Parlare di Smart Cities non è come farle

17 dicembre 2016

Lorenzo Spallino
2012/2017
Published in
4 min readFeb 10, 2017

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Ieri pomeriggio abbiamo presentato alla stampa la prima parte dei risultati di #ComoSc2.

Vediamo se riusciamo a “farla semplice”, come si dice.

Cos’è #Como Sc2?

ComoSc2 è un progetto che raccoglie e analizza i dati digitali generati a Como da tre fonti: social (Twitter, Instagram), rete pubblica dati (wi-fi pubblico), telefonia mobile (TIM) e apparati Iot (telecamere stereoscopiche posizionate in piazza Duomo).

Chi c’è in Como Sc2?

Il progetto è stato avviato da settore Servizi Informatici del Comune di Como, in collaborazione con il gruppo di Data Science del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (Deib) del Politecnico di Milano che svolge ricerche multidisciplinari avanzate su metodi, tecnologie e strumenti per Big Data e Data Science. Insieme all’amministrazione comunale e al Politecnico, sono in campo la Fondazione Politecnico, Fluxedo — una start up del Politecnico incubata in ComoNext — il Tim Joint Open Lab di Trento, il laboratorio i3 della Fondazione Bruno Kessler e il Teatro Sociale di Como. Il Politecnico, sostenuto e finanziato dalla Fondazione Politecnico grazie anche ai contributi ricevuti dai suoi partecipanti e fondatori, in particolar modo quelle del partecipante Steriline, Fluxedo, Tim e la Fondazione Bruno Kessler sono finanziate da un progetto europeo EIT Digital (la divisione Digital dell’European Institute of Innovation and Technology).

Cosa è emerso dall’analisi dei dati?

I dati presentati ieri sono stati ovviamente svolti in forma semplificata. Li stiamo analizzando e pensiamo per fine gennaio di presentarli alla città all’interno di un rapporto più generale che contenga anche le azioni (decisioni) che una pubblica amministrazione deve (può) avviare alla luce dei dati raccolti.

Qualche dato che è emerso in conferenza stampa, nell’illustrazione del prof. Della Valle, docente di Data Science presso il Politecnico di Milano. Ad esempio che l’8 dicembre da piazza Duomo, per la Città dei Balocchi, sono passate 80mila persone, che nel mese di settembre in città arrivano meno svizzeri e aumentano, invece, tedeschi e francesi e che nei fine settimana di luglio per gli stranieri prevalgono svizzeri, tedeschi e francesi e per gli italiani i milanesi. Che il wi-fi a Villa Olmo è molto utilizzato, segno di una scelta corretta di implementare il servizio là dove non è disponibile, come fortissima è l’attrattività della diga foranea in fondo alla quale si trova il monumento di Daniel Libeskind. Che la frequentazione della città è molto segmentata a seconda delle età e della nazionalità delle persone, cosa che dovrebbe suggerire molto in tema di composizione del calendario degli eventi, per fare un esempio banale. Che tutto ciò che ruota attorno a brand lago di Como ha una straordinaria forza attrattiva per i turisti stranieri, che sono felici di condividere le loro foto e i loro tweet, generando così una attrazione ancora più forte. Che la città e le nuove piazze piacciono.

Cosa si può fare con questi dati?

Como SC2 è un progetto di Digital Trasformation (il termine “Digital Transformation” è usato per indicare la capacità delle imprese/pubbliche amministrazioni di trasformare radicalmente i propri processi migliorandone i risultati, grazie all’uso della tecnologia) che si propone di sviluppare, implementare, testare e validare nuovi servizi digitali. Oggi Social media, Internet of Things (IoT), Wi-Fi pubbliche, reti telefoniche e log di applicazioni mobile consentono di misurare quante e quali persone arrivano, sostano ed escono da una certa area e questo può aiutare, di conseguenza, a quantificare e misurare gli effetti delle decisioni urbanistiche sulla vita della città. Queste stesse informazioni possono poi essere utilizzate anche per il marketing territoriale, i distretti urbani del commercio e le attività commerciali (negozi, bar) ma anche Musei, Teatri e organizzatori di eventi.

E la privacy?

Tutti i dati erano anonimizzati e l’elaborazione è avvenuta già su dati anonimi, così come previsto dalle recenti norme europee in termini di privacy e dal Garante italiano. Tre i livelli di dettaglio che sono stati analizzati: il livello della città, della piazza/strada e infine quello del luogo d’interesse. Quanto all’elaborazione, essa fornisce il numero delle persone presenti quel giorno e a quell’ora, il numero di donne/uomini, l’età, la provenienza (turisti/cittadini) e la tipologia (in base al contratto telefonico privati/business). Per quanto riguarda il livello della piazza/strada le telecamere hanno effettuato le analisi numeriche in uno spazio aperto, quello di piazza Duomo, registrando tutte le presenze. Il tipico percorso delle persone, sempre in forma aggregata, è stato seguito attraverso il collegamento con le reti pubbliche di wi-fi. Per i dati la città è stata suddivisa in 7 “celle”, la città murata, la sponda del lago di Villa Geno, la sponda del lago di Villa Olmo, la zona industriale, Brunate e la zona legata all’università e al business.

C’è qualche cosa di simile altrove?

No. Non c’è. Como dovrebbe esserne orgogliosa.

La prima scommessa crediamo di averla centrata. Individuare i dati da osservare non era facile ma ci siamo riusciti e abbiamo a disposizione una banca dati rispetto all’attrattività della città notevole. Certo, il vero lavoro comincia ora perchè questi risultati dovranno essere messi a confronto con le decisioni dell’amministrazione rispetto ai settori che avevamo individuato e cioè alla pianificazione urbanistica, al commercio, all’occupazione dello spazio pubblico, ai flussi di turisti e al calendario degli eventi. Per fine gennaio gli uffici comunali potrebbero già essere in grado di trarre le prime conclusioni. Tra l’altro questo lavoro rende possibile creare un modello gestionale d’esempio per altre realtà.

In attesa di vederci a gennaio, date un’occhiata a qualcuna delle slide del prof. Della Valle nelle immagini in alto.

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