foto Gin Angri

Ticosa: c’è una mostra da vedere e uno spazio da progettare.

1 aprile 2022

Lorenzo Spallino
Published in
3 min readApr 1, 2022

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Martedì 22 marzo 2022 è stata inaugurata, all’ex tintostamperia di via Val Mulini, la mostra “Ticosa: immagini di una storia dispersa”, che ripercorre 40 anni di storia cittadina nelle foto di Gin Angri.

Il video girato in occasione dell’inaugurazione

Invitato da Mauro Frangi, presidente di Confcooperative Insubria, a dire due parole introduttive, ho portato, come contributo, la sintesi di una chiacchierata con papà quando entrai in giunta nel 2012 e, con l’arch. Cosenza, cominciammo ad occuparci del tema. L’area era ancora nella disponibilità di Multi. A distanza di anni mi sembrano ancora attuali: anzi, il fatto dell’essere il Comune di Como riuscito a rientrare in possesso dell’area, forse le rendono ancora più interessanti.

1. La Ticosa non è un pezzo di città. È la città.

Fino a quando continueremo a definire la Ticosa come “un pezzo di città”, daremo la sensazione di pensare che sia qualche cosa che possa essere pensato e gestito autonomamente, in modo indifferente rispetto al resto del tessuto urbano. Le politiche urbanistiche del ^fare^ degli anni ’80 e ’90, indifferenti al resto del territorio, hanno prodotto — per l’appunto — la Ticosa. Quelle accusate di essere immaginifiche e teoriche, degli anni ’60 e ’70, hanno prodotto la tutela della Città Murata. Non dovremmo avere paura di replicare gli studi di Martinotti e di Caniggia prima di decidere cosa fare, senza rassegnarci all’idea che la Ticosa non abbia altro destino che un parcheggio.

2. La Ticosa non è un problema viabilistico. È la risposta viabilistica.

La soluzione viabilistica che proponeva Multi — e che spesso riappare nelle varie proposte che si sono succedute— assomigliava alle reti a strascico. Invece dei pesci, si drenava il traffico per portarlo nel parco commerciale. Se l’ottica è quella della progressiva chiusura del lungolago, la ^canna^ di viale Innocenzo avrà sempre più traffico. Questo dato è ineludibile. Soluzioni come queste non solo non eliminano la cesura con via Milano ma non risolvono le stesse problematiche viabilistiche che dichiara di risolvere. Altre soluzioni sono possibili, ma richiedono l’interramento della strada e la riduzione di viale Innocenzo alla dimensione immaginata da Gelmini. Una dimensione umana, dove una mamma con dei bambini può attraversare la strada senza essere angosciata dal tempo necessario per farlo.

3. La Ticosa non è un problema. È una risorsa.

L’asse di viale Innocenzo, lo dicono i dati di CCIAA, è la parte più innovativa della città, quella che vede collocarsi le nuove realtà imprenditoriali. Non è possibile ragionare sul futuro dell’area ignorando questo dato. La chiusura della Manica Lunga e il futuro sviluppo di Insubria daranno una ulteriore accelerazione al comparto. Abbiamo il dovere di immaginare soluzioni che accolgano i segni della evoluzione in atto.

4. La Ticosa non è un posto dove immaginare qualche cosa. È un posto dove immaginare.

La Ticosa è diventata nell’immaginario collettivo la spianata attuale. Se vogliamo dare il senso di una prospettiva dobbiamo cambiare radicalmente l’approccio visivo. Ci vorranno anni perché una soluzione attecchisca. Nel frattempo, dobbiamo immaginare soluzioni visivamente gradevoli che consentano la riappropriazione dell’area da parte della città e che permettano a tutti di immaginare. Anche un prato, come avviene a New York quando si abbatte un edificio per far posto a un grattacielo. Altrimenti davvero non riusciremo ad immaginare altro che un parcheggio.

5. La Ticosa non è un contenitore. È un contenuto.

Le proposte, le segnalazioni, le richieste vanno tutte bene. Ma poi spetta alla politica il dovere di progettare, evitando che il risultato sia la somma delle singole particolarità. Tra i faldoni dell’archivio di papà dedicati alla Ticosa ce n’è uno intitolato: “Casa europea della Cultura”. Gli anni ’70 avranno avuto molti difetti, ma non mancava il pregio della progettazione alta. L’augurio è che questa città ne riscopra il piacere indipendentemente dal colore di chi la amministra.

La mostra “Ticosa: immagini di una storia dispersa”, nell’ambito di Gener-azioni, è visitabile su appuntamento sino all’11 settembre 2022 (info).

Suggerisco caldamente l’acquisto del libro pubblicato per l’occasione: per chi non ha occasione di passare in libreria, qui il link sul Libraccio.

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