Traduzione dell’originale a cura di Il_Mars_
Cari lettori,
benvenuti su The Bitcoin ESG Forecast #002.
La mia ultima edizione (traduzione disponibile qui) illustrava le prove di un cambiamento di narrativa attorno agli aspetti ESG di Bitcoin. Questa settimana sono disponibili tre nuove metriche che misurano come Bitcoin si stia avvicinando all’accettazione da parte degli investitori istituzionali, in particolare tra i 23 bilioni di fondi ESG del mondo.
C’è anche un sorprendente cambiamento di narrativa dell’ultimo minuto (nel paragrafo “Ultima ora”)
Riassunto delle analisi
Nuovi massimi storici #1: mitigazione delle emissioni di metano
Di cosa di tratta: la quantità di emissioni neutralizzate del network Bitcoin distruggendo il metano che sarebbe invece stato liberato nell’atmosfera.
Perché è importante: la recente edizione della COP28 si è concentrata sul metano. Il mining di Bitcoin è lo strumento perfetto per mitigare le emissioni di questo gas serra in modo economicamente sostenibile.
In quattro anni, e senza sovvenzioni, il mining di Bitcoin ha compensato 1 tonnellata di emissioni su 13 grazie allo sfruttamente del metano.
Questo include miner come Vespene, che usano il gas derivante dalle discariche che altrimenti verrebbe semplicemente immesso nell’atmosfera e producono energia per minare Bitcoin.
Nuovi massimi storici #2: mining con le energie rinnovabili
48 società di mining di Bitcoin, ovvero il 61,5% di tutti i miner conosciuti, utilizzano energia sostenibile. Di questi, quasi il 18% di tutti i miner noti utilizza metano inutilizzato che verrebbe altrimenti immesso nell’atmosfera, contribuendo ai cambiamenti climatici.
Perché è importante: le aziende di mining sono spesso accusate di utilizzare soprattutto combustibili fossili. Tuttavia, i dati smentiscono queste accuse. Secondo le nostre ricerche, non c’è nessun altro settore con una percentuale così alta di attori che utilizzano esclusivamente energia rinnovabile.
Nuovi massimi storici #3: la quota di mining non collegato alle reti elettriche raggiunge il 29,8%
Di cosa si tratta: al contrario della maggior parte degli altri settori, i miner di Bitcoin non devono per forza sfruttare la normale rete elettrica. Possono ottenere energia da chiunque la produca. L’energia può provenire dall’idroelettrico, dall’eolico, dal solare o anche da una discarica. Ovviamente può anche essere prodotta fuori dalla rete utilizzando combustibili fossili.
Perché i miner si allontanano dalla rete elettrica? La corrente è meno costosa.
Da dove proviene questa energia a basso costo? Solitamente si tratta di energia rinnovabile (il 75,3% del mining di Bitcoin off-grid utilizza energie rinnovabili). Non è sorprendente: il costo delle energie rinnovabili è diminuito drasticamente negli ultimi 15 anni.
Come in altri settori, i miner di Bitcoin cercano il profitto. Al contrario di altri settori, invece, il profitto li incentiva a cercare energia a basso costo che altrimenti verrebbe sprecata (e quindi solitamente sostenibile).
Il mining di Bitcoin è un ottimo esempio di come l’incentivo economico combaci con le necessità ambientali.
Nota: il modello di Cambridge non include il mining non collegato alla rete elettrica ed è uno dei motivi per cui ha sempre sottostimato l’attività condotta con energie rinnovabili.
Come spiegare ai nocoiner che Bitcoin può essere un asset ESG?
Questa mattina è stato pubblicato il mio podcast con Trey Walsh in cui abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso e provare a spiegare come parlare ai profani di Bitcoin dei suoi benefici ambientali. Pertanto, credo sia una risorsa preziosa.
*L’idea viene dal mio libro “How to Change the World With One Pitch”
Ultima ora
Ho di recente concesso un’intervista al Financial Times. Hanno scritto “Beyond COP28: A fresh look at bitcoin’s ESG credentials” (“Oltre la COP28: uno sguardo alle credenziali ESG di Bitcoin”), un cambiamento netto nella loro narrativa.
Questo mese ho anche scritto qualche articolo per Bitcoin Magazine:
Note
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