Da San Rossore a San Pietro

Camminiamo Insieme
7 min readJun 9, 2015

Sono 17: rover, scolte e capi in cammino dalle 12 di martedì 9 giugno verso Roma. Un pellegrinaggio su due ruote (e quando servirà via treno), per essere a Roma sabato 13 giugno, all’Udienza generale di Papa Francesco con l’Agesci.

Spiega Luca, il capo che li accompagna con Elisa e gli altri: “Da San Rossore a San Pietro: vogliamo permettere ai rover e alle scolte di chiudere un anello e valorizzare una relazione con la Chiesa, che è nostra. Un modo per riscoprire le radici dell’essere rover e scolta, cioé viandante e vedetta”.

Il percorso scelto è la Via Francigena, la strada che ha visto milioni di pellegrini muoversi verso il cuore della Cristianità, le tombe di Pietro e Paolo: “Perché è lo stile scelto dall’Associazione per questa Udienza, quello del pellegrino. E poi perché il veicolo dell’esperienza che affronteranno gli RS è proprio questo: la scelta di riscoprire, negli incontri, il territorio, l’incontro e la Provvidenza. L’inatteso: che sia ricevuto o donato”.

Sulla strada ci saranno incontri con la comunità dei frati osservanti di Siena, poi presso la Tenuta di Suvignana, bene strappato alla mafia, con il vescovo di Pienza-Montepulciano Stefano, con Luca Zoncheddu, che da qualche anno ha scelto, con la sua famiglia, di aprire la sua casa ai pellegrini.

Camminiamo Insieme seguirà questo percorso, passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, incontro dopo incontro. Lo farà grazie a questo nuovo canale. Un taccuino di marcia, per pellegrini, viandanti e vedette.

9 giugno: comincia il viaggio

Verso mezzogiorno, i 17 pellegrini, dopo una breve cerimonia iniziale a San Rossore, montano in sella alle loro biciclette e partono alla volta della loro prima tappa, la Basilica dell’Osservanza di Siena. Oltre 140 km che attraversano la Toscana e che portano i rover, le scolte e i capi partecipanti anche sulle famose strade bianche de “L’Eroica”.

“Sulla strada da San Rossore a Siena, la nostra bisaccia è un po’ più piena. Alla scoperta della Strada, dei nostri limiti, dell’altro con cui si condivide il percorso: tutto ciò ci fortifica”, questo è ciò che auspica l’appena formata Comunità del Dono, pronta a percorrere la distanza che li separa da San Pietro con entusiasmo.

Il sole concede una tregua durante il percorso alla piccola carovana che si dirige verso Siena. Il clima è sereno e rilassato: si crea una vera e propria comunità, con la quale si affrontano le prime fatiche, ma si raggiungono anche i primi obiettivi (nella foto sotto, i ragazzi a San Gimignano).

Ci sono lombardi, campani, molisani, emiliani, piemontesi e laziali tra i pellegrini a due ruote che, percorrendo le strade che li porteranno a Roma, stanno vivendo il territorio come scoperta, anche quando le difficoltà tecniche costringono a rallentare e fermarsi per la prima foratura della route.

L’arrivo alla Basilica dell’Osservanza per il pernottamento sarà forse ritardato da questi piccoli inconvenienti, ma anche questo fa parte dell’esperienza del pellegrino… Ed è insito nello scautismo: essere sempre pronti di fronte a qualsiasi evenienza, accogliendo l’inatteso come un’ulteriore scoperta dell’altro e di ciò che ci circonda mentre si tende alla meta.

10 giugno: da Siena alla Val d’Orcia

Dopo l’arrivo notturno alla Basilica dell’Osservanza e il meritato riposo, di buon mattino, la Comunità del Dono è pronta a riprendere la strada che li porterà fino a San Quirico d’Orcia. Si continua a seguire la Via Francigena passando da Buonconvento e fermandosi per il pranzo presso la Tenuta di Suvignano, bene confiscato alla mafia nel 1996 e non ancora restituito alla comunità.

Intanto, si riflette sul Servizio: il viandante serve tramite l’incontro e la disponibilità durante il suo andare. Vive attivamente il territorio che attraversa mettendosi a disposizione di chi incontra sulla sua strada. Tutto il mondo è il suo mondo.

