Spiegatemi il telecomando della TV come se avessi cinque anni
Anche se non ho più la TV via cavo da un po’ di temp, ho ancora un televisore. Semplicemente uso una combinazione di Apple TV, Chromecast, e Roku per guardare ciò che voglio sullo schermo. Ed è fico perché l'unica volta che devo interagire con il telecomando della televisione è quando accendo il televisore o voglio regolare il volume. In altre parole uso due o tre pulsanti al massimo.
E mentre la mia situazione potrebbe sembrare un po’ anomala (anche se sta diventando sempre più la norma), non sono così sicuro che l’utilizzo che faccio del telecomando lo sia. Sembra che praticamente tutti usino pochi tasti sul proprio telecomando, indipendentemente dal modo in cui fruiscono dei contenuti video. Eppure, guardate il vostro tipico telecomando. Voglio dire, basta guardarlo:
Pazzesco. A che diavolo servono tutti quei tasti?
Voglio dire, credo di sapere a cosa serva la maggior parte di essi - riesco a leggere (anche se non so dirvi cosa sia il "PIP PR" o il "PIP PR +" o "ARC" o "Q.VIEW" o "REVEAL" o "INDEX" o quello giallo senza etichetta). Ma mi chiedo quanto spesso vengano utilizzati. E poi, perché sono lì.
La risposta ovvia è che ogni produttore di TV in realtà ha deciso di non progettare i propri telecomandi. Hanno invece buttato là ogni singolo pulsante che potrebbe essere utile anche solo al più piccolo sottoinsieme di utenti. E questo è il risultato: una vomitata di pulsanti.
I telecomandi venduti con la TV sono pessimi, ma quelli venduti assieme al decoder sono in realtà peggiori perché quasi sempre hanno una qualità costruttiva di merda. È come se una delle compagnie via cavo avesse detto, "Va bene, prendiamo questa cosa che è eccessivamente complicata e odiata dagli utenti odiano e cerchiamo di capire come renderla meno costosa e, quindi, peggiore"
Ecco qui:
Tutto ciò è interessante pensando al contesto del "futuro della televisione." La lungamente attesa Apple Television dovrebbe essere incentrata attorno a un nuovo paradigma di interazione con l’utente. Ma se è davvero ancora una scatola che si collega a un televisore esistente, tutti di noi avremo ancora a che fare con i telecomandi della vecchia scuola.
È la stessa situazione con l'attuale Apple TV (che ha un telecomando che è quasi troppo elegante e minimalista), il Chromecast (che non ha telecomando e si basa invece su di voi usando uno smartphone o un computer per controllarlo), e il Roku (che è bello ma ha un pulsante Blockbuster… Blockbuster !?).
In un certo senso, i telecomandi sono simili ai telefoni (sia fisso e cellulare). E ho il sospetto che vedremo una transizione simile al touch a un certo punto. Alcune persone lamenterenno il fatto che non potranno utilizzare i nuovi telecomandi senza guardarli, proprio come si lamentavano di questa cosa con gli smartphone.
La cosa divertente è che quando si prende in mano un telecomando per la prima volta (come spesso faccio ora nelle camere d'albergo per pura morbosa curiosità), si deve guardare non solo verso il basso per vedere cosa si sta facendo, ma si devono perdere almeno cinque minuti per studiarne il dannato layout. È solo quando si abitua la mano a raggiungere quei due o tre tasti fondamentali che il telecomando diventa comodo da usare.
E poi se si considera che la maggior parte delle persone hanno tre o quattro telecomandi in salotto, è follia.
Tutto ciò porta a questo:
Non sono sicuro che i telecomandi debbano essere progettati avendo in mente un bambino di cinque anni o una nonna.
Ma sono certo che almeno debbano essere progettati.