TRENDSPOTTING | Amici pelosetti: la pet economy

di Francesca Fattorini

Image by Patrick Slade from Unsplash.

Non esiste un altro trend che riesca a metterci tutti quanti d’accordo e soprattutto accomuni le principali economie del mondo. Cremazione delle spoglie del proprio pelosetto così da conservare il legame oltre la vita (Tyche Pet), l’activity tracker per monitorare l’attività giornaliera del proprio cane dalla passeggiata a quando va a dormire (Kippy) su un divano in memory foam (Dog Sofa) oppure la food delivery di pappe fresche per i nostri fido (Dog’s Bistrot) accompagnate da un sorso di Pawsecco (un vino analcolico) eccetera, eccetera…

Giochi, cibo, cucce. Non si tratta quindi più semplicemente di pappa e nanna, ma di un vero e proprio giro d’affari che ruota intorno agli animali domestici e che ha creato la cosiddetta pet economy. E pensare che fino a una decina di anni fa non era così. Ad esempio, nel 2010, anno di pubblicazione del manuale “Weak Signals in Organizational Futures Learning” (ed. da Helsinki School of Economics), la studiosa finlandese Elina Hiltunen considerava le case di riposo per cani in Giappone un segnale debole. In quel periodo, l’esempio fatto dalla studiosa rappresentava un singolo avvenimento, circoscritto a un preciso perimetro geografico e di cui poche persone potevano aver sentito parlare. Oggi, a distanza di 13 anni, Euromonitor (2021) stima che in Italia ci siano più di 64 milioni di animali da compagnia. Quasi 19 milioni sono solo cani e gatti.

Secondo il Rapporto Assalco — Zoomark, in Italia, per sfamare i nostri amici animali, siamo passati da circa 1 miliardo nel 2007 a poco più di 2 miliardi e mezzo di euro nel 2021, con un tasso di crescita medio annuo delle vendite del +5,7%. A livello globale le cifre sono ancora più impressionanti: secondo i dati di Grand View Research (2022) il mercato dei pet dovrebbe raggiungere i 236,16 miliardi di dollari entro il 2030 grazie a una crescita media annuale del 5,1% dal 2022.

Quali sono i macrotrend che probabilmente hanno influito sull’evoluzione del rapporto tra gli italiani e gli animali domestici?

Una prima risposta potrebbe essere il cambiamento nella composizione dei nuclei familiari: secondo Istat (2022), rispetto all’inizio del nuovo Millennio, oggi stiamo assistendo al superamento della famiglia formata da una coppia con figli, a favore della famiglia unipersonale ovvero coloro che, per motivi diversi, stanno vivendo da soli. Il calo delle famiglie con nuclei deriva dalle conseguenze di lungo periodo delle dinamiche socio-demografiche in atto in Italia:

  • l’invecchiamento della popolazione, con l’aumento della speranza di vita, genera un maggior numero di persone sole;
  • il prolungato calo della natalità incrementa le persone senza figli;
  • l’aumento dell’instabilità coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina un numero crescente di individui e genitori soli.

Un’altra risposta è offerta dalla pandemia globale, che ha favorito l’accelerazione di alcune dinamiche connesse a questo trend. Lo stare a casa ha portato le persone a prendersi più cura dei propri animali domestici, portando a un aumento significativo della domanda di servizi e prodotti. In più, l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), nella fase acuta dell’emergenza sanitaria ha registrato un incremento del 15% di adozioni di animali d’affezione rispetto al 2019.

Inoltre, è cambiata soprattutto la dimensione della cura riservata ai propri animali, che porta i proprietari a spendere per la salute e il benessere del proprio animale. Questo è dato da una maggiore attenzione dei proprietari alla prevenzione, ovvero hanno imparato a riconoscere i segnali di malessere del loro pet prima ancora che insorga una malattia o sopraggiunga un’emergenza.

Quali sono gli scenari futuri che si prospettano? Una maggiore considerazione degli umani per i propri pelosetti potrebbe far nascere nuove professioni e opportunità di lavoro, sia nel campo dei servizi a loro dedicati (toelettatura, dog sitting etc.), sia nella sfera legata alla salute: sono sempre di più gli interventi assistiti con animali sia per attività socialmente utili o attraverso il già noto utilizzo degli animali in attività terapeutiche (pet therapy). Infine, è cambiata anche anche la percezione del Medico Veterinario, che grazie ai social è diventato un influencer di buone pratiche per i proprietari.

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