Social media: cosa abbiamo fatto in un anno in @ComunediComo (e cosa non abbiamo fatto …)

1 novembre 2013

Lorenzo Spallino
2012/2017
Published in
2 min readFeb 7, 2017

--

Ci sono due modi per lavorare in ambito social media nelle pubbliche amministrazioni.

Nel primo siete nel vostro ufficio, con una tazza di cioccolata fumante tenuta alla giusta temperatura da un supporto collegato via usb al vostro computer. Avete generalmente un iMac con schermi da 27 pollici e una linea Adsl tutta vostra. Avete tutto il tempo che volete. Siete pagati da una pubblica amministrazione.

Nel secondo siete in una stanza con diverse altre persone, armadi stracolmi di scartoffie, persone che entrano ed escono , non di rado estranei. Avete pc che quando va bene girano sotto Windows Xp, schermi Crt, programmi che, come dice un mio dirigente, girano a calci e pugni e una linea Adsl a 2Mb che condividete con diverse decine di persone. Dedicate al web una piccola parte del vostro tempo. In questo caso non lavorate per una pubblica amministrazione. Siete voi la pubblica amministrazione.

A un anno dalle prime azioni di informatizzazione promosse nell’ambito dei social media, è tempo di bilanci. Dico subito che non abbiamo fatto in modo che quando un dipendente pubblico striscia il proprio badge all’inizio della giornata un sensore gli misuri la glicemia in modo che i distributori automatici gli dosino correttamente lo zucchero quando va in pausa caffè. Ci spiace. Niente, ma proprio niente, di tutto questo.

Abbiamo scelto di partire dal basso, mattone per mattone. Ma soprattutto di metterci in gioco.

Potevamo dire: Caspita, ma che roba è questo web? C’è qualcuno che sa cosa sono i social media? Potevamo delegare all’esterno. Invece abbiamo scelto di prendere di petto il problema e ci siamo chiesti: come si scrive per il web quando si sta dalla parte di una pubblica amministrazione? Come si può comunicare meglio senza delegare ad altri questi compito? Come si formano più di 50 redattori? Come possiamo capire se c’è spazio per progetti importanti in materia di urbanistica digitale? Possiamo essere noi a creare app, gestendo l’intera filiera della segnalazione e migliorando i processi comunicativi? Insomma: possiamo farlo?

La risposta è stata: sì. Perché è facile (e contraddittorio) lamentarsi della arretratezza del pubblico e ^vedere^ le pubbliche amministrazioni unicamente come committenti. Perché solo se scommettiamo sulle persone facciamo crescere la pubblica amministrazione. Perché le pubbliche amministrazioni siamo noi. E noi siamo le sfide che abbiamo affrontato.

A un anno dall’avvio di queste azioni trovate nel documento “Stato delle azioni di informatizzazione del Comune di Como in ambito social” una panoramica sintetica ma completa di quello che abbiamo fatto in tema di portale istituzionale del Comune di Como, formazione dei redattori, app MiAPPliCo, Twitter, Facebook Informagiovani, You Tube e wifi pubblico.

Non certamente è tutto quello che potevamo fare. E’ sicuramente migliorabile. Ma l’abbiamo fatto. E negli armadi abbiamo sempre le scartoffie da sistemare.

--

--