Il fascino di Satana nei versi di Milton

Sarah Colautti
4 min readDec 16, 2015

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Satana tratto dal “Paradiso Perduto” illustrato da Gustave Doré (1866).

Che importa se il campo è perduto? Non tutto / è perduto; la volontà indomabile, il disegno / della vendetta, l’odio immortale e il coraggio / di non sottomettersi mai, di non cedere: che altro / significa non essere sconfitti?

J.Milton, “Paradiso Perduto”, Libro I, vv. 105–109

No, non sono satanista. Però leggere il “Paradiso perduto” (Paradise Lost) di John Milton (1608–1674) implica il finire tra le braccia di Satana, essere avvolti dai versi del poeta che ci cullano verso la completa sottomissione alla causa del personaggio Satana.

Leggere il “Paradiso perduto” non è semplice. E’ un poema epico in versi sciolti del poeta inglese John Milton, pubblicato nel 1667, che narra della caduta dell’uomo nella tentazione di Satana, dopo che il demone è stato cacciato dal Paradiso per aver tentato di usurpare il trono divino.

Proprio da qui ha inizio l’opera. Satana e la sua gang di demoni si rianimano dopo essere stati gettati da Dio all’Inferno e, sebbene alcuni dei suoi alleati siano dubbiosi, Satana riesce a convincerli a compiere una nuova azione, questa volta di vendetta nei confronti di Dio, colpendo la creatura che ha fatto a sua immagine e somiglianza: l’uomo.

Non è solo pura vendetta e desiderio di rivalsa: è l’eterna lotta tra fede e conoscenza. E’ questo a rendere Satana uno dei villain più affascinanti della letteratura mondiale, perché è lui stesso a dirlo:

La mente è il proprio luogo, / e può in sé fare un cielo dell’inferno, un inferno del cielo. / Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altro / dovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto / a lui che il tuono ha reso il più potente? / […] meglio regnare all’inferno che servire in cielo.

Libro I, vv. 253–257 e 263

Perché chi mai vorrebbe veramente perdere, malgrado sia ricolmo di tanta angoscia, questo suo essere intellettuale, i pensieri / liberi di vagare per l’eternità, e piuttosto morire inghiottito / nel vasto grembro dell’increata Notte, perduto, / privato dei sensi e del moto?

Libro I, vv. 146–151

Nei primi libri del poema Satana è l’eroe classico: forte, possente, orgoglioso, impossibile da scalfire. Ma come tutti gli eroi classici ha anche lui una debolezza: il desiderio di vendetta. Questo mix di elementi contribuiscono a rendere il Satana di Milton a dir poco irresistibile. A compiere la quadratura del personaggio è la sua scelta di perseguire la via della conoscenza, della mente, dell’intelligenza e questo lo contrappone da sempre a Dio, il cui potere deriva invece dalla Fede.

che finalmente si possa fargli intendere / almeno questo: che chi ha prevalso sul proprio nemico / soltanto con la forza, lo ha vinto soltanto a metà.

Libro I, vv. 647–649

Scienza e religione sono da sempre in perenne conflitto, perché se la prima presuppone l’uso della ragione, nella religione entra in gioco la fede nel divino, a dir poco impensabile nel mondo oggettivo della scienza. Un argomento a cui il filosofo Bertrand Russell (1872–1970) ha dedicato un intero volume, intitolato appunto “Scienza e Religione” (Religion and Science), pubblicato nel 1935:

Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica perché pretende di incarnare una verità eterna e assolutamente certa, mentre la scienza è sempre sperimentale, pronta ad ammettere presto o tardi la necessità di mutamenti alle sue attuali teorie, e consapevole che il suo metodo è logicamente incapace di portare a una dimostrazione completa e definitiva.

B.Russell, “Scienza e Religione”, p. 12

Nota bene: è una vera lotta tra le due fazioni, proprio come secoli di storia, di letteratura e lo stesso John Milton vogliono dimostrarci. Sta a noi scegliere quale delle due vie scegliere. Oppure non scegliere affatto, in barba a determinismi e confessioni varie.

E’ in nome della vendetta ma anche e soprattutto della conoscenza che Satana vuole corrompere Adamo ed Eva: l’uomo e la donna non conoscono altro che le delizie del Paradiso, sono come dei pesci rossi in un acquario, vivono senza problemi. Ma l’assenza di problemi, domande, questioni, può definirsi vita?

Viva Milton, viva la conoscenza.

Al Pacino interpreta John Milton/Satana ne “L’avvocato del diavolo” di Taylor Hackford (1997).

“Paradiso perduto” di John Milton a cura di Roberto Sanesi, introduzione di Frank Kermode, Oscar Mondadori — Classici, 2014.

“Scienza e Religione” di Bertrand Russell, prefazione di Giulio Giorello, traduzione di Paolo Vittorelli, Longanesi, Milano, 1974.

Originally published at likezelda.wordpress.com on December 16, 2015.

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Sarah Colautti

Digital strategist. Scrivo per passione, divoro libri, film e serie tv. Il marketing è la mia forma mentis.