Siamo già nel Metaverso?

La parola Metaverso sta rivoluzionando il mondo digitale e questo a 30 anni esatti dalla sua prima apparizione nelle pagine del romanzo cyberpunk “Snow Crash” di Neal Stephenson. Le grandi Tech Company sono impegnate in una corsa alla costruzione dei propri universi digitali vedendo in essi il futuro del Web. In quest’occasione ci siamo chiesti se quello che stiamo vivendo si avvicina all’idea dello scrittore visionario.

Blog Inputidea
5 min readMay 27, 2022
Siamo già nel Metaverso?

È il Giugno del 1992 quando sugli scaffali delle librerie americane compare un romanzo che descrive una società divisa tra un mondo fisico e uno virtuale, dove l’umanità poteva costruirsi due esistenze differenti. Nel 2022, da Facebook che decide di rinominarsi Meta fino al pieno sviluppo di tecnologie blockchain, potrebbe sembrare di essere a un passo dal mondo descritto nel romanzo “Snow Crash”.

Questa credenza deve però fare i conti con le difficoltà reali che si hanno nel dare una definizione al concetto stesso di Metaverso. In primo luogo perché è ancora in una fase embrionale del suo sviluppo, con numerose aziende che si stanno aprendo solo ora all’idea. Inoltre la parola stessa non fa riferimento a una tecnologia precisa, ma piuttosto a nuovi spazi, modalità e regole di interazione tra utente e digitale.

Alla scoperta del metaverso, ma quale?

Il primo e più evidente punto di differenza tra la condizione attuale del metaverso e quella uscita dalla penna dell’autore riguarda la molteplicità di realtà digitali che in questi mesi stanno venendo annunciate. Infatti nel romanzo del ’92 si parlava di un unico e globale metaverso. Questo significa che ogni utente accedendovi si ritrovava nello stesso spazio di chiunque altro, andando a costituire un secondo mondo condiviso che nessuno controllava direttamente. Questo presupporrebbe la collaborazione tra tutte le più grandi aziende del settore tecnologico per sviluppare un unico grande progetto, permettendo così a ogni utente di muoversi liberamente all’interno di un solo spazio. Ma tale scenario ci pare altamente improbabile, quantomeno al momento.

In questo periodo storico si assiste infatti a una agguerrita competizione tra diverse aziende impegnate nella costruzione di un proprio metaverso, nel quale regnare incontrastate. Un esempio? Oltre al Metaverso promosso da Zuckerberg, altri player stanno cercando di crearne uno proprio. Si pensi a Microsoft che, consapevole che il medium videoludico è la base ideale su cui sviluppare un proprio metaverso, ha da poco acquisito, per la modica cifra di 70 milioni di dollari, Activision, una delle più importanti società di videogame a livello mondiale.

Siamo già nel Metaverso

Un altro mondo o una realtà potenziata?

Proseguendo lungo le difficoltà che permettono al metaverso del romanzo di realizzarsi concretamente si incontrano le differenti visioni tra metaverso come realtà virtuale (coerente con quella descritta da Stephenson) e realtà aumentata. Qui a essere messe in discussione sono le modalità di interazione tra l’utente e il digitale.

Con la prima corrente di pensiero si intende un metaverso in cui ambiente digitale e fisico sono due spazi ben distinti. In un momento quindi si può essere nel mondo virtuale e in quello seguente disconnettersi per ritornare alla realtà fisica. In questo tipologia si può andare a inserire il concetto di metaverso promosso da Zuckerberg. Per il padre di Facebook ci si muoverà in uno spazio totalmente digitale attraverso l’utilizzo di un avatar, si acquisteranno e si interagirà con beni composti da 0 e 1.

Per quanto riguarda un approccio improntato alla realtà aumentata si intende invece una modalità di interazione in cui il digitale si sovrappone alla realtà fisica. Questa visione si allontana dal metaverso per come descritto in “SnowCrash”, ma costituisce una valida alternativa promossa da Evan Spiegel, co-fondatore di Snap. Infatti l’imprenditore statunitense è scettico rispetto a un futuro totalmente incentrato su una netta separazione tra digitale e fisico. Per questo motivo tecnologie come droni e occhiali per la realtà aumentata sono al centro dei suoi interessi.

Si può dire quindi che il concetto reale di metaverso si posiziona tra queste due visioni opposte, andando a costituire un ambiente digitale che interagisce con quello fisico. Un caso nato come provocazione, ma che può essere letto come esemplare in questo senso è la campagna di promozione della Heineken Silver. Infatti il suo nuovo prodotto, la prima birra virtuale, è stato presentato su Decentraland, uno dei molti universi digitali nati in questo periodo. Ovviamente, consapevoli dell’impossibilità di bersi dei pixel, è stata realizzata anche una sua versione fisica. Per celebrare il lancio l’azienda ha inaugurato a Milano un temporary bar unico nel suo genere, caratterizzato da display, luci, telecamere buttafuori virtuali, DJ-ologrammi e menù digitali. Solo una trovata pubblicitaria o una innovativa esperienza utente?

Blockchain come certificati di proprietà nel Metaverso

Infine parlare metaverso significa dover fare chiarezza anche sul ruolo di blockchain e NFT. In altri articoli abbiamo parlato in maniera approfondita del valore reale che questi oggetti hanno da una parte per il futuro del marketing e dall’altra per l’evoluzione dei social media.

Per comprendere come si integrano a un universo digitale è necessario capire che nel metaverso potremmo essere in grado di vivere la futura quotidianità e accumulare ricchezze (molto meno virtuali di quanto potrebbe sembrare). Questo significa avere bisogno di una tecnologia che assicuri agli utenti la proprietà dei propri prodotti digitali. In questi termini la blockchain rappresenta il sistema di certificazione (smart contract) e gli NFTs i prodotti digitali certificati. Qualora si decidesse di effettuare un acquisto per il proprio avatar all’interno di uno degli universi virtuali sarà necessario assicurarsi che una volta consegnato non sia possibile la sua duplicazione e utilizzo da parte di altri utenti.

Perché non siamo nel Metaverso e forse non ci saremo mai

Le tecnologie e le stesse riflessioni riguardanti questo universo digitale sono in continua evoluzione e cambiamento. Quello che è certo è che siamo ancora lontani dall’idea di metaverso descritta nel 1992 e forse, anche quando si giungerà a una situazione stabile di questo concetto, ci troveremo in un mondo molto differente rispetto a quanto ipotizzato. Cercare comunque di comprendere la situazione attuale non è solo un esercizio di stile. Quale che sarà l’evoluzione di queste piattaforme è importante per chi fa marketing rimanere aggiornato in modo da stimolare riflessioni creative su come gli oggetti digitali, e le inedite possibilità da essi conferite, potranno essere utilizzate nei diversi settori.

Siamo già nel Metaverso

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