Come ho creato un’app di successo senza avere la minima idea di cosa stessi facendo

La storia di come ho costruito un’app da 3 milioni di download in 2 settimane e generato un salario fisso senza essere uno startupper™.

Antonio Giarrusso
14 min readMar 9, 2016

Odio la matematica.

Era la fine di Maggio 2009. Ero al secondo anno di Ingegneria Civile e avevo ancora 4 dannati esami di Analisi davanti a me. Avevo sempre odiato la matematica. Non credo che fosse un’avversione verso la materia, che invero trovavo interessante, ma era probabilmente una inconscia ostilità verso chi mi aveva insegnato la materia anni prima. Al Liceo, infatti, l’insegnante di matematica mi aveva preso di mira e ogni giorno, prima di poggiare il piede all’interno dell’aula e prendere le presenze, avreste potuto metterci la mano sul fuoco che le prime parole che avrebbe pronunciato sarebbero state: “Giarrusso. Alla lavagna”. Magari aveva visto del potenziale in me e cercava di spronarmi a studiare. Oppure semplicemente le ero antipatico. Ad ogni modo potete star certi che, se foste entrati nella mia classe durante l’ora di matematica, io ero alla lavagna a combattere con calcoli e teoremi, odiandone ogni singolo momento.

Comunque, tornando all’Università, quegli esami di Analisi mi mettevano tremendamente paura. Dovevo trovare un modo per imparare e ripetere, facilmente e velocemente, senza dover portare sempre con me i giganteschi libri di Analisi Matematica. In quel periodo, inoltre, iniziava a diffondersi anche in Italia un nuovo fantastico smartphone. Si chiamava iPhone. E la cosa più interessante di questo dispositivo era una minuscola, piccolissima app, chiamata AppStore. Era lì, installata su tutti i dispositivi, ed era nata solo qualche mese prima. Questa app permetteva di scaricare altre app. Lo so, ora è una cosa scontata, ma nel 2009 era una figata pazzesca. La cosa più interessante, tuttavia, erano le notizie che circolavano in rete in quei giorni: gli sviluppatori diventavano milionari creando applicazioni dalla dubbia utilità. A questo punto potete immaginare la tipica lampadina che compare sulla mia testa e che, improvvisamente, si accende. Non ero un informatico e non ero uno sviluppatore, non avevo mai sviluppato realmente un programma. Ero solo appassionato di tecnologia, avevo programmato un po’ con Pascal al Liceo e mi divertivo a creare giochi con RPG Maker o The Games Factory. Tutto qui. Ma se gli altri ci riuscivano, perché non provare?

Trovare l’idea.

Questo è forse lo scoglio più grande che incontra chi ha come obiettivo il mero denaro. Qual è l’idea che mi fa guadagnare più soldi? Cosa può interessare alle persone? Per me, questo problema, non si è posto. Almeno non subito. Inizialmente il mio obiettivo era, semplicemente, imparare. Non volevo creare l’app che avrebbe cambiato il mondo e non volevo diventare improvvisamente milionario. Volevo imparare a creare un’app nel minor tempo possibile. Tutto qui. E dovevo partire da zero.

La prima cosa da fare era scegliere cosa sviluppare. Non ho guardato il mercato o chiesto ad altre persone cosa volessero. Ho semplicemente pensato alle mie esigenze, ai miei problemi, e cosa avrei potuto creare per migliorare la mia vita. Qual era il mio problema in quel momento? Probabilmente.. superare gli esami di Analisi. Cosa avrei potuto creare per risolvere questo problema? Un’app con delle calcolatrici.. o un formulario.. o magari.. entrambi! Quindi, in meno di 10 minuti, avevo deciso: un’app che contiene un formulario di matematica e delle calcolatrici. Semplice, veloce e utile. Iniziai a disegnare delle bozze dell’app, spesso anche durante le lezioni.

Una bozza dell’app sul quaderno di Scienza delle Costruzioni… hey avete idea di quanto sia noiosa la materia?

