Pensare insieme è il vaccino contro il panico

Franco Bifo Berardi
2Grip
3 min readFeb 2, 2022

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di Franco Berardi

Foto di Loredana Boscolo

Dall’inizio della sindemia GRIP si è dedicata a captare le traiettorie del collasso sociale e della sofferenza, le line di faglia dell’inconscio collettivo, con l’intenzione di cogliere le linee di emergenza di un possibile nascosto dalla lunga (interminabile?) agonia del capitalismo.

La dinamica virale si svolge caoticamente attraversando e intricando fra loro diversi livelli della vita sociale: il bio-virus prolifera nell’organismo fisico ma poi si trasferisce nella sfera del discorso pubblico e privato, circola come info-virus seguendo la logica dei media, ed infine si insinua nella sfera psichica, producendo nell’inconscio collettivo i suoi effetti più profondi, e forse più durevoli.
Dobbiamo avere in mente questo ciclo nella sua completezza se vogliamo comprendere qualcosa del caos che si sta diffondendo, se vogliamo continuare a pensare nel caos. Pensare insieme è l’unico vaccino contro il panico.
Negli ultimi mesi del 2021, da un’area geografica in cui la privatizzazione del sapere vaccinale ha creato condizioni favorevoli per la circolazione del virus, è arrivata la variante Omicron. L’Organizzazione mondiale della Sanità aveva avvertito i paesi più ricchi: accaparrare tutte le fialette non è una buona politica. E molti paesi, tra cui proprio il Sud Africa, avevano firmato una petizione: rinunciate ai diritti di proprietà sulle licenze, lasciateci liberi di produrre il vaccino. Ma i ricchi del mondo hanno fatto finta di non sentire e il virus li ha puniti.

Pare che la variante si diffonda con la velocità di un fuoco di foresta.

Ecco allora che, per quanto la letalità del virus sia molto diminuita.si diffonde un allarme forse sproporzionato. Poiché il virus è l’ente caotico per eccellenza, la sua circolazione istituisce una condizione di perfetta indecidibilità.
E così, un anno e mezzo dopo il primo lockdown, che nella primavera del 2020 paralizzò per due mesi la formicolante industriosità del pianeta, il silenzio è sceso di nuovo sulle metropoli del mondo. Questa volta è un silenzio più cupo, anche se non si sentono le sirene delle autoambulanze, anche se la gente muore di meno. La percezione diffusa è che siamo diventati ostaggi di una paura che si riproduce esaltando il pericolo.
La ricomparsa del virus ha fatto scattare un automatismo psichico: paura di rinunciare alla paura per effetto di un trauma che non abbiamo elaborato collettivamente.
I media fanno il loro lavoro, che è quello di catturare l’attenzione, ripetendo ossessivamente le immagini della malattia, del pericolo, così amplificando l’effetto che genera panico.
Il panico si manifesta quando gli eventi essenziali per la sopravvivenza sono troppo veloci e caotici per poterli governare, per poterli comprendere in modo esauriente.

Nei movimenti di folla, nelle concitate diatribe senza capo né coda che attraversano l’infosfera impazzita, nel bombardamento di cifre di positivi ricoverati deceduti guariti si percepisce il panico.
Il panico prolifera, come proliferano i virus.
Allora ci siamo chiesti, come antropologi, come psichiatri, come psicoanalisti e come intellettuali: come si affronta il panico?

Deleuze & Guattari scrivono nell’ultimo capitolo di Cos’è la filosofia? che il caos può essere un avversario devastante, ma può essere anche un amico e un alleato. Chi fa la guerra al caos è destinato a perdere perché il caos si alimenta della guerra. Dunque occorre comprenderlo e pensarlo, il caos, perché ogni tentativo di combatterlo lo alimenta.
Comprendere non significa dotarsi di una spiegazione definitiva da brandire dogmaticamente contro altre spiegazioni definitive.
Pensare non ha niente a che fare con credere, anzi forse pensare significa liberarsi dalla fede, che sia fede nella potenza della volontà o fede nel determinismo, nella tecnica salvatrice o nel malefico complotto.

Pensare insieme è il vaccino contro il panico.

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Franco Bifo Berardi
2Grip
Writer for

born in 1949, based in Bologna, phd in philosophy, writer