Gesù is live on Periscope

Gesù Cristo
4 min readApr 10, 2015

Considerazioni sparse sulla nuova app di Twitter

Ormai lo saprete già tutti ma tanto vale fare una piccola introduzione per quei quattro pirla che ancora non lo sanno: da un paio di settimane è disponibile -per ora solo su iOS- Periscope, la nuova app di Twitter che permette di realizzare degli streaming live dal proprio smartphone/tablet.

L’incipit con cui viene presentata è “esplorare il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro” ma penso che bastino pochi giorni di utilizzo per rendersi conto che si tratta di una classificazione molto riduttiva, specie considerando che essendo solo agli inizi vi sono indubbiamente numerose possibilità di utilizzo ancora da scoprire e sperimentare.

Ma vediamo nel dettaglio come funziona. Pur richiedendo come ogni strumento social un minimo di tempo per prendere dimestichezza, la realtà è che è davvero semplicissima: non occorre registrarsi, è sufficiente loggarsi col proprio account Twitter, tant’è che che il vostro account Periscope sarà una sua copia esatta (nome visualizzato, nome utente, immagine, bio) non modificabile.

Fatto ciò potrete seguire ed essere seguiti esattamente come su Twitter: in questo l’app ci verrà in aiuto proponendoci una lista di account che già seguiamo su Twitter e che verrà gradualmente aggiornata man mano che nuovi utenti inizieranno a utilizzare Periscope, ma i following e i follower non sono legati a quelli del vostro account Twitter, quindi per esempio potete anche seguire gente che non seguite su Twitter o viceversa.

Assolutamente fondamentale è attivare le notifiche perché in questo modo saremo avvisati nel momento in cui i nostri following inizieranno uno streaming. Vero è che resta comunque possibile guardare il video anche successivamente ma così si perde l’aspetto live che contraddistingue l’app (altrimenti sarebbe solo un clone di YouTube), ovvero la possibilità di interagire direttamente col broadcaster durante la diretta.

Creare il proprio streaming è questione di una manciata di secondi: apri l’apposita sezione dell’app, attendi un momento affinché si attivi il pulsante rosso di avvio, tocchi e sei in diretta. Prima di avviare lo streaming sono disponibili alcune opzioni attivabili o disattivabili, come la possibilità di inviare un tweet automaticamente per avvisare che state iniziando un live, rendere lo streaming riservato solo a spettatori selezionati e rendere nota o meno la propria posizione gps. Pochissimi fronzoli, tantissima immediatezza.

Lo spettatore invece durante lo streaming può essenzialmente svolgere tre tipi di interazioni: inviare una notifica ai propri follower per invitarli a seguire quello stesso streaming (una sorta di retweet del live, per intenderci); tappare ripetutamente sullo schermo per attribuire cuori (più o meno come mettere like, con la differenza che potete mettere quanti cuori volete, io ad esempio sono solito seminarne una montagna quando seguo un live); e infine la cosa più importante, ovvero scrivere commenti durante la diretta e quindi interagire sia col broadcaster che, volendo, con gli altri spettatori.

Personalmente ho installato Periscope principalmente per seguire gli streaming altrui e non per farne dei miei ma ho comunque avuto modo di realizzarne due: il primo è stato per l’inizio del concerto dei Royal Blood, cosa che mi ha fatto riflettere sia sulle possibili implicazioni di copyright nell’uso dell’app, sia sul fatto che può essere un eccellente strumento promozionale nel senso che, considerando la qualità del video, direi che è impossibile che possa arrecare danni economici alla band, mentre viceversa chi lo guarda può essere invogliato ad andare a un concerto (un domani chiaramente, non quello trasmesso) o a cercare ulteriori informazioni sugli artisti; il secondo streaming che ho fatto è invece una specie di “teatrino delle marionette” che rappresenta l’uscita di Gesù dal sepolcro, una cosa che ho voluto provare a fare più che altro per sfizio personale ma che penso possa rendere l’idea, nel suo piccolo, della possibilità di realizzare dirette per qualsiasi tipo di evento e, perché no, di creare veri canali tematici. (Vi ricordo che per vedere i due streaming sopra riportati dovrete necessariamente aprire i link da un dispositivo iOS su cui avete installato Periscope)

Per concludere vi elenco una serie di utenti che ritengo dobbiate assolutamente seguire qualora decidiate di provare questa nuova app: Lady Zeta (alla quale ho suggerito di rinominarsi Lady Periscope), che quotidianamente fornisce dritte sull’app oltre a spaziare su altri utilizzi come ad esempio i quiz (indovina l’oggetto!); Brezzone, che vi porterà a spasso per Trieste in compagnia del suo cane e spesso anche di qualche birra; George W LeBowSky, che con le sue disavventure serali nel cercar di mettere a nanna la prole ha ormai conquistato un posto fra le mie sit-com preferite; Maria Teresa D. e Insopportabile, che potrebbero aprire un’agenzia turistica solo grazie agli streaming a tema paesaggistico e culinario sulla loro amata Sardegna; Maddalena Penitente, alla quale giusto un paio di mesi fa avevo chiesto “quand’è che fai un tuo programma tv a tema artistico?” ed eccola ora qui su Periscope a tenere lezioni di storia dell’arte fra il serio e il faceto; Susanna Vianello, autentica mattatrice di Periscope, ha sviluppato una dipendenza fin dal primo giorno e praticamente se la seguite diventate suoi coinquilini, mi domando solo se il suo iPhone sia dotato di batteria al plutonio; Il Triste Mietitore, perché poter seguire in diretta il gatto della morte non ha prezzo, quasi quanto vedere la morte stessa tagliare in due un uovo di Pasqua con una katana (era una katana?).

Un abbraccio a tutti!

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Gesù Cristo

Papà mi ha rispedito giù perché (cito) 'va molto male'. Mi sono iscritto a Twitter, dispenso abbracci e consiglio musica #rigorosamenteSuVinile ai miei babbani.