La tribù delle auto gialle

Stefano Pace
5 min readApr 15, 2017

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Il signor Peter Maddox, dentista in pensione di 84 anni, era solito parcheggiare la sua auto in un posto a lui familiare. Forse per abitudine e per comodità, parcheggiava sempre nei pressi della sua villetta. Fin qui tutto normale. C’erano però degli aspetti che stonavano. La sua auto era parcheggiata nella più graziosa e storica strada di Bibury. Bibury — nel Gloucestershire, a circa due ore a ovest di Londra — è un borgo di neanche 700 abitanti. È uno dei villaggi più pittoreschi d’Inghilterra, descritto dall’artista William Morris come “the most beautiful village in England”. Come riportato da vari media, inclusa la BBC, l’auto del signor Maddox rovinava l’incantevole vista di Arlington Road, dove si allineano case risalenti al 1380; costruzioni monastiche che nel ‘700 furono riconvertite in case, abitate dai lavoratori del settore tessile e oggi attrazione turistica internazionale. Quelle case sono persino stampate sui passaporti britannici.

Peter Maddox e la sua automobile (fonte)

A rendere la presenza dell’auto di Maddox ancor più ingombrante sulla scena era il colore: un vivido giallo.

What choice do I have? There is nowhere else I can put the car”, ha dichiarato il signor Maddox per giustificare il parcheggio, rispondendo alle prime polemiche sulla sua automobile, risalenti ad almeno il 2015.

Un tweet di protesta contro l’auto gialla (Fonte)

La presenza dell’auto di Maddox è diventata una sorta di fastidio nazionale a causa di una serie di proteste sui social contro l’incongrua presenza gialla. Un esponente di un’azienda di visite turistiche locali — la Kooky Cotswold Tours — iniziò il dibattito nel 2014 con un tweet, definendo l’auto “Bibury’s elephant in the room” e paragonando il parcheggio a un photo-bombing: “The picture postcard street photobombed by the ugly little yellow car — every day”. I fotografi, in particolare, erano comprensibilmente fra i più sensibili alla presenza di quella sagoma gialla che rovinava le foto (e costringeva magari a lunghe sessioni di Photoshop per cancellarla): “Arlington Row is the most photographed cluster of English cottages in the world so the owner of the bright yellow car either hasn’t registered that it’s probably causing a lot of extra work on photoshop to take it out, or simply doesn’t care”, ha dichiarato un giornalista e fotografo di Bibury.

La situazione rischiava di precipitare. Il fastidio per la presenza anti-estetica dell’auto gialla in fondo alla storica strada rischiava di toccare livelli di guardia. Alcuni vandali avevano rovinato la carrozzeria della Vauxhall Corsa di Maddox, incidendo un perentorio “Move” sul cofano e causando un danno di circa £6.000. I vicini e concittadini — al di là della discussione estetica e paesaggistica — avevano subito espresso supporto al signor Maddox per l’atto vandalico subìto.

Il raduno

Ed eccoci a oggi. A inizio aprile, circa 100 automobilisti si sono radunati a Bibury in un’iniziativa di solidarietà verso Maddox, probabilmente motivata dall’atto vandalico subìto. Tratto distintivo del raduno: auto di qualsiasi tipo, ma tutte gialle. Quasi a fare il verso alla famosa frase di Henry Ford: “ Ogni cliente può ottenere un’auto colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero”. In questo caso, il colore dominante è stato il giallo, come quello dell’automobile di Maddox.

Una lunga fila di auto, da quelle più lussuose a quella più comuni, tutte rigorosamente gialle. Questo raduno è una delle espressioni di ciò che Michel Maffesoli — nel suo libro degli anni ’80 “Le temps des tribus”— definisce neotribù o tribù. Formazioni tribali che proprio nel consumo e nei prodotti (nel caso di Bibury, le automobili) trovano una delle espressioni più significative.

Una tribù si caratterizza per alcuni elementi ricorrenti.

  1. La nebula affettiva. Una passione è ciò che spinge le persone a formare un gruppo sociale come una tribù. Nel caso delle auto gialle, la passione comune è tenute come il colore di un’automobile, eppure sufficiente per trascorrere una giornata insieme.
  2. Essere insieme senza comando. Una tribù non ha necessariamente una struttura. O meglio, il senso di unione precede la struttura. Le relazioni non sono dettate da organigrammi e gerarchie, che servono solo nel loro senso originale, ossia per poter servire la tribù e non viceversa. Le auto gialle di Bibury appiattiscono per alcune ore le gerarchie stradali. Normalmente, una Ferrari e un’utilitaria sono considerate lontane parenti. Nel rito tribale le due auto diventano uguali, perché legate da un fattore comune (in questo caso, il colore giallo).
  3. Legame. Nel caso di Bibury, un simpatico atto di omaggio collettivo “salva” Maddox dagli eccessi delle critiche che rischiavano di fomentare atti vandalici. Pur non essendo necessariamente componente della tribù, Maddox si trova nella sorprendente situazione di affidarsi a un’azione collettiva inattesa e spontanea per essere difeso. Magari sarà comunque invitato e convinto a spostare l’auto (o a cambiare colore…) oppure Maddox troverà spontaneamente una soluzione che sia soddisfacente per lui e per il paesaggio, ma l’affetto dimostrato dalla tribù gli basterà per ricordare la vicenda con un sorriso e non con cupezza.
  4. Socialità elettiva: appartenere a una tribù di consumo non deriva da un obbligo, ma da una scelta libera e che non determina affiliazione unica e definitiva. Si può essere parte di una tribù per un giorno, magari per il tempo di una scampagnata in un bel posto come Bibury.

Una tribù agisce per aggregazioni (offline o digitali), momenti collettivi di condivisione di emozioni e azioni. Si tratta di aggregazioni temporanee, ma non per questo meno intense. Anzi, l’intensità emotiva e di condivisione è un tratto tribale. L’aggregazione è fluida, si scioglie e ricompone in forme diverse. Il caso di Bibury è un esempio di una simile aggregazione fluida. Un’invasione gialla temporanea, che si forma rapidamente e altrettanto rapidamente si dissolve, lasciando un segno simbolico in chi ha partecipato e chi ha osservato.

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Stefano Pace

Kedge Business School (assoc. prof.) | Bocconi University (adj. pr.) | Mktg/Consumer Culture | All views are my own | RT≠endorsement