Partenze

antonio bianchi
Pensieri condivisi
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2 min readDec 31, 2014

In questi ultimi giorni del 2014 ci hanno lasciato Franco Bomprezzi e Carlo Gulminelli, due persone splendide, diverse, ma accomunate da passione e intelligenza per i diritti di tutti, per la promozione della partecipazione.
A partire dalle persone con disabilità.

Per quanto la morte sia un dato naturale, parte della vita di ciascuno e novità quotidiana delle aggregazioni sociali, alla partenza è connaturato un dolore immenso, per l’impossibilità di proseguire l’interlocuzione, per l’affetto dei gesti quotidiani, interrotto. Per questo non si riesce a celebrare la loro partenza solo esprimendo la gratitudine per ciò che hanno portato con la loro vita, con le loro parole e azioni, a favore dell’inclusione. Ma questa gratitudine, grande, è ciò che ci chiede di continuare, dare concretezza alle azioni di cui si è sperimentata e identificata la prospettiva buona. Dentro Ledha, di cui Franco era presidente, dentro Asphi, di cui Carlo era vice presidente. Dentro i diversi processi che ci vedono partecipare.

Le azioni progettuali promosse, gli interventi negli organi di comunicazione, l’interlocuzione propositiva verso le istituzioni di Franco e di Carlo si riferiscono a una visione della fragilità come caratteristica dell’essere umano, da assumere come paradigma, una linea esterna a logiche anguste, di protezione particolare, che affronta invece la società nel suo insieme, vuole esserne parte, con intelligenza, umiltà, determinazione. Contro l’esclusione e la discriminazione. Sapendo intervenire anche specificamente e tecnicamente per evidenziare gli snodi critici, per delineare soluzioni.

Franco e Carlo non erano soli nel promuovere queste azioni. Erano uomini ricchi di relazioni, nodi di connessione fra reti diverse. Anche per questo siamo a loro grati. A noi il compito di ritessere quelle connessioni, di continuare le azioni progettuali, guardando avanti. Sorvegliando gli slittamenti semantici, la deriva assistenzialista sempre disponibile e pietosa a riprendere vigore. Promuovendo pratiche dell’abitare, del lavoro, dello studio, del vivere sociale che sappiano reggere la sfida della verifica con metodo scientifico. Sapendo sostenere anche sul piano tecnico il dialogo con le istituzioni, per confronti che sappiano sempre trovare il punto più alto di mediazione.

Sappiamo che non si tratta di un pensiero che gode di consapevolezza generale. Che abbiamo il grande compito di sostenerlo e sostanziarlo verso la società nel suo insieme. Altri hanno compiuto grandi passi lungo questo percorso, ci hanno consegnato questo compito, Franco e Carlo fra questi.
Con pazienza e passione continuiamo. Insieme.

La vita di Franco e Carlo è patrimonio dell’umanità, persino i loro pensieri e gesti non noti ad altri che a loro stessi, ci dice Viktor Frankl.

Ciò che costituivano nelle relazioni umane, particolari, singolari è invece insostituibile, irreversibilmente terminato. Mistero davanti a cui stiamo.

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antonio bianchi
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sto sulla porta, ascolto e parlo con chi sta dentro e chi sta fuori; sono felice quando riesco a promuovere l'incontro.