Il Nero di Rembrandt

Silvia S. Castello © 🎼
2 min readDec 5, 2022

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Infiniti neri vivono in un nero.

Notturni luminosi: lancianti chiarità e penombre attraversano i fogli di Rembrandt Harmenszoon van Rijn — come il presagio del Vero. “Nunc videmus per speculum et in enigmate” scrive San Paolo (nella seconda ai Corinzi), autore che il protestante di Leida doveva conoscere. Così, la peculiarità della sua arte è una approssimazione implacabile e lenta all’ultimo confine della rappresentabilità. Rembrandt “vuole affacciarsi fino alle soglie del mistero e ci riesce, nelle stampe più che nella pittura. Perché il segno dell’acquaforte e della puntasecca più di ogni altro procedimento tecnico arriva a restituirci la vita segreta delle cose, tocca livelli di percezione preclusi alla pittura” — spiega Antonio Paolucci, inaugurando la mostra nel cuore del cattolicesimo romano: “Immagini tra cielo e terra” nelle Stanze di Raffaello, alla presenza di Silvia di Svezia e Beatrix d’Olanda. “Oltre il confine della comprensione quasi filosofica del mistero del Vero raggiunto dalle stampe di Rembrandt, non si può andare” — sottolinea il direttore dei musei del papa. Di fatto, il foglio che ci sta davanti esce dai suoi confini, come La Ronda di Notte che è immersione totale dentro l’umanità, mistero che incombe e struggente bellezza del mondo. “Chi conosce le stampe di Rembrandt sa che in quei fogli c’è tutto”.

Rembrandt, La Ronde de Nuit

(da un mio articolo sulla prima volta di Rembrandt ai Musei Vaticani, con l’esposizione “Immagini tra cielo e terra” a cura di Antonio Paolucci, pubblicato su The Global Times — World Affairs & Ideas, Novembre 2016)

Da Il Nero di Rembrandt a Il sogno della Notte di Andrea.

Appunti per un’introduzione alla mia prossima mostra d’arte a Parigi (2023). Dedicata a mio fratello Andrea

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Silvia S. Castello © 🎼

Autrice/Artiste, UK Royal Reporter. (Journaliste, già correspondant diplomatique près le Saint-Siège). American Notes. Cultural Politics & Ideas