I dimenticati del lockdown

No, non è il titolo di un film. Ė la realtà vissuta da loro, i più piccoli, quelli che non hanno avuto nemmeno lezioni a distanza e la possibilità di guardare negli occhi altri bambini.

Andrea M. Alesci
2 min readJun 3, 2020
Illustrazione di MagnitudoDue

Allora ecco una manciata di rime per dare voce a quei piccoletti che da tre mesi girano per case grandi o piccole, dentro quello che è diventato il loro unico regno. Un regno forzoso dove vivere insieme alle corti di mamme e papà, spesso troppo spesso anch’essi dimenticati come i loro piccoli re e regine.

I dimenticati

Le voci dei più piccoli sono voci da tenere a bada,

sono voci fragili che non fanno strada.

Le voci dei più piccoli sono facili da silenziare,

basta alzare lo sguardo e le puoi ignorare.

Le voci dei più piccoli non hanno alcun potere,

quello sta solo nelle urla di chi sta a sedere,

in cima agli alti scranni

di chi si sente grande,

di uomini omunculi

minuscoli corpuscoli

col braccino di pongo per mendicare voti

a chi non è rinchiuso e riempie spazi vuoti.

Le voci dei più piccoli sono voci inaudite,

le voci più brillanti, più creative, innovative

però da mesi tre solo parenti stretti

solo loro li sentono tutti quanti i piccoletti

alle parole in miniatura danno risonanza

dentro case con giardini, appartamenti grandi o di una sola stanza.

Mamme e papà le guardano, le voci dei più piccoli,

di bambini e bambine rimaste dentro casa, giorno dopo giorno senza prospettiva,

e non sanno più che rotta prendere, mamme e papà in partita iva.

Le voci dei più piccoli sono voci sottili come pioggia nella notte,

che in fondo basta un’occhiata da lontano e poi chi se ne fotte.

Per le voci dei più piccoli non esistono piani, non ci sono rifugi,

e nessuno dico nessuno che provi a rompere gli indugi.

Non ci sono soluzioni per le voci dei più piccoli

per ogni papà per ogni mamma:

non ci sono futuri non c’è alcun programma.

Le voci dei più piccoli sono flebili, deboli, inutili

ma una delle scorse notti giuro

una delle scorse notti ne ho percepito l’eco,

provate se non credete, porgete anche voi l’orecchio,

è un soffio leggero di assonnati,

dice perché perché ci avete dimenticati?

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Andrea M. Alesci

Scrivo storie per piccoli umani, correggo testi per quelli grandi. Su Substack con la newsletter settimanale Linguetta.