Diritti e Libertà: La strada delle stelle

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2 min readApr 17, 2016

La storia di Mayel, il ragazzino afgano che sognava di giocare nel Manchester City. A cura di Marco Cesario da Parigi per Radio Bullets
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« Un giorno, giochero’ nel Manchester City ». A parlare non è un ragazzo qualunque. Lui si chiama Mayel, ha 14 anni ed è afghano. A Calais di afghani ce ne sono diverse centinaia, ragazzi ma anche famiglie intere che cercano disperatamente un passaggio verso l’Inghilterra. Mayel ha percorso più di 5.000 chilometri per arrivare qui. E’ partito dalla sua città natale, Mazar-e Charif in Afghanistan, ed ha raggiunto Calais a Gennaio scorso. Mayel è arrivato solo. Era partito con i suoi genitori e sua sorella ma ha perso i contatti con loro in Turchia.

« Non eravamo sullo stesso barcone per la Grecia — racconta Mayel ». Spesso i passeurs infatti non si fanno tanti scrupoli a separare le famiglie. « Non so se sono ancora vivi » dice Mayel e dentro di sé spera di ritrovarli al di là del mare, in Inghilterra. Per un paio di mesi Mayel vive nella Giungla di Calais. E’ un minore, completamente solo. Qui non conosce nessuno. Per fortuna viene notato da Marianne Humersot, avvocato volontario che lavora al Centro Giuridico della Giungla. « Lo vedevo spesso venire qui da noi, ci chiedeva aiuto » racconta. Dopodiché qualcosa si muove, la richiesta di asilo non viene respinta come al solito e Mayel diventa uno dei rari minori in stato di isolamento a ricevere l’autorizzazione a recarsi legalmente in Inghilterra per raggiungere suo zio che vive a Birmingham.

Una grande vittoria per gli attivisti ed il Centro Giuridico di Calais che si è prodigato per lui, una splendida notizia per Mayel, che aveva messo tutte le proprie speranze in quel viaggio. E adesso ? « Voglio andare a scuola e voglio giocare a calcio » dice sul treno Eurostar che lo porta verso l’agognata Inghilterra. « Vorrei giocare nel Manchester City ». Una storia che si conclude bene per Mayel ma non per gli oltre 300 minori isolati che vivono attualmente nella Giungla. Il più piccolo tra loro è un ragazzino di soli 8 anni. Chissà se anche questo bambino, di cui non si conosce neppure il nome, riuscirà a trovare la sua famiglia o se sarà magari adottato da qualcuno. Lo si potrebbe chiamare Mayel, in ricordo di quel ragazzino che un giorno, nella lontana Mazar-e Charif in Afghanistan, sogno’ di giocare nel Manchester City e pur di raggiungere il suo sogno percorse da solo migliaia di chilometri, seguendo il percorso delle stelle e del suo cuore.

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