Fortnite: uno sguardo ai Trend di Google.

Se guardiamo alla SEO, il titolo firmato Epic Games potrebbe essere l’unico argomento di cui sentiremo parlare in futuro.

Marco Albano
6 min readJul 19, 2018

Il gioco di Epic Games sta conquistando tutti i canali di comunicazione digitali arrivando ad essere uno dei pochi prodotti del mercato videoludico capace di oltrepassare la quarta parete ed entrare nelle case di tutti. L’esultanza di Griezmann ai mondiali è solo l’ultimo episodio che rende palese, qualora fosse ancora necessario farlo, il successo di Fortnite. Navigare su un un sito di videogiochi oggi, significa, quasi sempre, leggere news o update riguardanti Fortnite.

Incuriosito, ho deciso, da buon redattore, di consultare il caro Google Trends e di dare uno sguardo ai dati in superficie per farmi un’idea su cosa stia succedendo a livello SEO nel mondo dei videogame. Volevo capire, in sostanza, dove stesse andando l’interesse degli utenti, italiani e non, al momento di cercare i videogiochi su Google . Allo stesso tempo, volevo trarre anche qualche conclusione sulla relazione tra Fortnite, SEO, videogiochi e il mondo dell’editoria di cui faccio parte.

In Google Trends ho tentato di:

  1. mettere in relazioni tra loro alcune keyword determinanti nel mondo dei videogiochi.
  2. notarne l’evoluzione nel tempo (generale, dal 2004 in poi) e negli ultimi dodici mesi.
  3. osservare eventuali anomalie nelle query associate, sia quelle in impennata, che nelle top di sempre.
  4. confrontare il comportamento tra Italia e Mondo.

A seguire, i termini di ricerca: videogiochi (blu), minecraft (rosso), fortnite (giallo), fifa (verde), giochi (viola). I colori non cambiano anche quando passerò a parlare del comportamento globale.

le 5 keyword a confronto.

Evoluzione nell’ultimo anno.

Andiamo a dare uno sguardo all’interesse che gli utenti hanno mostrato nei confronti dei singoli termini di ricerca negli ultimi 12 mesi.

evoluzione ultimi 12 mesi: “Fortnite” è in giallo. “Giochi” in viola.

  • L’interesse per Fifa è sempre altissimo prima dell’uscita del gioco. Poi prosegue lungo una curva piuttosto stabile.
  • Minecraft, nell’ultimo anno, con qualche inflessione qui e lì, mostra stabilità; nessun picco degno di nota. L’interesse degli utenti non è altalenante.
  • In giallo, invece, troviamo Fortnite. Il volume di ricerca è cresciuto in maniera esponenziale. Non si può prevedere dove vada a finire.
  • L’interesse per il termine generico videogiochi è nullo.
  • L’interesse per il termine generico giochi in viola è in discesa.

Se già da tempo sapevamo che alcuni titoli bastavano da soli a generare traffico per un’intera industria, ora possiamo aggiungere un nuovo spunto di riflessione: Fortnite sta iniziando ad occupare una posizione dominante anche tra i pochi competitor del mercato. Notare come neanche Fifa e Minecraft riescano a scalfirne la crescita (per altro, il termine Fifa ingloba sia il gioco che l’associazione calcistica sommando entrambe le ricerche, e i mondiali si sono conclusi la settimana scorsa).

Se ci basassimo solo questo grafico, staremmo semplicemente contemplando qualcosa che già sappiamo. Fortnite cresce, gli altri calano. Da una prospettiva SEO, non è niente di strano. Ma è dal grafico relativo all’intervallo temporale più ampio che noto alcuni elementi interessanti.

Evoluzione dal 2004 a oggi

interesse nel tempo.

Ciò che attira subito la mia attenzione qui, è il fatto che Fortnite, Minecraft e Fifa abbiano quasi eguagliato (nell’ultimo anno) il volume della query corrispondente alla linea viola, ovvero la parola giochi. L’utente non cerca più videogiochi e, adesso, sta abbandonando anche la keyword più forte storicamente del settore: giochi.

