Il mining di Bitcoin a beneficio delle comunità rurali — il caso Gridless

Il_Mars_
5 min readJan 7, 2024

--

This articles is also available in English.

Introduzione

Nel 2023 abbiamo assistito a un profondo cambiamento nella narrativa mainstream relativa al mining di Bitcoin. Il mining è stata a lungo associato dai media mainstream all’inquinamento, allo spreco di energia e addirittura al furto di energia a causa degli accordi tra i miner e i fornitori di elettricità. Tuttavia, grazie al lavoro di importanti sostenitori del mining di Bitcoin e di ambientalisti come Daniel Batten (e all’interesse “improvviso” per Bitcoin di fondi d’investimento come Blackrock e Fidelity), nel 2023 i media mainstream hanno iniziato a parlare delle esternalità positive del mining di Bitcoin e a spiegare perché svolgerà un ruolo cruciale nella transizione verso un’economia basata sulle energie rinnovabili.

In questo articolo vi parlo di un progetto di mining di Bitcoin che trovo particolarmente affascinante perché mostra molto bene come il mining possa migliorare le condizioni di vita di alcune comunità (soprattutto nei paesi emergenti), aiutare la transizione verso un’economia verde e decentralizzare ulteriormente la rete.

Gridless: la frontiera del mining di Bitcoin in Africa

Gridless è una società di mining con sede in Kenya che si concentra sullo sviluppo di piccoli impianti di produzione di energia in comunità rurali piccole e isolate. Come spiegano chiaramente in questo articolo, affinché villaggi, città e Paesi possano partecipare all’economia del XXI secolo, è essenziale che abbiano accesso all’elettricità e a internet. Pensate alla differenza che può fare: grazie all’accesso all’elettricità e a internet, le persone e gli imprenditori possono iniziare a utilizzare dispositivi elettronici ed essere connessi al mondo intero per imparare e condividere idee, prodotti e servizi. Inoltre, l’elettricità migliora immediatamente la qualità di vita: immaginate di vivere isolati da una grande città e dalla rete elettrica principale e di dover smettere di lavorare molto presto perché non avete un’illuminazione adeguata, e diventa persino pericoloso uscire. Immaginate di non poter utilizzare tutti i dispositivi, gli strumenti e gli elettrodomestici più comuni che abbiamo la fortuna di avere in Occidente, che permetterebbero alle persone di aumentare la produttività e di risparmiare un sacco di tempo e di energia che potrebbero utilizzare per altri progetti.

Sebbene gli ambientalisti miopi in Occidente vorrebbero che consumassimo meno e usassimo meno energia, è evidente che il consumo di energia va di pari passo con la prosperità ed è essenziale per il progresso di qualsiasi civiltà. Tuttavia, la sfida consiste nello sviluppare forme di energia migliori che possiamo utilizzare riducendo al minimo il nostro impatto sull’ambiente.

L’Africa è un continente notoriamente ricco di risorse naturali e rinnovabili, eppure secondo l’Alliance for Rural Electrification circa 600 milioni di persone nell’Africa subsahariana non hanno accesso all’elettricità. Ma se queste aree hanno un grande potenziale per la produzione di energia, come mai non ne hanno a disposizione? Come sempre, è una questione di soldi.

Gridless si concentra su comunità rurali piccole e isolate che non hanno accesso alla rete elettrica principale. Spesso queste comunità avrebbero le risorse per produrre energia in autonomia, ma il problema principale è che la domanda sarebbe troppo bassa per giustificare l’investimento per costruire gli impianti di produzione. Oppure, il prezzo che dovrebbero pagare per l’elettricità sarebbe troppo alto. Inoltre, questi impianti avrebbero difficoltà a scalare la loro produzione: anche se ricevessero elettricità a prezzi accessibili, ci vorrebbe tempo prima che queste comunità inizino a utilizzare dispositivi elettronici ed elettrodomestici in misura tale da giustificare ulteriori investimenti per aumentare la produzione di energia. Questo problema è comunemente noto nel mondo delle startup come Death Valley Curve.