Dovevo solo iniziare a sviluppare. Ok, ma da dove avrei iniziato? In quei giorni, purtroppo, i libri (per neofiti) sulla programmazione per iPhone scarseggiavano. Anche su internet c’erano poche guide e Stackoverflow non aveva ancora abbastanza risposte a tutte le mie domande. Non avevo davvero la minima idea su come rendere reale ciò che si trovava nella mia testa. Tuttavia, Andrea Busi, un giovane sviluppatore italiano, stava guardando con interesse a questo mondo e iniziava a pubblicare tutorial sull’argomento. Molte sue guide erano relative alla programmazione pura, in Objective-C, che per me risultava davvero ostica. Iniziai a perdere l’entusiasmo iniziale, sembrava tutto troppo difficile e troppo grande per me. Ma una guida attirò la mia attenzione, si intitolava: “UIWebView: create un vostro mini-browser!”. Avevo già un po’ di esperienza con HTML e CSS, in quanto avevo creato diversi siti web in passato. Magari avrei potuto creare un mini sito web da includere in un’app? Sarebbe stato più semplice e veloce che imparare Objective-C, anche se non avrebbe avuto la stessa qualità. Iniziai a lavorare con Dashcode, una utility fornita da Apple che permetteva di creare pagine web con estrema facilità. Lavoravo sul progetto a casa e in facoltà, per diverse ore al giorno. In circa 2 settimane, l’app era completa. La grafica era spartana ed era chiaro che non fosse un’app nativa. Ma funzionava, avevo imparato qualcosa, e l’app non era neanche tanto male.

Oggi avremmo detto che la prima versione dell’app era un perfetto Minimum Viable Product.

Non volevo creare una startup (non era ancora una moda all’epoca), non avevo validato la mia idea, non avevo fatto un business model canvas, non sapevo cosa stavo facendo e cosa rappresentava realmente ciò che avevo creato. Ma mi piaceva. Investii 80€ per il Developer Program di Apple, così da poter rilasciare l’app su AppStore. Venne approvata da Apple. La chiamai iMatematica e la regalai al mondo, aggiungendo solo dei banner pubblicitari (senza neanche sapere quanto mi avrebbero fruttato). Era il 14 Giugno 2009.

La prima versione di iMatematica. Lo so, era orrenda.

Cosa sono tutti questi numeri?

Il periodo di lancio non era dei migliori per un’app dedicata agli studenti, ma cosa ne sapevo? Inviai delle mail a un paio di blog di settore scrivendo che l’app era su AppStore, in modo da farla conoscere. Non sapevo cosa fosse una campagna marketing, volevo solo che qualcuno sapesse che l’app esisteva. Comunque i blog ne parlarono volentieri, essendo la prima app del genere. E oltre ogni aspettativa, iMatematica raggiunse la 1ª posizione nelle Top App Gratuite in Italia dopo meno di 24 ore dalla pubblicazione, generando in un solo giorno quasi 10.000 download. Non avevo la minima idea di cosa significasse, ma essere in cima alla classifica, prima di nomi enormi come TomTom o Skype, era fantastico.

Download giornalieri di iMatematica dal 13 Giugno al 31 Dicembre 2009

I primi feedback erano entusiasti, l’app aveva una media di 4.5/5.0 su AppStore, e vedere che era così apprezzata mi invogliò a rilasciare un aggiornamento con supporto alla lingua inglese (rappresentato dal picco del 28 Giugno). L’app venne apprezzata anche all’estero, e generava una media di 1500 download/giorno. Anche in questo caso, non sapevo se questi numeri fossero pochi o troppi, non avevo un punto di riferimento per capire come, effettivamente, stesse andando l’app. Capivo solo che il mio guadagno era di soli 200/300€ al mese generati dai banner pubblicitari. Molto lontano dalle ricchezze prospettate dai media, ma abbastanza da farmi capire il potenziale dell’app. Quindi come fare a monetizzare di più?

