La storia di Bologna: dall’alto della Torre degli Asinelli a Palazzo Pepoli.

LabUNDER
6 min readAug 5, 2018

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Finalmente un weekend senza lavoro e mia cugina Deborah dalla provincia di Cremona viene a trovarmi. Ci incontriamo in stazione e fin da subito inizia a prendermi in giro per la mio strano dialetto cremonese, nel mio tentativo di ricordarmelo e il suo continuare a correggermi. Deborah ha appena finito la maturità e ha bisogno di svagarsi. Bologna in estate non è il posto migliore per rilassarsi, l’afa non perdona, ma non avendo mai visitato il capoluogo emiliano dove vivo da ormai quattro anni, ci muniamo di acqua fresca e ci dirigiamo verso il centro.

Il bus ci lascia a due passi dalle Due Torri e appena indico a Deborah i monumenti il suo sguardo si innalza e si inclina a seguire la pendenza della Torre Garisenda. Seguendo il detto che se sali sulla Torre degli Asinelli prima di concludere gli studi non ti laurerai mai — anche se tutte le mie amiche di facoltà hanno affrontato la torre prima del grande successo e si sono laureate prima di me — non ho mai percorso i 498 scalini. Propongo a mia cugina l’avventura e lei, senza esitare un secondo, acconsente. Dopo aver comprato i biglietti attendiamo il nostro turno sedute lungo Strada Maggiore.
Arrivato il momento di entrare siamo le prime della fila e incominciamo ad affrontare gli scalini stretti, a tratti scivolosi e che sembrano non finire mai. Ad ogni rampa di scala il nostro pensiero comune è “ma chi ce lo ha fatto fare con questo caldo?”. Siamo nel percorso e dobbiamo salire anche perché il panorama che si può osservare dalle piccole finestre è davvero imperdibile. Arrivate in cima alla torre il panorama è mozzafiato e l’aria fresca ripaga tutta la fatica.

Non avevo mai osservato Bologna dall’alto. Indico a mia cugina i diversi quartieri dove ho vissuto in questi anni, riconosco le strade percorse durante gli anni di studio, i locali e i portici vissuti con amici, come me fuori sede e oggi così lontani, e mi rendo conto che Bologna parla anche di me.

Scendiamo la torre così velocemente che non sembra di essere state pochi minuti prima a 97,20 m di altezza. Dopo aver percorso via Rizzoli verso la Fontana del Nettuno, aver osservato Piazza Maggiore, ammirato la Basilica di San Petronio e percorso via d’Azeglio, decidiamo di visitare il luogo migliore dove percorrere nella storia la città di Bologna: Palazzo Pepoli.

Cuore di Genus Bononiae. Musei nella Città, Palazzo Pepoli rappresenta un percorso museale dedicato alla storia, alla cultura e alle trasformazioni di Bologna, dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni. Le alterne vicende della comunità locale vengono raccontate con tecniche espositive scenografiche ed interattive per molti versi inedite nel nostro Paese. La splendida cornice del palazzo medievale, reinventato, restaurato e allestito dall’architetto Mario Bellini, e il progetto grafico, curato dall’architetto Italo Lupi, rendono la visita al museo un’esperienza unica.”
(
https://genusbononiae.it/palazzi/palazzo-pepoli/).

Ci avviamo verso via Castiglione e al civico 8 il portone ci invita ad entrare. L’ingresso del Museo è d’impatto: la passerella che porta alla biglietteria permette di osservare l’imponente cartina della città.

Dopo essere state accolte ed aver ritirato le audioguide cogliamo immediatamente la convivenza tra il palazzo medioevale e la contemporaneità: nello spazio centrale del museo si innalza una torre di vetro e acciaio illuminata dalla luce naturale e nel perimetro intorno le pareti ospitano anche opere dello street artist Blu, staccate insieme a sezioni di muri cittadini su cui sono state realizzate.

Ci incamminiamo all’ingresso della prima sala del Museo e siamo immediatamente catapultate nell’epoca etrusca. Accanto e intorno a noi la riproduzione di una strada antica ci invita a percorrerla. Da questa sala in poi è una visita di scoperta della città di Bologna tra diverse epoche in un percorso che unisce reperti e documenti storici con insegne neon che illuminano dall’alto e con colori diversi le sale e ci segnalano le diverse tematiche.

