LE 4 APP DI UN’INCOSTANTE CRONICA

alessandra.cherubini
4 min readOct 11, 2015

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Oggetti, artefatti o dispositivi vengono definiti “behavior changing designed” quando la loro ideazione, progettazione e organizzazione è volta al cambiamento e all’evoluzione di uno o più comportamenti del fruitore. In particolare, in ambito digitale, alcune applicazioni che molti di noi utilizzano sul proprio smartphone, coinvolgono a tal punto l’utente — attraverso vari processi di gamification — da modellare i suoi comportamenti nella vita reale, se non addirittura a stimolarne di completamente nuovi.

Le quattro app da me monitorate:

Spotlime — Scelta dall’utente una città di riferimento fra Milano e Roma, l’app propone una serie di eventi (concerti, club, arte, food and drink) ai quali si può partecipare usufruendo di promozioni o ingressi speciali con un paio di click. Nata per sfruttare last minute i biglietti invenduti, fornisce all’utente una panoramica di ciò che di interessante succede in città, risolvendo il problema del “cosa facciamo stasera?”.

L’ho scaricata su consiglio di un amico al mio arrivo a Milano e si è rivelata molto utile per districarsi dalle mille opportunità della movida meneghina. Sicuramente la consulto due/tre volte a settimana, soprattutto nel weekend, per cercare un’esperienza nuova o vedere un locale non ancora testato, oppure anche solo per dare un’occhiata a cosa succede in città. Per ora non ha soppiantato il buon vecchio passaparola, ma promette bene.

MyFitnessPal — Una delle più note app contacalorie, permette di registrare i cibi consumati e relative kcal scegliendo all’interno di un ampio database oppure inserendoli manualmente, tutto ciò dopo aver programmato attraverso alcune domande un obbiettivo da raggiungere in base alla condizione fisica dell’utente. Punti supplementari e frasi di incoraggiamento vengono guadagnati se l’accesso avviene per più giorni consecutivi.

L’utilizzo che ne faccio è costante e quasi maniacale dal lunedì al venerdì, mi sono resa conto che durante i pasti aggiorno i dati delle calorie consumate cercando di azzeccare il peso del cibo o scannerizzando i codici a barre di alimenti non ancora nel database. Altra funzione interessante è il contapassi integrato grazie al quale mi sono creata tutto un gioco di sottrazioni per calcolare se il tragitto a piedi fino all’università basterà a garantirmi un pezzetto di cioccolato per merenda. La parabola dei “buoni propositi” però, scende in picchiata e tocca lo zero in concomitanza del venerdì: l’app finisce nel dimenticatoio fino a quando il senso di colpa della domenica sera non (ri)prende il sopravvento.

Shazam — La più utilizzata app di riconoscimento musicale: si attiva con un click e in pochi istanti il dispositivo riconosce la canzone di cui non riuscivamo proprio a ricordare il titolo, fornendo anche informazioni sull’artista e sulla sua attività.

Lavorando in discoteca, non solo la utilizzo spesso durante i dj set per “memorizzare” i dischi migliori ma ho notato che addirittura in macchina mi distraggo per andare a recuperare il telefono sul fondo della borsa rischiando 34 frontali pur di non perdere l’opportunità di scoprire il titolo di “quella” canzone.

Sleep Time — Un’applicazione di Sleep Tracking che oltre a monitorare le attività del soggetto durante il sonno (quante ore ha dormito, i picchi di attività fisica, l’ora della sveglia e l’efficienza del sonno), lo sveglia dolcemente nel momento più opportuno, generando un grafico dell’attività notturna e rendendo possibile un risveglio molto meno traumatico rispetto a quando la sveglia ci trilla nell’orecchio nel bel mezzo di un sogno stupendo.

Probabilmente influenzata da una pre adolescenza difficile in cui mi dilettavo facendo tutti i test di personalità che mi capitassero a tiro, qualunque app, dispositivo, persona o cosa comunichi il messaggio “dimmi come lo fai e ti dirò chi sei” mi attira magneticamente. Perciò quando ho scovato questa applicazione gratuita che mi prometteva, non solo di rendere dolcissimo il momento da sempre più orrendo della mia giornata, ma anche di monitorarmi nel sonno e regalarmi al mattino un bello schemino che parlasse di me e di come avessi dormito, mi ci sono buttata a capofitto. Attivare Sleep Time mettendolo sotto il cuscino prima di andare a letto è diventata una vera ossessione e al mattino non c’è verso di alzarsi prima di aver analizzato tutte le informazioni sulla nottata appena trascorsa perciò sì, mi sveglio più serenamente, ma poi parte un attacco d’ansia perchè sono in ritardo di un quarto d’ora sulla mia tabella di marcia e finisco per arrivare in ritardo alle lezioni delle 8.30. Disastro clamoroso.

Ho scelto di analizzare tutte e quattro le principali applicazioni che utilizzo e che hanno apportato dei cambiamenti nella mia giornata poiché nessuna di queste ha preso un totale sopravvento sulla mia giornata o sulla mia vita, ma ognuna ne ha modificato una discreta porzione.

La verità è che se siete degli incostanti cronici come me, appassionarsi a nuovi schemi, meccanismi e giochi che interagiscano con la vita reale è molto semplice, ma non lo è altrettanto mantenerne un uso regolare.

A meno che qualcuno non si inventi un app che aiuti a mantenere e portare a termine in modo puntuale e costante qualunque obbiettivo ci si ponga durante la giornata. E quello sarà un giorno molto felice per mia madre.

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