Già, proprio così… feci un sondaggio… tra gli amici Facebook…

“Pivotare”. Senza saperlo.

Avrei potuto convertire una parte di quei download in utenti paganti? Non volevo rendere l’app a pagamento, perché era dedicata agli studenti e, essendo anche io uno studente, sapevo quanto potesse essere difficile avere dei soldi sulla Postepay da spendere in app. Ma se ci fosse stato qualcuno disposto a pagare? Dovevo rischiare. Apple aveva appena introdotto gli In-App Purchase nel suo nuovo sistema operativo, decisi quindi di lavorare su un grosso update con contenuti aggiuntivi e che conteneva tre diversi pacchetti In-App:

Utility Pro: sbloccava 4 calcolatrici dedicate alle Matrici, Sistemi Lineari, Equazioni di Secondo Grado, ecc;
+70 Argomenti: sbloccava ulteriori argomenti avanzati;
iMatematica Pro: permetteva di sbloccare i pacchetti di cui sopra, a un prezzo leggermente inferiore se comprati singolarmente.

iMatematica 2 in tutto il suo splendore. Non so quale versione sia peggiore graficamente.

Avevo anche riscritto buona parte dell’app per migliorarne la grafica, e ne andavo fiero. Oggi mi sanguinano gli occhi quando la guardo, ma in quel periodo mi sembrava fantastica. Comunque completai l’app, la chiamai iMatematica² e la rilasciai il 18 Gennaio 2010.

Oggi avremmo detto, in gergo startupparo, che avevo «pivotato» per cambiare business model. In quel periodo avrei detto che stavo semplicemente provando a guadagnare di più dalla mia creazione.

Dopo il rilascio, l’app tornò di nuovo in vetta alla classifica delle Top Gratuite, ottenendo circa 8000 download il giorno dopo il lancio, e i ricavi dell’app aumentarono: in due giorni, gli acquisti In-App Purchase in iMatematica² mi avevano fatto guadagnare quanto due mesi di banner pubblicitari.

Unità vendute e guadagni generati dal 15 Gennaio al 1 Febbraio 2010.

Ciò che va su…

…prima o poi va anche giù, no? Ed era proprio ciò che stava succedendo con iMatematica. Non avevo conoscenze in social marketing (o qualsiasi altro tipo di marketing), tutto ciò che sapevo l’avevo imparato dall’esperienza con iMatematica. Non sapevo neanche cosa fosse l’App Store Optimization, le immagini e le parole chiave su iTunes le sceglievo in base ai miei gusti. I download diminuivano e non c’era nulla che potesse spingerli di nuovo in alto, non senza una campagna marketing che non potevo permettermi. A Luglio 2010 l’app otteneva solo 200 download/giorno, i ricavi si aggiravano intorno ai 400€ al mese. L’università, inoltre, mi rubava un sacco di tempo ed energie, e iniziavo a capire che Ingegneria Civile forse non era la strada per me. Ma non potevo abbandonare gli studi se i ricavi non erano sufficienti, e non mi andava di cambiare corso di laurea dopo gli esami fatti.

Decisi allora di fare l’unica cosa che avevo sempre avuto paura di fare: imparare a programmare in Objective-C e costruire la migliore app di matematica (nativa) che il mondo avesse mai visto. Stavolta, però, avrei anche curato la grafica, investendo i pochi soldi che mi erano rimasti in un designer. Vidi per puro caso i lavori di Giancarlo Nicolof su Dribbble. Lui aveva disegnato un’icona per iMatematica solo per il gusto di farlo. Ed era davvero fantastica. Così decisi di contattarlo per lavorare insieme su un update dell’applicazione. Il risultato fu davvero ottimo.

iMatematica versione 3.14. Il numero di versione ha poi raggiunto la 16ª cifra decimale del Pi Greco, e probabilmente è ancora l’app con il numero di versione più lungo su AppStore.

