ClaudiaGiulia
5 min readMay 31, 2019

Minibot

Martedì, 28 maggio 2019, la Camera dei Deputati ha approvato una mozione che propone l’introduzione dei famosi Minibot a pagamento dei crediti privati verso la pubblica amministrazione. 👉 https://documenti.camera.it/leg18/resoconti/assemblea/html/sed0180/stenografico.pdf

Che cos’è una mozione?

✔️ una mozione è uno strumento di indirizzo politico e non comporta vincoli giuridici per il Governo

Il contenuto della mozione di cui parliamo pur non essendo vincolate ha tuttavia un potenziale esplosivo che ha generato una giusta polemica critica e ben argomentata sollevata soprattutto da parte di molti economisti:

“Forse non avete capito che due giorni fa abbiamo compiuto un primo passo formale verso l’uscita dall’euro. Piccolo ma di grande importanza politica.

La Camera ha approvato una mozione che impegna il governo ad ampliare ai minibot gli strumenti per la compensazione tra crediti e debiti della pubblica amministrazione. Autore della mozione è l’»economista» della Lega Claudio Borghi.

I minibot sono titoli di Stato di piccolo taglio (dai 5 ai 100 euro) stampati per pagare i creditori della pubblica amministrazione. Di fatto sostituiscono una passività dello Stato (l’impegno a pagare i creditori) con un’altra (il titolo di Stato di piccolo taglio). Come ha scritto Francesco Lippi sul Foglio, «Da un punto di vista sostanziale, è come sostituire una cambiale da 100 euro con due da 50. Se gli attuali crediti vantati dalle imprese sono illiquidi perché dovrebbe essere diverso per i mini-bot?» (https://bit.ly/2XnrbaI). In altre parole, cosa cambia per il creditore? Niente.

Per ovviare a tale problema, si può stabilire che i minibot siano utilizzabili negli scambi privati. Di fatto ciò equivale all’introduzione di una moneta parallela.

Tuttavia, non è detto che i privati abbiano fiducia nel valore della nuova moneta. È possibile che nessuno la accetti e diventi subito carta straccia. Siamo di nuovo al punto di partenza. Per evitare l’effetto carta straccia, il governo può allora annunciare che la moneta parallela sarà accettata come mezzo di pagamento delle imposte future, dando un forte incentivo al suo uso nelle transazioni. Questa è l’intenzione più volte dichiarata dagli «economisti» della Lega. Tuttavia, l’emissione di una moneta parallela che può essere usata per pagare le tasse equivale di fatto a un taglio delle tasse, o a un corrispondente aumento del deficit pubblico (la parte di spesa pubblica che non è coperta dalla tassazione). Di fatto, si sta finanziando il deficit stampando moneta (in gergo si chiama «monetizzazione del deficit pubblico»).

Ciò comporterebbe l’uscita dell’Italia dall’euro. I trattati che hanno istituito l’euro proibiscono la monetizzazione del deficit pubblico e non consentono di stampare monete parallele, sia da parte delle singole banche centrali sia attraverso l’emissione di minibot. Solo così, infatti, la Banca Centrale Europea può svolgere al meglio il proprio lavoro di controllo del potere d’acquisto della moneta nell’eurozona.

Come ha spiegato bene Tommaso Monacelli (nel volume collettaneo «Cosa succede se usciamo dall’euro, curato da Carlo Stagnaro), il governo avrebbe a questo punto due possibilità. La moneta parallela potrebbe essere emessa in via temporanea e in misura limitata, per tamponare una situazione di emergenza. In tal caso però i privati saprebbero che ha una scadenza prefissata e preferirebbero liberarsene in fretta come si fa con una patata bollente. Il valore dei minibot crollerebbe rapidamente e il costo reale dei beni acquistati, espresso in minibot, salirebbe rapidamente. Ciò compenserebbe di fatto i benefici generati dal maggior volume di scambi.

Per evitare questo problema, il governo dovrebbe allora annunciare che l’uso dei minibot sarà permanente. L’economia sarebbe inondata dalla nuova moneta parallela, causando un aumento duraturo del livello dei prezzi e, di nuovo, annullando i benefici del taglio delle tasse.

Ma non è tutto. L’emissione di titoli di Stato di piccolo taglio sarebbe anche un espediente per tamponare la mancanza di moneta da usare negli scambi nel momento in cui usciremo eventualmente dall’euro. Nella transizione, infatti, i minibot diventerebbero temporaneamente l’unica moneta avente valore legale, per tutto il tempo necessario a stampare le nuove lire in sostituzione degli euro.

L’aspetto più inquietante di questa vicenda è che la mozione è stata votata anche dal Pd. La sensazione è che nessun deputato abbia capito davvero che cosa stava approvando. È chiaro che per il momento si tratta solo di una mozione (nessuno sta stampando già i minibot) e che l’Unione Europea non lascerà passare inosservati i nostri intenti suicidi, ma l’approvazione all’unanimità del testo alla Camera dà un segnale politico fortissimo all’Europa, alla Banca Centrale Europea e ai mercati. “ @FabioSabatini 👉 https://www.facebook.com/615614842/posts/10156758529084843/

  • Come ha risposto in merito alla proposta dei minibot il Ministero dell’Economia e delle Finanze?

La critica esplosa in relazione alla notizia dei #minibot, ha portato il MEF a precisare che «Non c’è nessuna necessità di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di Stato di piccolo taglio per far fronte a ritardi dei pagamenti da parte delle PA italiane.» 👉 https://twitter.com/mef_gov/status/1134417949446627329?s=21

  • Cosa dice la Banca d’Italia

L’emissione di questi strumenti permetterebbe di evitare i vincoli europei? No. Trattandosi a tutti gli effetti di passività dello Stato, tali strumenti potrebbero essere emessi solo rispettando i vincoli riguardanti il deficit e il debito pubblico imposti dal Patto di stabilità e crescita.

L’emissione di questi strumenti sarebbe meno costosa rispetto a quella di normali titoli di Stato? No. Anche nel caso di emissione di moneta fiscale – in modo simile a quanto avviene con l’emissione di titoli del debito pubblico – lo Stato pagherebbe un “premio per il rischio” (definito dal mercato) per compensare i detentori sia della minore liquidità dello strumento, che può ingenerare incertezze in ordine all’accettazione in pagamento nelle transazioni fra privati, sia del rischio di successivi cambiamenti della legislazione che riducano o eliminino la possibilità per lo Stato di accettare la moneta fiscale come mezzo di pagamento per le imposte.L’emissione di moneta fiscale richiederebbe inoltre l’istituzione di un sistema dei pagamenti ad hoc con misure anti-contraffazione (per permettere che le imprese e le famiglie le attribuiscano la stessa fiducia che è attribuita alle banconote), comportando ulteriori costi aggiuntivi rispetto quelli pagati per l’emissione dei titoli di Stato.” Fonte: la Banca d’Italia 👉 http://www.bancaditalia.it/media/views/2017/moneta-fiscale/Moneta-fiscale-dic2017.pdf

In merito ai minibot si è espresso anche Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia ricordando che «I minibot sono titoli del debito pubblico, piccoli, ma sempre debito pubblico è. Quindi non sono una soluzione al problema del debito» 👉 https://twitter.com/bancaditalia/status/1135175298264240129?s=21

Lo stesso Mario Draghi risponde in merito chiarendo ulteriormente che: ‘Minibots’ are either money and then they are illegal or they are debt and then the stock of debt goes up. I don’t think there is a third possibility. 👉 https://twitter.com/ecb/status/1136618501639155713?s=21

#miniBOT

ClaudiaGiulia

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