Uffici pubblici alla caserma De Cristoforis: un approccio urbanistico

15 marzo 2017

Lorenzo Spallino
2012/2017

--

Il progetto ^Federal Building^ dell’Agenzia del Demanio

Nel febbraio 2017 la stampa di Como ha dato grande evidenza al progetto di trasferimento di Prefettura, Direzione Territoriale del Lavoro, Archivio di Stato, Agenzia delle Entrate, Commissione Tributaria Provinciale, Questura e Polizia di Stato nella Caserma De Cristoforis, in piazzale Monte Santo.

La Provincia 27.2.2017

Pochi giorni dopo è stata la volta degli uffici del Provveditorato agli Studi, di cui è annunciato il trasferimento da via Volta all’ex sede dei Carabinieri di via Borgovico, di proprietà dell’Amministrazione Provinciale.

La Provincia 28.2.2017

Il progetto prevede “di trasferire all’interno della De Cristoforis diverse amministrazioni dello Stato attualmente in affitto. L’obiettivo è rendere di nuovo funzionale un immobile sottoutilizzato e ridurre la spesa pubblica”. Un investimento di 25 milioni di euro che permetterebbe allo Stato di risparmiare circa 2.000.000 di euro di affitti attualmente pagati in parte al FIP, il fondo creato dallo Stato per la valorizzazione (vendita) di immobili pubblici, in parte a privati.

La Provincia 27.2.2017

Secondo i piani del ministero, i lavori di adeguamento della De Cristoforis dovrebbero completarsi entro i prossimi cinque anni.

Per allora cesseranno gli uffici di via Volta 50 (Prefettura), via Bellinzona 111 (Direzione Territoriale del Lavoro), via Briantea 8 (Archivio di Stato), viale Cavallotti 6 (Agenzia delle Entrate), via Italia Libera (Commissione Tributaria Provinciale), viale Roosevelt e via Italia Libera (Questura e Polizia di Stato), tutti trasferiti in piazzale Monte Santo, e di via Volta 44 (Provveditorato agli Studi), in via Borgovico.

Volendo visualizzare i trasferimenti, questo è, con le dovute approssimazioni, il risultato.

Se si eccettua la Direzione del Lavoro di via Bellinzona, si tratta di sedi tutte attualmente dislocate all’interno della città murata e nel suo immediato intorno (ambito CT1 secondo il PGT vigente) o entro il tessuto urbano consolidato più prossimo al centro storico (ambito CV1).

Altrettanto evidente è che l’atterraggio di tali funzioni è collocato in un’area al margine sud/est del tessuto edificato della convalle, a ridosso della chiusura dello sviluppo urbano segnato dagli assi di collegamento con Milano (via Napoleona) e con Lecco (via Oltrecolle).

Ferma la positività di una razionalizzazione della spesa pubblica, la circostanza non è indifferente ai fini urbanistici.

Positività della nuova collocazione

La nuova collocazione all’interno della Caserma De Cristoforis di Prefettura, Direzione Territoriale del Lavoro, Archivio di Stato, Agenzia delle Entrate, Commissione Tributaria Provinciale, Questura e Polizia di Stato consente senza alcun dubbio di rivitalizzare un complesso immobiliare di grandi dimensioni e di difficile ricollocazione sul mercato immobiliare.

Non solo.

L’innesto di una massa critica di funzioni pubbliche può determinare l’attivazione di un processo virtuoso in tutto il quadrante sud del quartiere, facilitando il recupero delle diverse aree dismesse presenti a ridosso dell’asse viario della Napoleona: ex Lombarda, ex Pastificio, ex tintostamperia Napoleona, ex tintostamperia val Mulini — Due Ponti.

E ancora.

Il trasferimento degli uffici in Caserma offre anche una occasione straordinaria: quella legata alla aggregazione degli archivi del Comune di Como, dispersi in varie sedi, alcune delle quali destinate ad essere alienate, insieme al corpo straordinario degli archivi dell’ex ospedale psichiatrico del San Martino.

La richiesta da parte del Comune di un simile intervento come standard qualitativo va sostenuta presso l’Agenzia del Demanio e condivisa con la città.

Importanza delle sedi attuali

Ciò detto, non può restare indifferente la circostanza dell’allontanamento di tali funzioni dal centro storico e dalle sue immediate vicinanze.

Le posizioni attuali concorrono infatti nell’assicurare al tessuto edificato della convalle una pluralità di funzioni qualificanti ed una attrattività proprie di un comune capoluogo di Provincia, determinando nel contempo una fruizione generalizzata del territorio più prossimo al centro storico.

La mixitè della città murata è (anche) il frutto di una politica urbanistica che dagli anni ’70 ha privilegiato l’impronta pubblica.

Tra gli assi portanti di un disegno descritto come “esemplare in tutta Italia negli anni successivi” (L. Benevolo, 2012) e a cui contribuirono nomi come Martinotti e Caniggia, c’era (e c’è) la presenza pubblica diffusa, rassicurante ed attrattiva per la residenza stabile tra le mura: gli innesti della nuova biblioteca di via Raimondi come la Casa Albergo per anziani di via Volta ne erano e sono un esempio.

Biblioteca comunale di via Raimondi e casa albergo di via Volta

Quella politica urbanistica non può essere dimenticata ed anzi, a fronte dei progettati trasferimenti, deve essere ancor più supportata, pena la perdita di progettualità generale a discapito della stessa valorizzazione degli immobili rilasciati.