Ci vollero 5 mesi per imparare qualcosina di Objective-C e riscrivere iMatematica da zero. Ma non avevo semplicemente riscritto e ridisegnato l’app, avevo anche aggiunto il supporto al neonato iPad, c’era la possibilità di cercare gli argomenti e aggiungerli ai Preferiti. La mia ragazza, inoltre, aveva riscritto e aggiunto vari argomenti, e tutte le formule (oltre 1000!) erano state ricreate a una risoluzione maggiore per supportare il display Retina di iPhone 4.

La versione 3.14 di iMatematica conteneva circa 4000 righe di codice. Scritte molto male, per giunta.

Ah, e infine cambiai di nuovo Business Model. Creai due app separate: iMatematica, gratuita, e iMatematica Pro, a pagamento. Inviai l’app in approvazione e venne rilasciata su AppStore l’ 11 Novembre 2010. Il numero di versione era 3.14, il valore del pi greco.

…torna su.

Dopo il rilascio della versione 3.14, iMatematica venne scoperta da Apple che la trovò interessante e decise di promuoverla tra le “Migliori Nuove App”. L’app salì di nuovo ai primi posti su AppStore e dopo qualche giorno i download e i ricavi si stabilizzarono. Finalmente stava andando tutto come speravo!

Dopo il rilascio i download passano da una media di 200 download/giorno a 1000 download/giorno.
Il grafico del ranking su AppStore. Dopo il rilascio della versione 3.14, l’app rimane saldamente in testa alle Top Educazione. Da notare la diminuzione di download in estate, quando gli studenti sono in vacanza.

Continuavo ad aggiornare l’app frequentemente, aggiungendo nuove features che mi venivano chieste dagli utenti. L’app continuava ad avere successo, a ottenere feedback positivi e consensi, anche all’estero. Decine di scuole negli Stati Uniti decisero di adottare iMatematica Pro nelle proprie classi come supporto per l’insegnamento.

Ad oggi circa 4000 copie di iMatematica Pro sono state acquistate da istituti scolastici, il 54% in USA, il resto in Canada, Australia, Cina, e altri Paesi.

L’app veniva promossa in tutto il mondo, non avevo più bisogno di pensare a come fare per ottenere download, faceva tutto da sola! Addirittura nel 2011 venne candidata da Apple come una delle migliori app presenti su AppStore nel suo iTunes Rewind 2011. Nel 2012 venni contattato diverse volte da Apple, per inviare materiale promozionale, diventare partner nella loro promozione annuale “Back to School”, e creare una versione dimostrativa da installare sui dispositivi degli Apple Store fisici. Soddisfazioni grandissime per un’app nata solo per gioco, da una mia esigenza, un mio problema, che poi si è rivelato essere un problema per tantissimi studenti.

Promozione “Back to School” 2013

Apple ha assegnato ad iMatematica Pro il badge “Essentials”, un riconoscimento importante che è stato assegnato a pochissime altre app.

Dal 2011 ad oggi l’app è stata quasi costantemente nella Top 50 Educazione in Italia, e a intervalli settimanali nella Top 50 Generale. L’intervento di Apple è stato decisivo nel capovolgere le sorti delle vendite.

Ascoltare nel ronzio.

iMatematica aveva ormai più di un milione di download e centinaia di feedback su AppStore. Gli introiti erano costanti e con la mia Partita Iva ormai da tempo non riuscivo più a rientrare nel regime dei minimi. L’app ormai era conosciuta, restava solo da migliorare ciò che avevo fatto. Ogni aggiornamento era un esperimento, in cui aggiungevo o toglievo funzionalità in base a ciò che gli utenti volevano, ciò che funzionava, e ciò che proprio non andava.

