PA digitale: le priorità del 2018

Antonio Samaritani, Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale

Accompagnamento, armonizzazione e accelerazione, le parole che ci porteremo nel 2018. Una tripla A, AAA, un rating che premia chi genera valore e una buona dose di “future-thinking”.

Il 2017 rappresenta innegabilmente un punto di svolta per il percorso di crescita digitale del Paese. L’approvazione del Piano Triennale — che declina un’impostazione strategica ampia, sinergica e funzionale capace di tradursi in azioni e obiettivi — segna concretamente l’avvio di una fase nuova che accompagnerà la Pubblica amministrazione nella risposta a bisogni ed esigenze di cittadini e aziende che cercano di rapportarsi con una burocrazia più leggera ed efficiente.

Il percorso di sviluppo del Piano, approvato a giugno dal Presidente del Consiglio e scritto in sinergia con il Team per la Trasformazione digitale di Diego Piacentini, vede la realizzazione pratica di molte azioni attese da tempo.

Come l’avvio del censimento del patrimonio ICT, strumento che dà il via ad un grande progetto di razionalizzazione dei data center pubblici permettendo di ridurre costi di gestione, di uniformare e migliorare la qualità dei servizi offerti, fotografando l’esistente e introducendo il ruolo dei PSN, Poli strategici nazionali, spina dorsale delle infrastrutture materiali di Paese.

Nel Piano trova evidenza anche il lavoro di rafforzamento delle piattaforme immateriali (come l’identità digitale o i pagamenti elettronici) che si inserisce sempre più in una cornice europea grazie alla pre-notifica italiana di SPID nel contesto di eIDAS, il regolamento europeo che prevede l’interoperabilità delle identità digitali. Un passaggio che consentirà ai cittadini di utilizzare SPID — oggi utilizzato da quasi due milioni di persone — per accedere ai servizi transfrontalieri.

Oppure l’avvio di SIOPE +, che introduce uno standard unico a livello nazionale per il pagamento dei fornitori della PA e completa la digitalizzazione del ciclo passivo dei pagamenti delle amministrazioni portando a conclusione questa prima fase di consolidamento delle “infrastrutture del XX secolo”.

In questo percorso di modernizzazione, la Pubblica amministrazione può e deve diventare anche un’importante dimensione di accelerazione, anticipando la trasformazione del contesto che la circonda.

Un esempio che esprime a pieno questo paradigma è l’evoluzione del Cert-PA — la struttura dedicata al trattamento degli incidenti di sicurezza informatica delle pubbliche amministrazioni — che ha incominciato a valutare i rischi sempre più frequenti di attacchi informatici secondo un approccio preventivo e non più esclusivamente con azioni reattive, utilizzando in maniera intelligente tool automatici di analisi delle minacce.

La conclusione di questo pezzetto di strada, avviato con l’individuazione delle azioni prioritarie contenute nel piano Crescita Digitale e proseguito con l’ideazione del Piano Triennale, ci permette di concentrarci sulla strategia di attuazione di quelle direttrici che siamo riusciti a trasformare in grammatica comune.

La partita che ci accingiamo a giocare ha l’obiettivo di fortificare il nostro modello e i suoi contenuti attraverso un lavoro di aggregazione e tessitura che ci permetterà di contrastare la tendenza alla frammentazione che ancora oggi frena la possibilità di sfruttare a pieno i benefici della crescita digitale.

Per evitare di misurarci con la disaffezione dei territori, per marcare una differenza sostanziale rispetto al passato in termini di consapevolezza e responsabilità, non possiamo più contemplare “rilanci”: nessuno dovrà rimanere indietro.

Il lavoro di aggregazione dei territori è fondamentale per evitare contrapposizioni e per far crescere il Piano ripartendo dai bisogni e dalle peculiarità di tutti gli attori istituzionali coinvolti e dei cittadini, nostri destinatari finali. Per questo gli accordi di dettaglio sui “piani digitali” delle singole regioni sui quali siamo al lavoro ci permetteranno di fare un passo in più verso un’attuazione realmente pervasiva dei contenuti del Piano. Un lavoro sartoriale, di cucitura, che dovrà esaltare le peculiarità dei territori colmandone le eventuali carenze al fine di evitare il riproporsi di squilibri.

Questa la priorità dei prossimi mesi che, grazie all’irrinunciabile pratica dello “sguardo lungo”, si intersecherà con percorsi di confronto e sperimentazione dei nuovi scenari come ad esempio il lavoro fatto in questi anni per la diffusione del PCP (pre commercial procurement), che ci ha permesso di “allenare lo sguardo” rispetto alla comprensione del valore del procurement quale possibilità di confronto innovativo, che abilita nuove modalità di ricerca e rapporto con il mercato.

Oppure il lavoro della Task force sull’intelligenza artificiale, attraverso la quale stiamo provando ad instillare nel quotidiano gli elementi di una sfida che diventa impellente per la sua urgenza; una sfida che — come fu per l’avvento delle tecnologie agli inizi del XX secolo — incide trasversalmente sul settore produttivo, su quello politico e sociale tanto da sgretolare le rigide separazioni alle quali ci ha abituato il passato.

Quale sarà la politica dei dati del futuro? Quali le ripercussioni etiche? Qual è il ruolo del pubblico di fronte alle grandi piattaforme multinazionali? Queste sono alcune delle domande alle quali vorremmo contribuire a rispondere con l’aiuto di tutti, attraverso un approccio sistemico e multidisciplinare.

Accompagnamento, armonizzazione e accelerazione sono le parole che ci porteremo nel 2018. Una tripla A, AAA, un rating che premia chi genera valore. Con una buona dose di “future-thinking”, per fare in modo che il pubblico non arrivi con il fiato corto, senza soluzioni di fronte alle sfide di una società che cambia in fretta.

Abbiamo molto da fare; buon anno e buon lavoro a tutti noi.

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