Chi si è mosso un minimo nel mondo dei siti dei videogiochi, dell’editoria o semplicemente della SEO, conosce perfettamente l’importanza di questa chiave di ricerca.

Cosa è successo alla parola giochi a livello SEO?

Qui c’è da fare una rapida premessa: il calo massiccio della parola è vincolato ad alcuni eventi cruciali. Primo fra tutti, tale calo si deve all’algoritmo Panda di Google che uscì a inizio 2011 e sancì la fine di molte pagine costruite intorno a pratiche SEO un po’ ambigue. Quasi contemporaneamente, Google iniziò anche la sua guerra al flash player e ai contenuti scadenti promuovendo una SEO basata sui contenuti di qualità.

L’unione di questi due fattori contribuirono a spazzare via una quantità di pagine e ricerche vincolate a keyword come giochi, giochi gratis, giochi flash. Si smise di articolare la SEO su questi termini di ricerca e, conseguentemente, ciò produsse anche un calo del traffico organico relativo a quelle parole. Va detto inoltre che al termine giochi non corrispondeva quasi mai un risultato di qualità (elemento che fa infuriare Google) e che generava cali di traffico derivanti dal rimbalzo (quando l’utente non trovava il risultato sperato ricercando giochi).

trend mondiale. In viola games, in giallo Fortnite.

Il calo di interesse nei confronti della key giochi non è relativo solo all’Italia. Il trend è mondiale.

SEO e mondo della stampa specializzata.

A cosa servono questi dati? Servono a fare il punto su un possibile scenario che coinvolgerà tutte le pagine web dedicate ai videogiochi da qui a breve. Dato che, in molti casi, i guadagni dei siti di gaming è strettamente connesso a Google (rinunciare al click significa praticamente rendere impossibile qualsiasi tipo di discorso aziendale).

Questa situazione è complessa per stampa specializzata che negli ultimi anni ha preso una decisione chiara: puntare meno su un prodotto realmente editoriale-creativo (dove la SEO è subordinata al contenuto di qualità), e più su contenuti più analitici-remunerativi (il contenuto è subordinato alla SEO).

Essendo i siti votati all’ottimizzazione per generare benefici è normale chiedersi di cosa si parlerà domani. Non avendo le parole giochi e videogiochi un senso a livello economico sarà necessario creare densità partendo da altre query, le poche che generano soldi.

Quindi, con l’interesse del pubblico legato ai singoli titoli più che alle keyword generiche (giochi e videogiochi) e stretti nell’esigenza di generare traffico organico, si farà più tangibile la possibilità, da qui a poco, di ritrovarsi a parlare ogni giorno dei pochi argomenti che muovono click.

Per i giocatori e gli appassionati di videogiochi, questa eventualità si potrebbe tradurre in una sempre minore attenzione delle testate giornalistiche nei confronti di prodotti ritenuti di seconda fascia (a livello di traffico generato).

Per gli addetti ai lavori, redattori e SEO, questo scenario sta già comportando, come è inevitabile che sia, una riflessione in profondità sui contenuti. Ora più che mai è il momento di puntare su modelli che generino traffico evitando di monopolizzare gli argomenti vincenti. Un esempio può essere quello di puntare non al grande pubblico, ma di saper coinvolgere tutte le piccole nicchie isolate (come suggerisce Buzzfeed).

Insomma, Fortnite e SEO stanno già incidendo sulla stampa specializzata. Dal successo di questi titoli e dal buzz che generano dipendono molti click. Allo stesso tempo, la possibilità che possano affievolirsi come fenomeni, potrebbe comportare un calo degli introiti. Se fai SEO, e ti occupi di gaming, è normale que tu stia ragionando su quali siano le parole che generano più traffico per il tuo sito. Probabilmente hai già avviato la tua transizione per smettere di captare traffico attraverso il posizionamento di giochi e stai combattendo posizionarti con la key del momento: Fortnite.

Ma non dimenticare, tutte le keyword, anche quelle che credi imbattibili (come giochi e giochi gratis), possono lasciarti all’improvviso senza visitatori.

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Marco Albano

Giocatore critico. Musicista impavido. Redattore libero.