Io e Deborah ogni tanto ci perdiamo di vista, ognuna è catturata da diversi stimoli: oggetti, documenti, personaggi o parole raccontate dall’audioguida.

Quando ci rincontriamo siamo davanti al tratto del decumano di Bologna romana rinvenuto nel 1959 sotto via Rizzoli. Nella sala un gioco di specchi ci catapulta nello stesso luogo in cui ci trovavamo prima di entrare in museo ma a qualche anno di distanza. Una riproduzione della Torre degli Asinelli si lascia osservare e uno sguardo di intesa con mia cugina mi fa sorridere. Continuiamo il percorso. Una porta ribassata rispetto al livello in cui ci troviamo ci fa scoprire la città sotterranea delle acque.

Perdo di nuovo di vista Deborah. Vengo assalita della Battaglia di Fossalta, fino a quando ritrovo mia cugina intenta a contare su un pannello le figure che vede riprodotte: sono i componenti della famiglia Bentivoglio. Il titolo del pannello cita I più grandi e gli ultimi Signori di Bologna. Una storia di sangue e passione”. Di fronte a noi incontriamo anche due statue che riproducono i coniugi Bentivoglio. Ci complimentiamo con la Signora per aver donato a suo marito 16 eredi e proseguiamo.

Ci ritroviamo nella corte coperta dove saliamo la torre centrale, che scopriamo essere denominata la “Torre del Tempo”. Il percorso del Museo continua nella torre con sezioni dedicate allo scorrere del tempo, focus su Bologna universitaria e nelle sale in sezioni tematiche più specifiche raccontando la città dotta dalla storia delle piazze, agli artisti protagonisti in città, dalla musica al cinema. Scopro che Palazzo Pepoli riesce a raccontare tutta Bologna ed ad invitarti ad approfondire i tanti temi nei diversi musei cittadini.

Successivamente la mia attenzione si concentra su un pannello che riporta il titolo “Bologna parla — Vocali, consonanti, accenti, grammatica”. Un video accompagna il testo, non esito: afferro le cuffie e lo ascolto. Deborah mi si avvicina, le allungo l’audio e cerchiamo di comprendere il dialogo tra due signori che parlano in dialetto bolognese. Per fortuna il video riporta i sottotitoli. Rimaniamo affascinate e cerchiamo di riprodurre alcuni suoni, ma senza successo. Cerco di esaltare il nostro dialetto cremonese, Deborah mi prende in giro perchè sbaglio di nuovo le vocali e gli accenti. Ci confrontiamo su quanto sia bello poter scoprire dialetti, abitudini e storie diverse e creare un confronto, nella speranza che queste non vengano mai dimenticate e perse.

Deborah non è affascinata dai Musei come me ma si è lasciata trasportare da questa visita e mi ha fatto piacere trovare, in un luogo che mia cugina vede distante da sé, qualcosa su cui potrà riflettere; anche se questo ha aumentato gli attacchi identitari dovuti al mio confuso accento.

Se volete visitare i luoghi citati in questo articolo:

Le due torri: Garisenda e degli Asinelli, Piazza di Porta Ravegnana.
Orari:
Torre Asinelli
Dal 1 marzo al 5 novembre 09:30–19:30.
Fasce orarie: 09:30; 10:15; 11:00; 11:45; 12:30; 13:15; 14:00; 14:45; 15:30; 16:15; 17:00; 17:45; 18:30.
Dal 6 novembre al 28 febbraio 09:30–17:45.
Fasce orarie: 09:30; 10:15; 11:00; 11:45; 12:30; 13:15; 14:00; 14:45; 15:30; 16:15; 17:00.
Torre Garisenda: non visitabile.

Palazzo Pepoli, Via Castiglione 8.
Orari:
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10–19 (ultimo accesso consentito alle ore 18).

Per maggiori informazioni:
https://www.duetorribologna.com/
https://genusbononiae.it/palazzi/palazzo-pepoli/

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18 ragazze e ragazzi, Bologna e il racconto inedito dell'attivismo civico e culturale dei suoi abitanti.