Ci pensa Bitcoin

Il problema principale di questi siti di produzione è la mancanza di domanda. Ed è qui che entra in gioco Gridless. Come sappiamo, il mining di Bitcoin consuma costantemente energia e i miner sono incentivati a cercare la fonte di energia più economica disponibile sul mercato. Pertanto, i miner possono agire come acquirenti di ultima istanza e contribuire allo sviluppo degli impianti di produzione. Grazie al mining di Bitcoin, i fornitori di elettricità sanno che avranno sempre una domanda molto alta e costante per l’energia che producono. Inoltre, questa domanda è estremamente flessibile, perché i miner possono spegnere i loro ASIC in un secondo nel caso in cui la domanda subisca un’impennata improvvisa. Gridless utilizza l’energia in eccesso prodotta da questi impianti per minare bitcoin. Dato che questa energia andrebbe altrimenti sprecata, possono negoziare con i fornitori e ottenere un prezzo estremamente competitivo. Potrebbero addirittura ottenere l’energia gratuitamente e ridistribuire parte dei ricavi ottenuti con il mining.

“In Africa ci sono 600 milioni di persone che non hanno accesso all’elettricità. Sono tantissime. Rappresentano due terzi del totale della popolazione mondiale che non ha accesso all’elettricità. Quindi, quello che dovremmo fare è concentrarci su come incentivare la produzione di energia in questo continente. Il mining di Bitcoin è l’anello mancante”. — Erik Hersman, co-fondatore di Gridless, al podcast What Bitcoin Did

Tutte le parti beneficiano di questo sistema:

Produttori di elettricità: sanno che venderanno sempre tutta l’energia che producono. Questa domanda molto elevata e costante consente loro di pianificare in anticipo e di scalare molto più rapidamente. Inoltre, sono incentivati a scalare e a produrre di più, perché aumenteranno i profitti.

Comunità: all’improvviso, queste comunità isolate in cui opera Gridless hanno accesso a un’energia pulita e conveniente, che migliorerà notevolmente la loro qualità di vita, dato che possono abbandonare altre forme di energia pericolose e inquinanti come il cherosene, utilizzare dispositivi elettronici, strumenti ed elettrodomestici e migliorare il sistema di illuminazione.

Miner: i miner hanno a disposizione una fornitura costante di energia a buon mercato che possono usare per minare bitcoin e massimizzare i profitti.

Rete Bitcoin: il business model di Gridless contribuisce inoltre a decentralizzare ulteriormente la rete di mining in tutto il mondo. L’Africa è ancora sottorappresentata nell’industria di mining e sviluppando piccoli impianti di produzione di energia nelle comunità isolate la rete diventa più forte e più resistente. Nel 2023, Gridless ha lavorato a 6 impianti di mining in 3 Paesi (Kenya, Malawi e Zambia) e ha contribuito a incentivare la produzione di energia idroelettrica, geotermica, da biomassa e solare.

Conclusione

Gridless è solo un esempio dell’impatto positivo che il mining di Bitcoin può avere sulle comunità di tutto il mondo. Grazie al suo meccanismo di incentivi, il mining di Bitcoin è probabilmente lo strumento migliore che abbiamo per passare a un’economia verde senza ridurre il nostro consumo energetico e senza regredire come società. Poiché gli incentivi sono perfettamente allineati, tutti possono agire per interesse personale e questo incentiva la produzione di energia pulita in tutto il mondo, senza dover ricorrere a sussidi governativi. Per quanto mi riguarda, le esternalità positive del mining di Bitcoin sono uno degli aspetti più affascinanti di questa tecnologia, anche perché non posso credere che Satoshi le avesse previste. E la prossima volta che sentirete qualcuno dire che il mining di Bitcoin consuma troppa energia e che dovrebbe passare alla proof of stake, mostrategli questo articolo!

Gridless:

Fonti:

Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo articolo! Se l’avete trovato utile, condividetelo per raggiungere più persone possibili. Non dimenticatevi di seguirmi su Twitter per non perdervi i miei contenuti relativi a Bitcoin!

--

--