La splendida cornice del paesaggio aiuta a pedalare anche sotto il sole che, quest’oggi, si fa sentire. “La determinazione è la chiave della Strada. L’impegno di oggi è meta di domani”, dicono i membri della comunità. Nonostante le difficoltà (durante la giornata ben due forature), la fatica e gli imprevisti, la strada scorre veloce sotto le ruote dei 17 pellegrini.

Mentre si macinano chilometri pedalando, la comunità cresce e ognuno mostra di volersi mettere in gioco fino in fondo, dando il proprio contributo per la buona riuscita della route. Finalmente, verso le 21, si raggiunge la destinazione per il pernottamento, a S. Quirico d’Orcia, questa volta in orario sulla tabella di marcia e con un tramonto che promette una bellissima giornata per l’indomani.

11 giugno: l’arrivo ad Acquapendente

Al mattino, un bel cielo terso accoglie la Comunità del Dono nel tragitto che li porterà da San Quirico d’Orcia fino ad Acquapendente (Viterbo). I 17 viandanti sanno già che li aspetta una lunga giornata, fatta di tanta strada da percorrere (saranno oltre 60 i chilometri da coprire) ma anche di tante esperienze e di momenti carichi di significato.

Dopo la foto ricordo sul sagrato della Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, si rimonta in sella in direzione di Radicofani, attraversando tutta la Val d’Orcia e i suoi splendidi scenari. Durante la sosta a Radicofani c’è tempo per vivere un momento di “deserto” che fa apprezzare ancor di più tutta la strada finora percorsa.

Al termine del momento di riflessione si tirano le conclusioni: “La fatica ci ha temprati, non ci siamo arresi. Il deserto è lungo la Strada, riflessione per un cambiamento. La condivisione ci rende forti e l’allegria batte il tempo. Ce l’abbiamo fatta. La comunità è pronta!”.

Non mancano le forature neanche durante questa parte del viaggio, ma ormai, vengono riparate quasi ad occhi chiusi.

Complice una deviazione fuori programma, il cammino si allunga e si rischia di arrivare tardi al Casale Marzapalo, all'interno della Riserva Naturale del Monte Rufeno dove si pernotterà.

Ad attendere i 17 membri della route c’è anche il Vescovo della diocesi di Montepulciano Chiusi Pienza, Stefano Manetti, che, nonostante il ritardo, li aspetta per cenare e passare la serata con loro.

Insieme al Vescovo, i ragazzi si soffermano a parlare dello sguardo d’amore che Cristo getta su di noi in qualsiasi situazione e che dobbiamo imparare ad accogliere. Con questi pensieri in mente, ci si prepara serenamente per la notte, per affrontare l’ultima tappa del viaggio verso Roma.

12 giugno: in Piazza San Pietro

Si parte presto per completare il percorso della route, l’arrivo a Roma, e quindi, in San Pietro, è previsto per il primo pomeriggio. L’entusiasmo delle esperienze appena vissute insieme e la voglia di arrivare a destinazione non fa sentire la stanchezza dei chilometri percorsi mentre si spinge sui pedali.

Giornata di tutto riposo per i 17 pellegrini in bicicletta che, dopo un breve tratto sulle due ruote, arriveranno a Roma in treno. Cambia il paesaggio intorno a loro, si passa da una natura rigogliosa e colorata ad un ambiente cittadino, ma anche qui la Comunità del Dono riesce a vivere concretamente la Strada, il Servizio e la Fede.

Un pensiero scaturisce dal cuore di ognuno: “Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore! Ora i miei piedi si fermano davanti a te, Roma!”

Finalmente il “Cuppolone” si comincia a vedere in fondo alla strada. La meta è raggiunta, ma l’arrivo in Piazza San Pietro è solo il punto di partenza per un nuovo cammino, forse con altri compagni di viaggio, con di fronte nuovi impegni da affrontare e nuove esperienze da vivere. Questo è il vero Dono del Pellegrino, l’impegno del viandante.

L’ultimo atto della Comunità del Dono sarà l’incontro con Papa Francesco, un pontefice, un costruttore di ponti, e 17 pellegrini su due ruote, insieme per cambiare il mondo una pedalata alla volta.

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