Hai visto la mia mamma?

Ero un bimbo in attesa.

Tony Balbi
3 Minutes Short Stories

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Quando ero bambino, all’età di quattro anni circa, come tutti i bambini andavo all’asilo. Ricordo che quando mamma mi accompagnava ero sempre triste, non volevo andarci, non volevo staccarmi da lei.

Perché mi porti qui? Non puoi tenermi con te? Sarò buono!

Poi quando il pomeriggio mi veniva a riprendere non volevo andar via perché stavo giocando e mi stavo divertendo un sacco.

Nonostante questo, per due mesi, ho passato le prime due ore della mattinata seduto sulla mia sediolina davanti l’ingresso della scuola materna. Mi mettevo lì e guardavo fuori, aspettavo che mamma tornasse, come un cagnolino aspetta il padrone fuori dal supermercato.

Per due ore ogni mattina il mio mondo è stato quello scorcio di strada che vedevo dalla porta a vetri. Ad ogni auto che passava mi agitavo, ad ogni passante mi alzavo per vedere meglio. Speravo sempre fosse mamma. Lei però non passava, allora sottoponevo ad interrogatorio ogni persona che entrava: Hai visto la mia mamma?

La risposta era sempre la stessa: No, bello. Non l’ho vista. Al massimo poteva essere più completa, con l’aggiunta di Perché non vai a giocare? Sono sicura che la mamma arriva presto!

Bugiardi!

Alcune volte, quando mi rispondevano di non averla vista, chiedevo: Ma sei sicura che la conosci la mia mamma? E’ bionda, alta e molto bella. Altre volte invece, quando mi dicevano di conoscerla mi raccomandavo: Se la vedi, le dici che io la sto aspettando?

Ero un bambino in attesa e come allora, gli ultimi mesi della mia vita sono passati aspettando. A volte mi immaginavo seduto davanti il portone del mio palazzo a chiedere alle persone se avessero visto Viviana. Era così che mi sentivo: sapevo che non sarebbe tornata ma non riuscivo a non aspettarla, non riuscivo a non sperare.

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Tony Balbi
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Sono un creativo pubblicitario. Qui scrivo a ruota libera. Dopo “Free Willy”, “Free Wheel”.