Ricordo di Gerald Bostock

Marco Fulvio Barozzi
3 min readJan 31, 2016

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Gerald Bostock è stato un talento precoce e sfortunato, una giovanissima meteora nel cielo del Parnaso. Nato circa nel 1964, a soli otto anni fu autore del poema utilizzato come testo nel concept album Thick as a brick dei Jethro Tull (1972). Il giornale locale utilizzato come copertina del long playing, il St. Cleve Chronicle & Linwell Advertiser, spiegava nella prima pagina come Gerald, soprannominato “il piccolo Milton”, ricevette un premio per il poema e come il premio fosse stato revocato perché il giovane autore aveva pronunciato la parola volgare «g…r» durante una trasmissione televisiva. Non si sa con esattezza quale fosse la parola sotto accusa, anche se alcuni sostengono che essa fosse goer, termine che può indicare una donna che gode sessualmente in modo esagerato. Il giornale riportava l’intero poema, sostenendo che i Jethro Tull avevano deciso di usarlo come testo del loro album (recensito nelle pagine interne), nonostante la disavventura capitata al giovanissimo autore. Eccone alcuni versi:

Thick As A Brick

Really don’t mind if you sit this one out.

My words but a whisper – your deafness a SHOUT.

I may make you feel but I can’t make you think.

Your sperm’s in the gutter – your love’s in the sink.

So you ride yourselves over the fields

and you make all your animal deals

and your wise men don’t know how it feels

to be thick as a brick.

(…)

See there! A son is born

and we pronounce him fit to fight.

There are black-heads on his shoulders,

and he pees himself in the night.

We’ll make a man of him

put him to trade

teach him

to play Monopoly

and not to sing in the rain.

Ottuso come un mattone

Davvero non m’importa se non ci fate caso.

Le mie parole non sono che un sussurro – la vostra sordità un URLO.

Posso farvi percepire, ma non posso farvi pensare.

Il vostro sperma è nello scarico – il vostro amore è nel lavandino.

E così vi cavalcate per i campi

e concludete le vostre faccende animalesche

e i vostri saggi non sanno come ci si sente

amessere ottusi come un mattone.

(…)

Guardate! Un figlio è nato

e lo dichiariamo pronto per la battaglia.

Ci sono punti neri sulle sue spalle,

e di notte si fa la pipì addosso.

Faremo di lui un uomo

Lo metteremo nel commercio

gli insegneremo

a giocare a Monopoli

e non a cantare sotto la pioggia.

La pagina interna del giornale riportava un articolo intitolato “Little Milton e le voci sulla gravidanza di una studentessa”, che riferiva delle accuse per il suo stato rivolte a Gerald Bostock dalla quattordicenne Julia Fealey (a sinistra di Gerald nella foto di copertina), anche se il suo medico dichiarava che la ragazza “stava ovviamente mentendo per proteggere il vero padre». È proprio vero che quando si cade in disgrazia si attirano gli avvoltoi.

Gerald Bostock, dopo questa vicenda, non ha più prodotto alcuna opera ed è scomparso dalla scena poetica e dalle cronache. Nel 2012, il leader dei Jethro Tull, Ian Anderson, ha pubblicato un album solista che si propone come il seguito ideale, anche nello stile, di Thick As A Brick. Nell’opera, intitolata TAAB2 (Thick As A Brick 2), il cantante e flautista si chiede che fine abbia fatto Gerald Bostock, arrischiando cinque ipotesi in altrettante canzoni: avido banchiere, omosessuale senza fissa dimora, soldato in Afghanistan, predicatore evangelista ipocrita, «uomo comune» che gestisce un negozio all’angolo. Alla fine dell’album, tuttavia, tutte le ipotesi sembrano suggerire un destino di cupa solitudine. In realtà di Bostock non si è saputo più nulla, e in molti pensano persino che non sia mai esistito.

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