Bagutta, la Rive gauche di Milano

Silvia S. Castello © 🎼
3 min readOct 10, 2023

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La storia degli artisti del Gruppo di via Bagutta a Milano.

Questa è una perla rara. “Bagutta Story”: la giornalista d’arte Melisa Garzonio, racconta il tradizionale rendez-vous milanese sul ViviMilano del Corriere della Sera. (1990)

Corriere della Sera — ViviMilano (dal Libro del 60° Anniversario edito dal Gruppo di Bagutta. 2024)

« Quando arriva l’appuntamento con Bagutta “i giornali ne parlano con simpatia. È un debito di gratitudine che questi artisti hanno da sempre riconosciuto. Melisa Garzonio sul “VIVIMILANO” del “Corriere della Sera” metteva infatti in risalto — nel 1990: l’anno dell’omaggio all’ avvenimento dei Campionati Mondiali di Calcio — il “rendez-vous” con questa tradizionale Fiera: Un “già visto” fatto di quadri, cavalletti, tavolozze, artisti delle più varie tendenze, galleristi in cerca di talenti, e insieme tanta gente curiosa e appassionata d’arte, mescolata agli immancabili habituè della “vasca” mondana e alle statuarie top model in trasferta milanese”.»

Tratto dal Libro del 60° Anniversario edito dal Gruppo di Bagutta. (2024)

Dopo un apprendistato al Giornale di Indro Montanelli, mia madre, Melisa Garzonio, iniziò a collaborare con il Corriere della Sera dal Dicembre 1985, scrivendo per le pagine culturali (Arte, Spettacoli, etc.) e il ViviMilano. Giornalista professionista, la sua pagina d’Arte settimanale sul ‘Vivi’ diventerà imprescindibile per la storia culturale della nostra Milano.

Melisa Garzonio, mia madre, quando era una splendida bambina, con suo padre, Umberto, (mio nonno), ai Giardini Palestro di Milano.

Milanese e gran lombarda, Melisa Garzonio, apparteneva ad una famiglia di industriali, come si diceva una volta. Il nonno Pietro (“il nostro tycoon”, come diceva lei), fondò una delle prime acciaierie d’Italia. Impresa industriale che nello specifico produceva molle d’acciaio, (ebbe tra i clienti la Piaggio), e fu poi ereditata dal padre, il commendatore e Cavaliere del Lavoro, Umberto Garzonio.

Vedi anche ‘Piazza Commendator Umberto Garzonio’ a Cuvio, (Varese, Lombardia), dove c’era la nostra casa di campagna, Villa Pinin, dal nome della mia cara, carissima nonna Pinin, (in via Camillo Benso conte di Cavour, n. 1) e il romanzo “Il pretore di Cuvio” di Piero Chiara (Arnoldo Mondadori Editore).

Vedi anche l’archivio storico del Corriere della Sera dal 1985 al 2019.

Villa Pinin, uno scorcio del parco gotico con la piscina. “La mia infanzia era un giardino d’argentee fonti nei prati zampillanti, alberi antichi spegnevano l’ardore dei miei sogni nel freddo di favolose ombre turchine…”. Hermann Hesse, Giardino d’infanzia
Villa Pinin, prospettiva del parco gotico con il gazebo. Cuvio, (Varese, Lombardia)
Villa Pinin, scorcio del parco gotico, con la fontana in lontananza tra i cespugli a forma geometrica. Cuvio, (Varese, Lombardia)
Villa Pinin, e dopo la ‘grottina di Lourdes’, nel sentiero con le ortensie blu viola, ecco il pozzetto, salendo verso la parte alta del parco. Cuvio, (Varese, Lombardia)
Villa Pinin, uno scorcio del parco gotico andando verso la parte alta, con la piscina e più in là, il boschetto. Cuvio, (Varese, Lombardia)
Villa Pinin, un angolo d’edera vicino alla piscina, nel parco. (Dettaglio di una grande fotografia su tavola di legno).
Villa Pinin, un angolo del parco gotico, (parte alta), andando verso la piscina, e più in là, il mio amato boschetto, dove in autunno raccoglievo sempre le castagne. Cuvio, (Varese, Lombardia)
Villa Pinin, un angolo del parco con il pergolato d’edera, andando verso il boschetto. « E intanto a me remoto canta, in lontananza, l’ondeggiar di cime del mio freddo giardino, come risuona più bello di una volta se il mio ascolto è più intimo e segreto. » (Hermann Hesse, In Giardino)
Una primavera degli anni ’60. Melisa Garzonio, mia madre, la nostra ‘Rocky’, come la chiamava mio padre, Virgilio, mentre cammina nel parco di Villa Pinin, a Cuvio, il nostro luogo di una vita, poco tempo prima della nascita di mio fratello, Andrea. Foto scattata da mio padre, Virgilio. “Eravamo due ragazzi al culmine dell’amore.” Melisa Garzonio

“Mi ricorda la camera della mia mamma a Cuvio. Affacciata così sui tigli del parco… me l’ha mandata Silvia.” Melisa Garzonio.

(Dal Diario di mia madre, Melisa Garzonio)

Nella foto, un dipinto di Stanislav Zhukovsky, Intérieur à fleurs rouges (pivoines) del 1929, che le inviai per il suo progetto editoriale intitolato “Le case dipinte” (Ottobre 2017); di cui farò il possibile perché possa realizzarsi, in qualsiasi forma d’Arte.

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Silvia S. Castello © 🎼

Autrice/Artiste, UK Royal Reporter. (Journaliste, già correspondant diplomatique près le Saint-Siège). American Notes. Cultural Politics & Ideas