Alcune delle recensioni su AppStore. Il gatto con gli occhiali è una lunga storia…

Non tutti i feedback degli utenti su AppStore fornivano informazioni utili, molte volte gli utenti non sapevano realmente quello che volevano o come lo volevano. Il più delle volte chiedevano semplicemente di avere tutto gratis. Dovevo cercare di ascoltare nel ronzio dei feedback di AppStore, scremare le informazioni utili, e trovare il modo di aumentare il numero di utenti paganti. Pensai, allora, che per invogliare gli utenti a passare alla versione Pro avrei potuto offrire un periodo di prova per chi avesse pubblicizzato l’app su Twitter o Facebook. Così avrei fatto conoscere ancora di più l’app e gli utenti avrebbero ottenuto la versione Pro gratuitamente per alcuni giorni. Una situazione Win-Win. I risultati però furono deludenti. Molti utenti semplicemente ottenevano giorni di prova gratis, per poi cancellare il post sui social.

Fidatevi, hanno scritto molto di peggio!

Puntai allora su un’altra idea. Se iMatematica aveva avuto successo, perché non replicarlo con altre materie scientifiche? Insieme a Carolina, la mia ragazza, creammo così iFisica e iChimica. Basate sul codice e la grafica di iMatematica, si differenziavano solamente per gli argomenti trattati. Le app furono accolte benissimo, e i numeri che ottenevo continuavano ad aumentare. Dopo aver tradotto le app in Inglese e altre lingue, iniziammo la nostra scalata verso il mercato internazionale, aggiornando anche la grafica delle nostre app per integrarsi allo stile grafico flat dell’ultimo sistema operativo.

iMatematica aggiornata per l’UI di iOS 7. Da notare il numero di versione.

Crescere. All’estero.

Nonostante i numeri continuassero ad aumentare, in maniera proporzionale sembrava farlo il carico fiscale. Avevo difficoltà a gestire IRPEF, IRAP, INPS, e ogni altro acronimo che alla fine dell’anno chiedeva sempre di più. Ormai non ero più sereno, le tasse erano una preoccupazione fissa ed ero arrivato al punto in cui avrei potuto fare solo 3 cose: rimuovere l’app e chiudere l’attività, evadere le tasse, o evadere dall’Italia. A Dicembre 2014 finalmente raggiunsi la Laurea e completai il mio percorso all’Università. Restava da decidere definitivamente cosa fare: continuare il mio percorso nel mondo dell’Ingegneria Civile, o far crescere la mia creatura? Per la mia famiglia non c’è mai stato un dubbio, la prima scelta era la più sensata. Ma per me non era così. Dopo pochi giorni, quindi, insieme a Carolina, prendemmo tutto quello che riuscimmo a mettere in auto e partimmo verso la Gran Bretagna.

Abbandonare tutto ciò che avevamo creato e gli obiettivi raggiunti sarebbe stato da folli.

Da tempo avevamo questa idea, crescere all’estero da un punto di vista personale e aziendale. Avevamo raccolto tutte le informazioni che potevamo e ci sentivamo pronti. Ma in realtà non era così. Non era semplice come immaginavamo, abbandonare tutto e tutti, trovarsi in un Paese nuovo, lingua e cultura differenti. Anche trovare casa era stato difficile, dato che le agenzie preferivano la sicurezza di un contratto di lavoro, e molte volte non nego che ci eravamo quasi abbattuti di fronte ai problemi che incontravamo sul nostro cammino.

Tornare a casa era la via più comoda e semplice, dove c’era il supporto della nostra famiglia e dei nostri amici. Ma questo voleva dire anche abbandonare tutto ciò che avevamo creato in questi anni. Abbiamo tenuto duro, e, nonostante tutte le difficoltà, riuscimmo a trovare casa e ad aprire la nostra azienda. La chiamammo Mobixee Ltd.

Migliorarsi.

