Corruzione nel giornalismo Italiano
Visto che la tematica della corruzione etica del giornalismo dei videogame è in voga, oggi parliamo della recensione di “NERO”.
Alberto Belli è uno dei creatori del videogioco per XBOX “NERO”; entrò a far parte della Vigamus Academy nel Settembre 2014. Marco Accordi è un giornalista, nonchè direttore della suddetta Academy.
Marco e Alberto sono colleghi da circa un anno.
Marco Accordi scrive una recensione sul gioco NERO il 15 Maggio 2015, dove loda il gioco con un 9/10:
Ma il problema qual’è? Che Marco non ha specificato da nessuna parte nell’articolo che Alberto, il creatore del prodotto che sta promuovendo, lavora per la stessa società di cui lui è fondatore; un lettore quindi, prenderà la recensione seriamente e forse comprerà il prodotto, basandosi su informazioni risultanti da un conflitto etico non dischiuso.
Ho cercato di esporre la cosa nella sezione commenti del sito di Boffa, ma i commenti venivano censurati a pochi secondi/minuti di distanza.
Ciò nonostante, sono partito in buona fede e ho intervistato Marco Accordi su Twitter, che si è dimostrato subito disponibile ad esporre i legami tra lui e Alberto nell’articolo, ma ha specificato che l’unico che può modificare l’articolo è il fondatore di videogiochi.it, Roberto Buffa. Ci siamo quindi cordialmente salutati.
A questo punto ho riformulato la richiesta al signor Buffa:
Semplice vero? Informare il lettore che stai promuovendo un prodotto creato da un collega; questo sta alla base dell’etica e trasparenza giornalistica.
Ma Buffo non la pensa così, per qualche ragione si sente minacciato dal codice del giornalismo etico e reagisce bruscamente, lanciando sospettose e imbarazzanti minacce:
Perchè questa reazione di fronte a una richiesta di trasparenza nei confronti dei consumatori, signor Buffa? Forse preferiva quando il consumatore non metteva bocca sulle questioni etiche e si poteva promuoversi tra amici e amichetti senza dirci nulla? Proprio come i commenti sul sito che espongono conflitti etici anti-consumatore vengono censurati?
Beh, i tempi sono cambiati.
Il consumatore non è più la mucca da mungere fino all’ultima goccia, adesso abbiamo degli standard etici e agiamo di conseguenza. E tapparci la bocca non funzionerà.