Come fai a dire di conoscere qualcuno se non gli ha mai chiesto quand’è che ama essere sè stesso?

Quello che non vedi
2 min readFeb 19, 2016

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Come fai a dire di conoscere qualcuno se non gli hai mai chiesto quand’è che ama essere sé stesso?
Di cosa farebbe indigestione. Chi ha votato le ultime 4 volte. Su quale scena di quale specifico film si sente morire. Quale musica mette su quando il cielo si fa mezzo verde e mezzo giallo, o quale quando diventa blu e arancio. Perché continua a indossare quella maglia col bottone scheggiato o a chi ha dato il primo bacio, ingarbugliandosi con la lingua. Quand’è che ha fatto l’amore davvero, sanguinando e vergognandosi. Se suo padre l’ha picchiato o deluso. Se sua madre si è mai scordata il suo compleanno o gli ha ristretto i jeans preferiti. Quali macchine ha avuto e se sa parcheggiare da Dio o è il solito pirla come tanti. Quali insetti o frasi dei libri lo spaventano. Se ha mai odiato e perché. Se è mai scampato alla morte, se l’ha mai sognata, se l’ha mai desiderata. Dove vorrebbe essere a metà mattina e dove a notte fonda. Che scuse usa quando si sente in difetto. Cosa lo fa piangere di ridere e ridere dal pianto. Perché diventa silenzioso e perché non smette di tremare. Quand’è stato che si è sentito fiero e quando ha vinto il trofeo del più idiota. Come guarda un lago e se gli mette ansia o pace. Se sente l’irrefrenabile impulso di scrivere sulle tovagliette di carta dei ristoranti. Se ha provato a dipingere, ma poi ha lasciato perdere. Dov’era quando hanno sparato al Papa o sono crollate le torri gemelle. Cosa farebbe se il sole dovesse spegnersi. Cosa direbbe a qualcuno che sta per sparargli. Se prenderebbe la pillola rossa o quella blu. Quanto ci mette a prepararsi la mattina. Quanto ci mette a prepararsi un discorso. Quanto ci mette a prepararsi a un addio. Se è stato mai abbandonato, o meglio, quante volte è stato abbandonato. Se ha scritto sui muri o rubato qualcosa al supermercato. Se ha tirato cocaina ad Amsterdam (sei mai stato ad Amsterdam? Verrebbe prima). Perché costruisce una frase così e non cosà. Perché si regge spesso il petto. Cosa pensa della montagna e del suo corpo. Quand’è che ce l’ha messa tutta e quando ha mollato a metà. Come si sente quando va via la luce. Perché non appende nulla alle pareti di casa sua. Come ha chiamato il suo computer e i suoi cuscini. A che pensa quando corre e a cosa quando rallenta e a cosa quando ritorna a correre più forte.
Perché l’amore è fatto di domande continue e semplici, su passato, presente e futuro, ma, soprattutto, del superare la paura di ricevere le risposte che non vorremmo.

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Quello che non vedi

Soggetta a repentine escursioni stilistiche. Ho scritto: La Partita del Diavolo, La Prossima Parola Che Dirai e varie liste della spesa.