Una cena speciale: l’Iftar street a Bologna

LabUNDER
3 min readJun 22, 2018

--

Nel pieno della notte, una voce si alza invocando Dio. Tante altre voci la seguono, con solerzia si innalzano chiedendo perdono al Creatore. Un’atmosfera che avvicina i cuori, uniti in una preghiera condivisa nella notte buia, che accoglie le voci disperdendole come polline al vento.

Ramadan, il mese della preghiera e del Corano, il mese in cui l’uomo mette da parte se’ stesso in questa vita e pensa al futuro, qualunque esso sia. La bontà stracolma, gli atti di generosità animati da un sentimento puro diventano norma. La routine si rompe e all’improvviso ci si ritrova in un clima che richiede silenzio, riflessione e amore. Amore per il prossimo, per la propria famiglia, ma soprattutto amore per se’ stessi. Al di là di ogni privazione, Ramadan fa da specchio all’anima, il riflesso delle proprie azioni si fa chiaro, traspare su una superficie fragile, difficile, però, da superare. Dall’altra parte, la tranquillità dell’animo, felice di poter essere all’altezza di questo mese benedetto. Ramadan, un mese speciale, in cui la frenesia e il ritmo serrante dettate dalle nostre vite vengono rallentate dalla visita di un ospite tanto atteso che bussa alle porte dei musulmani portando con sé gli ingredienti per renderci persone migliori.

Sotto un’insegna di condivisione e fratellanza si è tenuto, per il secondo anno, l’Iftar in città, organizzato dalla Comunità Islamica di Bologna. Iftar è il pasto serale consumato dai musulmani che interrompe il digiuno quotidiano durante il mese islamico del Ramadan.

Una settimana dopo l’Iftar in città, il nostro ospite se ne va in punti di piedi, lasciandosi una nuvola di piacere alle spalle: l’odore di caffè e di dolci di primo mattino. Mai colazione è stata più attesa. Dopo un mese di sacrifici e di preghiere notturne, è arrivato il giorno in cui dobbiamo salutare Ramadan. I saluti, però, non sono mai facili, la magia che infonde questo mese, lascia dietro di sé un piccolo seme, così che, anche dopo la sua partenza, la bontà continui a germogliare e ad abbellire il cuore delle persone.

Che dire, le parole per descrivere ciò che è stato questo evento sono tante, qui trovate il reportage che racconta il fiume di emozioni condivise:

Con meraviglia ho ascoltato storie di persone che offrivano senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere riconoscimenti di alcun genere. Persone che, nonostante le ore di astinenza dal cibo e dall’acqua, hanno lavorato duramente per offrire al prossimo ciò di cui aveva bisogno. Dal pezzo di pane per rompere il digiuno, al sorriso di chi conosce le difficoltà di questo mese ma sorride sereno, sapendo che dall’altra parte c’è un fratello che, come lui, mira a migliorare se’ stesso.

Per quel che mi riguarda ho avuto l’onore di poter aiutare nell’allestimento e nello svolgimento della serata.

Insieme agli amici, abbiamo condiviso la gioia, la fatica e i sorrisi. Il chiacchiericcio di sottofondo, le risate che come tuoni si facevano sentire illuminando i volti delle persone con sorrisi spontanei e sinceri. Una “balotta” fantastica, anche per me che di natura tendo a stare all’interno dei miei confini; l’ambiente ha fatto da mediatore permettendomi di parlare anche con chi, non avrei mai parlato in condizioni normali.

In particolare, un uomo tunisino (sposato con una donna cinese) che mi ha aiutata ad allestire le decorazioni lungo la via e la cui conoscenza mi ha stupito e mi ha rallegrato. Non conosco il suo nome ma non mi preoccupa più di tanto. L’Iftar in città resta un faro per incontrare persone facendosi guidare dal caso e dal sorriso. E chissà magari l’anno prossimo avrò modo di conoscere persone con una storia ancora più unica e personale, com’è d’altronde ognuna delle nostre vite.

(Articolo di: Leila Garsi, Laboratorio Under)

--

--

LabUNDER

18 ragazze e ragazzi, Bologna e il racconto inedito dell'attivismo civico e culturale dei suoi abitanti.