GRIP: un gruppo di difesa psico-immunitaria

Franco Bifo Berardi
2Grip
4 min readJan 19, 2022

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di Salvo Inglese

Foto di Loredana Boscolo

Il Gruppo di Ricerca Intercontinentale sulla Pandemia (GRIP) è stato inizialmente convocato nella seconda settimana di Marzo 2020 da Leonardo Montecchi, Psichiatra e psicoterapeuta, Direttore della Scuola di prevenzione “José Bleger” — Rimini.

Si riunisce on line sulla piattaforma ZOOM due volte alla settimana (mercoledì; sabato) e ciascuna sessione dura due ore (precise!). Le riunioni sono state interrotte solo durante brevi periodi concordati.
Esse sono state affiancate da alcune assemblee intercontinentali che hanno mobilitato l’interesse e la partecipazione attiva di individui, gruppi e collettivi implicati nei processi di mutamento ecosociale, locali e globali, precedenti, sincronici e proiettivi all’epoca della pandemia da COV-2 che potrebbe essere meglio inquadrata come costellazione sindemica (dove gli effetti puntuali e globali sprigionati lungo l’asse cronologico e quello spaziale non sono riconducibili a un solo agente perturbatore).

Il tema delle assemblee viene prescelto ed esplorato in base alla sua possibile forza di evento fenomenico emergente di interesse locale e globale. A quest’ultimo viene dedicato un supplemento di analisi e riflessione assembleare a cui potrebbero ispirarsi eventuali interventi trasformativi su uno o più ambiti (individuale, gruppale, comunitario, istituzionale, globale).
I partecipanti al GRIP parlano e si proiettano da vari paesi europei e americani nei rispettivi contesti geopolitici: Argentina, Belgio, Brasile, Cile, Italia, Messico, Spagna, Svizzera, Uruguay….

Il GRIP è un collettivo multidisciplinare aperto a ogni apporto epistemico ed è composto da antropologi, artisti, educatori, filosofi, medici, pedagogisti, psicoanalisti, psicologi, psicoterapeuti, sociologi,…

Lo svolgimento delle sessioni viene inaugurato dall’invito dell’organizzatore a prendere la parola intorno a uno o più temi non predeterminati. Ogni locutore sviluppa quello che ritiene significativo al momento della sua presa di parola, associando liberamente le proprie idee a quelle degli altri durante l’interazione comunicativa.
I discorsi del GRIP avvengono ormai stabilmente in italiano e in spagnolo, ma il locutore ha facoltà di impiegare la lingua che preferisce e può passare dall’una all’altra secondo la propria intenzione o ispirazione (nel corso delle assemblee alcuni hanno impiegato anche il francese).

Non vengono adottati supporti elettronici o di altra natura per registrare e fissare i discorsi che, pertanto, restano iscritti solo nella memoria vivente dei partecipanti.
I discorsi non seguono un piano preordinato né guidato ma scorrono come un flusso ideativo e immaginativo durante ogni seduta. Non è pertanto escluso che alcuni argomenti vengano ripresi in sedute successive anche a distanza di tempo.

Si possono individuare alcune fasi costanti dell’interazione gruppale:

1. saluti scambiati tra i partecipanti; riferimenti al luogo da cui si parla;

2. dichiarazione di condizioni soggettive riguardanti la persona del locutore; ad esempio, lo stato di salute fisica o ambientale;

3. richiamo a eventi significativi, vicini e lontani, che hanno interessato o interessano il locutore;

4. collegamento agli interventi dei locutori precedenti da parte di colui che prende la parola;

5. non viene fissato un limite alla durata di ogni intervento ma tutti cercano di favorire la circolazione della parola tra i partecipanti alla sessione i quali possono decidere di non esprimersi quando giunge il loro turno di parola; viceversa un locutore può chiedere di intervenire dopo quello precedente, in base all’immediatezza con cui ha il piacere o sente il bisogno di esprimersi;

6. la sessione si chiude con l’invito a partecipare a quella successiva (a distanza di una anno e mezzo ogni sessione continua a coinvolgere, in media, 15–18 partecipanti).

In favore dei partecipanti alle sessioni, il GRIP funziona anche come un dispositivo strutturato, ormai collaudato ed efficace, di profilassi mentale.
Esso è al tempo stesso, una realtà sociale e una dinamica interattiva sperimentale che ha trasferito i corpi pensanti e agenti all’interno di una rete elettronica in grado di promuovere e facilitare partecipazioni sensoriali e cognitive altrimenti impensabili, progressivamente meglio controllabili secondo intenzione condivisa e finalizzata alla salvaguardia della salute globale.
Questo dispositivo sembra originale (forse addirittura originario: equivalente a una sorta di fondazione antropologica) poiché configura una prassi sociale reale (manifesta), ma animata da una teoria soggiacente (latente) non ancora esplicita né formalizzata.
Tale teoria è forse ancora sottoposta alla centrifuga dell’ideazione creativa prodotta da un collettivo particolare da concepire, a sua volta, come un emergente del processo in corso attraverso i vari generatori del divenire mentale (ambiti).
Non solo: grazie alla circolazione di pensieri, modelli d’azione, fantasie all’interno di questo collettivo virtuale, il GRIP permette ai partecipanti, quando si ricollegano alle loro reti sociali concrete, di fronteggiare le congiunture critiche, individuali e collettive, determinate dalla diffusione planetaria del COV-2 che, nonostante la costruzione di difese vaccinali efficaci, continua a generare sindromi cliniche e sociali multiformi e gravi, ormai passate dalla fase acuta a quella cronica.

In questo senso, il GRIP e dispositivi affini o risonanti con esso (assemblea) funzionano come nuovi strumenti e strategie di salute pubblica alimentati dalla forza-invenzione di collettivi competenti, autoconvocati e autodeterminati…

Pertanto, la logica proiettiva del dispositivo GRIP dovrebbe essere quella di una sua articolazione più ampia e della sua disseminazione tra i collettivi esistenti o in via di formazione che, eventualmente, patiscano fasi di sofferenza o di stallo concettuale e operativo.

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Franco Bifo Berardi
2Grip
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born in 1949, based in Bologna, phd in philosophy, writer