Politiche di espulsione delle funzioni pubbliche dai centri storici in nome del mito della loro accessibilità sono, lo ricordo, discordi rispetto alle politiche urbanistiche delle città europee, che volutamente mantengono tali presenze lavorando piuttosto per implementarne la fruibilità. Si pensi a Nizza, che mantiene Prefettura e Tribunale nella Vielle Ville, o a Barcellona, dove nella splendida Plaça de Sant Jaume, in piena città storica, si fronteggiano Municipio e Palazzo del Governo della Catalogna.

Previsioni urbanistiche vigenti e stato delle urbanizzazioni

Il Documento di Piano del vigente PGT riconosce il complesso della Caserma militare De Cristoforis come un importante esempio di architettura militare e lo destina a spazi per attrezzature di interesse pubblico e generale.

Per raggiungere l’obbiettivo della riqualificazione in armonia con i fabbricati circostanti, in particolare con l’area dell’ex Tintoria Lombarda, il Documento di Piano chiede per l’ambito una progettazione unitaria, nell’ottica della ricucitura con l’adiacente quartiere della Società Cooperativa Edificatrice.

Piano di Governo del Territorio del Comune di Como, scheda Caserma De Cristoforis

La nuova collocazione, pur essendo classificata dallo strumento urbanistico come funzione pubblica all’interno del Piano dei Servizi, non è considerata un polo attrattivo.

PGT Comune di Como, Piano dei servizi, Tav. 01, Poli Attrattori.

La ragione è evidente: allo stato la caserma De Cristoforis ha cessato le funzioni originarie e non ne ha di nuove o quantomeno non ne sono state segnalate nel periodo 2012/2016 in cui il Comune di Como ha condotto un vasto processo di revisione della propria pianificazione urbanistica.

L’aggregazione delle nuove funzioni nello stabile esistente richiede quindi importanti riflessioni in termini di idoneità delle urbanizzazioni attuali con particolare riferimento all’accessibilità agli uffici sia da parte degli utenti che degli stessi dipendenti.

Poiché la collocazione della caserma De Cristoforis rispetto ai principali nodi di interscambio è diversa e certamente svantaggiata rispetto a quella delle sedi attuali, si tratta anzitutto di valutare quali spazi siano necessari in termini di parcheggi sia di servizio al complesso sia per gli utenti, nonché quali implementazioni del trasporto pubblico locale piuttosto che del sistema della mobilità ciclabile siano necessarie per supportare l’accesso sia dei dipendenti che del pubblico.

Proposta di Piano Generale del Traffico Urbano del Comune di Como: principali nodi di interscambio. In rosso la Caserma De Cristoforis.

E forse un pensiero al fatto che l’autosilo Valmulini è a un passo (una fermata lungo la via Napoleona) dalla Caserma De Cristoris dove arriveranno 700 persone andrebbe fatto.

Il quotidiano dei dipendenti pubblici

Non solo: siccome parliamo di oltre 700 dipendenti oggi disseminati in sette sedi, vogliamo non conoscere da dove vengono e con quali mezzi accedono? Così dispone, peraltro, il Decreto Ronchi sulla “Mobilità sostenibile nelle aree urbane” (Ministero dell’Ambiente, 27 marzo 1998) in tema di pianificazione degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente di imprese ed enti pubblici con più di 300 dipendenti per unità locale o con complessivamente oltre 800 dipendenti distribuiti su più unità locali. Per farsi un’idea: date un’occhiata al Piano spostamenti casa-lavoro di IKEA a Torino.

E ancora: i 700 dipendenti destinati al nuovo polo pubblico, in che misura utilizzano strutture scolastiche in città per i propri figli? Come la nuova collocazione può influenzare il loro quotidiano e quali misure possono essere studiate di concerto con l’amministrazione comunale per venire incontro alle loro esigenze?

Profili urbanistici del trasferimento di funzioni pubbliche

Sono domande a cui solo un approccio urbanistico a tutto tondo può cercare di dare una risposta, urgente per la sua parte.

Per le ragioni legate all’allineamento degli strumenti urbanistici ai parametri da fissarsi in tema di riduzione del consumo del suolo secondo la legge regionale n. 31 del 2014, il prossimo Documento di Piano non sarà infatti stilato prima del 2020 e non sarà operativo prima del 2022: in quel momento il trasferimento degli uffici pubblici nella Caserma De Cristoforis sarà operativo.

Se non vogliamo che la città arrivi impreparata, è necessario avviare subito una riflessione concreta sulle politiche urbanistiche legate alla presenza pubblica in città.

Accompagnare il disegno della Agenzia delle Entrate concordando con questa il potenziamento delle urbanizzazioni nel quartiere, tracciare la presenza pubblica nel centro storico e nelle sue adiacenze rafforzando l’esistente e programmandone quella futura. Scuola elementare di via Perti, Conservatorio, Pinacoteca, casa albergo di via Volta e Musei Civici sono solo alcune delle evidenze su cui lavorare, porzioni di un disegno complessivo da tenere sempre a mente.

La revisione del Piano dei Servizi approvata nel 2016 ha avviato la prima parte del processo: la successiva concretizzerà le progettualità del Documento di Piano del prossimo PGT, ma la direzione del solco va tracciata adesso.

I cambiamenti non sono in sé negativi o positivi: possono diventarlo nella misura in cui scegliamo di ignorarli o di non governarli.

La capacità di sostenere il confronto, la condivisione delle scelte e la consapevolezza della complessità degli scenari faranno la differenza.

--

--