A Settembre 2015, iMatematica aveva superato i 3 milioni di download, provenienti da tutto il mondo. Avevo speso gli ultimi 6 anni a lavorare su iMatematica, ma non sapevo quello che facevo. Non ero un informatico, non ero un economista o un esperto in marketing, non ero uno startupparo o un digital-qualcosa. Ero solo uno studente preoccupato per gli esami di analisi che voleva imparare a sviluppare app. Ma con tutti quegli anni di esperienza nel progetto, per la prima volta sapevo cosa dovevo fare. Avevo sempre curato le mie app sia dal punto di vista tecnico che.. beh, da qualsiasi altro punto di vista. Quindi le mie skills con Objective-C erano ormai a un livello avanzato, avevo acquisito esperienza in marketing, App Store Optimization, UI e UX design, product design, e diversi altri campi. Tutti i progetti, inoltre, erano sempre stati auto-finanziati. Era ormai giunto il momento di fare il grande salto. iMatematica doveva diventare qualcosa di più. Doveva passare dall’essere un semplice prodotto, un piccolo formulario statico, a diventare un servizio, un vero professore di matematica. Senza l’università, riuscivo finalmente a concentrarmi sul progetto in maniera costante, e avevo definito un piano per far crescere il progetto nei prossimi anni. Il primo passo era creare una piattaforma per permettere agli studenti di trovare dei tutor di matematica. Il 9 Dicembre 2015 rilasciammo il nostro primo servizio: Tootor - Lezioni On Demand.

L’UI/UX di Tootor è molto curata, e c’è un motivo per cui il viola è il colore dominante.

Dopo pochi giorni Tootor aveva già circa 300 tutor registrati che offrivano lezioni sulla piattaforma, provenienti da ogni parte d’Italia. Ma l’app era solo una parte di un progetto molto più grande. Nel frattempo, infatti, stavo anche lavorando a un grosso update della nostra app di punta. E arriviamo ad oggi: iMatematica³ arriva su AppStore. Probabilmente è il più grande update che abbia mai fatto per iMatematica, e anche quello di cui ne vado più fiero.

Questo ci porta a oggi, 9 Marzo 2016, giorno in cui iMatematica³ arriva su AppStore.

Abbiamo preso tutte le idee che avremmo sempre voluto inserire in iMatematica ma che non avevamo mai aggiunto: videolezioni, quiz interattivi, programmi di allenamento, funzionalità social, interfaccia minimale e user-friendly. L’integrazione con Tootor, poi, permette agli studenti di trovare in un attimo il professore di matematica più vicino. Abbiamo cambiato (per l’ennesima volta) business model, passando alle subscription, e in base ai feedback degli utenti continueremo a sperimentare.

Non vi piace? Tornate su a guardare le precedenti versioni dell’app!

Amo la matematica.

E ora? Il mio obiettivo attuale è far crescere la mia/nostra creatura, cercare e affrontare nuove sfide nel campo del Mobile Learning. Nonostante iMatematica sia cresciuta molto in questi anni, sono sicuro che finora ho solo intaccato la punta dell’iceberg.

Utilizzo questo spazio per ringraziare le nostre famiglie, che, anche se con difficoltà, hanno accettato e supportato le nostre scelte. Ringrazio Carolina, che ha sempre creduto in me, mi ha aiutato in ogni modo possibile e mi ha accompagnato in questo viaggio. Ringrazio tutti gli utenti di iMatematica, studenti, professori, genitori, voi che avete trovato la mia app utile e supportato il nostro lavoro, usandola ogni giorno e dando consigli. Grazie!

Questo è il mio primo articolo su Medium, ho raramente tempo per scrivere ma è una passione che mi porto dietro da tempo. Avevo ancora diversi dati da condividere e altre cose di cui scrivere, probabilmente aggiornerò questo articolo nei prossimi giorni.

Ho condiviso questa storia sperando che sia d’ispirazione per chiunque abbia paura di inseguire i propri sogni, o paura di iniziare qualcosa di nuovo. La vita è un viaggio, e non sapete dove vi porterà.

Se questa storia vi è piaciuta, per favore condividetela. Grazie!

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Antonio Giarrusso

Director of Mobixee Ltd, Founder of Userbot, iMathematics creator, Italian Digital Entrepreneur