#SCRIPTORIVM: lezioni di futuro remoto

elena iannone
2 min readJun 23, 2015

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“Nullius boni sine socio iucunda possessio est” (Epistolae morales ad Lucilium I, 6, 13)

Quando Seneca in una delle sue lettere chiarisce l’elemento fondamentale per la felicità, non immaginava che 2000 anni più tardi questo apparentemente banale, ma mai scontato concetto, avrebbe ispirato un evento dedicato proprio alle rovine della sua epoca. “Nessun bene può dar gioia senza un compagno con cui condividerlo”

A OpenPompei il merito di aver organizzato #SCRIPTORIVM: forse il primo hackathon al mondo sui beni archeologici. In un Paese in cui la cultura è spesso bistrattata, gli operatori del settore faticano a emergere, e in generale c’è un’amministrazione istituzionale sorda alle richieste d’intervento, quest’iniziativa aveva il sapore della scommessa.

i civic hackers di SCRIPTORIVM

Un hackathon è il momento in cui un gruppo di persone, diverse per storie, motivazioni e competenze scelgono di dedicare il proprio tempo e lavorare insieme a un progetto comune. E capita che le idee diventino realtà. Concetti come “bene comune”, “open data”, “crowdsourcing” non sono più solo virtuose pratiche di condivisione, ma si trasformano nei sorrisi e nelle conoscenze di chi si presenta e trova, spesso, nuovi amici.

Pompei è un paese animato e accogliente a pochi chilometri da Napoli che deve la sua eterna fama a un’eruzione, un tragico evento naturale che nel 79 a.C. ha sepolto l’antico agglomerato urbano per restituircelo sorprendentemente conservato. Camminare per le antiche strade, visitare le case, curiosare nella vita quotidiana interrotta all’improvviso è un’emozione attiva, una passeggiata talmente coinvolgente da costringere ognuno, nel confronto con il mondo che fu, a riflettere sul proprio presente.

E perché Pompei rimanga per sempre lo straordinario custode della storia di tutti è importante che tutti se ne prendano cura, imparino a proteggere le sue fragilità e, perché no, a inventare nuovi modi per renderlo più aperto e accessibile.

Da tutte le parti d’Italia, e dalla stessa Pompei, si sono ritrovati in caldo fine settimana di giugno, un gruppo eterogeneo di appassionati: civic hackers sotto forma di archeologi, giornalisti, informatici e vigili urbani... Tutti convinti che spendersi per migliorare l’accesso e la condivisione dei dati e dei servizi che riguardano Pompei fosse un ottimo investimento su se stessi.

E così è successo che stavolta, per davvero, i partecipanti si siano portati a casa un pezzetto di quel patrimonio straordinario custodito nel parco archeologico. Non certo un tassello di pietra, ma la consapevolezza (e la gioia!) di esser diventati loro stessi una tessera del mosaico nascosto dietro ai muri di Pompei: quello fatto di incontri, scambi, e di vecchie e nuove relazioni.

Scriptorivm è stato un exemplum, un episodio, ma ha indicato la direzione, visto che il format è semplice e replicabile ovunque.

Il futuro che prende le mosse dalla cura del passato è il mondo in cui non ci si dovrà vergognare per il proprio presente.

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