Lo Stato Digitale sullo schermo: ‘The Social Dilemma’ — Netflix, 2020

Gianluca Sgueo
2 min readMar 23, 2021

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The Social Dilemma, racconta della rapida diffusione dei social network e delle conseguenze che l’economia dell’attenzione produce sulla società contemporanea. Il lungometraggio unisce alla recitazione affidata ad attori professionisti le interviste di autori ed esperti del settore. La presa di posizione è netta: le grandi aziende tecnologiche monetizzano il tempo trascorso online dagli utenti. Questo modello di business sfugge a regole chiare e limiti definiti. I rischi sono evidenti: disinformazione, polarizzazione e depauperamento della qualità dei rapporti umani. Servono regole più stringenti, e trasparenti — e servono rapidamente.

Jeff Orlowski è un giovane regista statunitense, sconosciuto al grande pubblico, ma apprezzato da coloro che amano i documentari a sfondo sociale e politico. Newyorkese, classe 1984, ha studiato cinematografia a Stanford. Nel 2012 ha vinto il premio Excellence in Cinematography al Sundance Film Festival con Chasing Ice (disponibile anche in italiano) dedicato al tema del riscaldamento globale.

The Social Dilemma, prodotto e distribuito da Netflix, è l’opera matura di Orlowski. Il lungometraggio racconta delle conseguenze che l’economia dell’attenzione (su cui si basano i social network) produce sulla società contemporanea. La scelta narrativa è quella tipica dei prodotti del genere: alla narrazione tradizionale, affidata ad attori professionisti (a giudizio di chi scrive piuttosto scontata, o addirittura ingenua, nei tempi e nei contenuti) si alternano le interviste con autori ed esperti del settore. Tra questi ultimi alcuni sono personaggi noti al pubblico. Tristan Harris, ad esempio, già consulente etico di Google, divenuto poi co-fondatore del Center For Human Technology (progetto che meriterebbe un discorso a parte: a metà tra centro studi e iniziativa civica, promuove l’idea di tecnologie più umane, rispettose degli spazi e tempi individuali e collettivi). Oppure Jaron Lanier, eclettico e visionario programmatore, tra i precursori della realtà virtuale. Oppure, ancora, Justin Rosenstein, designer e tecnologo cui si attribuisce l’invenzione del tasto “mi piace” di Facebook. Rosenstein è co-fondatore di un progetto simile al Centre for Human TechnologyOne Project — dedicato allo sviluppo di tecnologie eque e sostenibili.

Il tema del documentario è affascinante, attuale e controverso. Orlowski però non lascia grande spazio all’interpretazione dello spettatore. La presa di posizione di The Social Dilemma è, anzi, netta. L’economia dell’attenzione sviluppata dalle grandi aziende tecnologiche monetizza il tempo trascorso online dagli utenti. La gratuità del servizio è un’illusione. I dati personali degli utenti divengono la moneta di scambio dei social network. Vale insomma il vecchio, ma sempre efficacie, adagio secondo cui: “se non lo paghi, il prodotto sei tu” (ne abbiamo scritto QUI).

Leggi l’intero post qui: https://www.irpa.eu/lo-stato-digitale-sullo-schermo-the-social-dilemma-netflix-2020/

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Gianluca Sgueo

Professor Ecole d’Affaires Publiques — SciencesPo; Center of Digitalisation, Democracy & Innovation — Brussels School of Governance; Advisor Italian Government