Quando SPID ti salva il colloquio: la storia di Francesca tra Italia e Regno Unito

Progetto FICEP — Area Trasformazione digitale AgID

Ecco come una giovane ricercatrice italiana è riuscita a ottenere in pochi giorni la documentazione utile per sostenere un colloquio all’Imperial College di Londra.

Grazie al Regolamento eiDAS e all’omonimo nodo italiano, con SPID e carta d’identità elettronica è possibile cominciare ad accedere ai primi servizi digitali dei Paesi europei risparmiando carta e tempo.

Ti sei da poco trasferito nel Regno Unito. Dopo mesi di ricerca, finalmente hai trovato una buona offerta di lavoro presso l’Imperial College, prestigiosa università londinese. L’affitto è caro, gli amici mancano sempre un po’ così come un bel piatto di pasta, ma le prospettive di crescita professionale lasciano ben sperare.

Da giphy.com

Dopo anni di sacrifici sui libri non ti sembra vero: hanno accettato proprio la tua candidatura e adesso vogliono convocarti per un colloquio.

Peccato che manchi quel documento indispensabile per poterti presentare davanti alla commissione: il certificato carichi pendenti (DBS check, in inglese). Nel Regno Unito tutti i datori di lavoro lo richiedono tassativamente.

E qui entra in gioco eIDAS: il nodo che rende interoperabili le identità digitali europee e che ti consente di ottenere il tuo certificato semplicemente con un click.

Oggi se Francesca porta avanti le sue ricerche nei laboratori dell’Imperial College è anche un po’ merito di questo regolamento.

“Prima non ne conoscevo minimamente l’esistenza”, ammette.

Francesca Romana Piccioni, la protagonista della nostra storia

34 anni, romana, da gennaio residente nel Regno Unito, Francesca è una ricercatrice biomedica, uno dei tanti cervelli che lascia l’Italia per trovare nuove opportunità all’estero: passata nel giro di pochi mesi a districarsi dalla burocrazia italiana a quella britannica (“non meno complessa, a dispetto di quello che si pensi”, dice ridendo).

eIDAS è stato il suo lasciapassare per il colloquio di lavoro.

Già, perché attraverso il login eIDAS Francesca è riuscita ad autenticarsi con SPID sul sito del Governo inglese e a procurarsi il suo certificato carichi pendenti nel giro di una settimana.

Senza bisogno di tornare in Italia, prendere aerei, sobbarcarsi file e domande in carta bollata spedite per posta.

“L’università mi aveva convocato per il colloquio e io dovevo urgentemente procurarmi il certificato carichi pendenti, requisito obbligatorio per poter partecipare alla selezione. Ho cominciato a consultare il sito del Governo inglese per capire come fare. Ero molto preoccupata di non riuscire a ottenere la documentazione nei tempi”, ricorda Francesca.

Poi improvvisamente la sorpresa. “Mentre guardavo il sito, vedo il simbolo della bandiera italiana e di quella tedesca e la scritta in sovrimpressione Login with eiDAS. Ci clicco sopra e scopro che posso accedere al modulo di richiesta del documento carichi pendenti con SPID, la mia identità digitale”.

“Qui nel Regno Unito sono abituati a concludere tutte le operazioni online: dai pagamenti alle iscrizioni alle scuole, alle prenotazioni di visite mediche. Devo dire che per una volta tanto mi sono sentita tecnologicamente all’avanguardia”, racconta ridendo, lei ritrovatasi improvvisamente a vestire i panni della nativa digitale.

L’Italia insieme alla Germania è stato trai i primi Paesi europei ad aver completato il percorso di notifica dei propri sistemi di identificazione elettronica.

Su eid.gov.it è disponibile un aggiornamento costante dei Paesi che si sono agganciati al nodo eIDAS

Ciò significa che i Paesi membri dell’Unione che hanno già aderito al nodo sono tenuti a rendere fruibili i loro servizi digitali ai cittadini italiani dotati di SPID, e prossimamente, anche a quelli provvisti di carta d’identità elettronica. Analogo diritto hanno i cittadini di tali Stati con riferimento ai servizi digitali italiani, accedendo con le credenziali di autenticazione rilasciate dai propri Paesi e notificate a norma del Regolamento eIDAS.

Attualmente i Paesi che si sono agganciati al nodo eIDAS italiano, realizzato grazie al progetto CEF-FICEP dell’Agenzia per l’Italia Digitale in collaborazione con il Politecnico di Torino, Infocert e Tim, sono: Regno Unito, Slovacchia, Austria, Danimarca, Lussemburgo, Lettonia, Slovenia, Olanda, Malta, Spagna, Estonia, Svezia, Grecia, Belgio e Norvegia.

Il numero è in costante aumento e gli altri Paesi che non hanno ancora aderito stanno via via procedendo a collegarsi al nodo per consentire l’effettiva fruibilità dei propri servizi.

Ma come sarebbe andato il colloquio di Francesca senza SPID?

Dimenticate pc e smartphone. Mettetevi in coda al desk dell’aeroporto e attendete il volo per Roma.

Arrivate a casa, presentatevi in Procura con il documento d’identità, armatevi di pazienza e buona volontà e preparatevi ad affrontare una fila interminabile e a compilare i moduli di richiesta.

“Grazie signorina, le invieremo tutto”.

Ora preparatevi ad aspettare una settimana, due settimane, tre settimane.

“Anche un mese di tempo”, risponde Francesca, “I miei datori di lavoro mi hanno confermato che sono procedure molto lunghe”.

Con SPID invece tutto è più semplice.

  1. Vai sul sito del Governo Inglese
  2. Clicchi sull’area dedicata alla richiesta certificato carichi pendenti
La schermata del sito gov.uk
  1. Effettui il login with eIDAS
  2. accedi con SPID ai moduli
  3. inserisci il tuo National Insurance Number (una sorta di codice fiscale inglese, ndr) e il tuo indirizzo di residenza
  4. ricevi un numero di protocollo che ti permette di tracciare direttamente sul sito del Governo inglese lo stato di avanzamento della tua richiesta

Risultato?

In una settimana trovi il certificato carichi pendenti nella tua cassetta della posta e puoi presentarti al colloquio: questa la storia di Francesca. Lei che SPID lo conosceva solo per uno spot che aveva distrattamente guardato in televisione.

“Ora so che è utilissimo è che può veramente fare la differenza”.

Anche per ottenere una interview all’Imperial College.

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