incolti o valorizzazione,
  • Revisione delle modalità di fruizione del centro storico,
  • Verifica puntuale delle realizzazioni edilizie incomplete o provvisorie,
  • Cura dei parchi e del giardino a lago come strumenti di aggregazione e di attrattiva.

Qualche considerazione

Il programma dichiara di declinare “le modalità con le quali s’intendono affrontare le tematiche”. Le espressioni utilizzate sono significative. Agli estensori non interessa tanto indicare la soluzione alle tematiche quanto le modalità attraverso cui affrontarle.

Non a caso l’hastag è #ComeFareComo, non #FareComo.

Questo spiega l’apparente disomogeneità dei temi elencati nella seconda colonna della tabella (“Dallo stato di fatto alla proposta”) e soprattutto il fatto che di proposte nella terza colonna ne compaiano (solo) 4.

Rimarrà deluso chi ha un approccio tradizionale all’urbanistica o chi, più semplicemente, sia curioso di conoscere le proposte del candidato su alcuni temi che tengono banco (Ticosa, S. Anna, San Martino, Caserme). Al candidato interessa il percorso più della soluzione.

Ad esempio: il programma dichiara di voler supportare e condividere il progetto di trasferimento degli uffici dello Stato nell’ex Caserma De Cristoforis.

Ma quale la posizione della lista sulle conseguenze urbanistiche del trasferimento di 700 persone nel quartiere dove sorge l’ex caserma De Cristoforis? E quale la posizione sugli effetti della dismissione delle sedi attuali in centro storico?

Così per l’area Ticosa, dove non c’è una proposta puntuale (cosa inserire) ma l’indicazione di un metodo che diventa obiettivo (elaborazione di un nuovo progetto ispirato alla integrazione con il territorio “e in grado di risolvere” non precisate “specifiche criticità della convalle e di essere punto di equilibrio di un nuovo sviluppo sostenibile del territorio”).

Va benissimo, ed è lodevolissimo, appuntarsi sul come le cose avvengono. Il problema è il sospetto di una indifferenza verso l’esito (per sua natura mediato) del processo. Nelle politiche di trasformazione territoriale questo, al contrario di quanto si pensi, può produrre conflittualità nella misura in cui non è ammessa mediazione sul metodo, assunto a paradigma dell’azione.

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