Il luogo più misterioso del mondo: la Fossa delle Marianne

È il punto più profondo della crosta terrestre e non abbiamo idea di cosa succeda lì sotto

Angela Ribaudo 🌍
4 min readJan 29, 2018
La Fossa delle Marianne si trova nel Pacifico, prende il nome dalle omonime isole di superficie.

“O mare nero, mare nero, mare ne…” suonava così una vecchia canzone di Battisti. E se pensiamo ad un luogo disperso nel Pacifico, a quasi 11 mila metri di profondità, ecco, lì sì che il mare è davvero NERO.

Stiamo parlando dell’incredibile Fossa delle Marianne: localizzata nel Pacifico Occidentale, è una depressione oceanica che vanta il primato di “deepest point on Earth” e, probabilmente, di posto più buio del mondo (la luce del sole non penetra oltre i 150 metri di profondità).

Il Challenger Deep, in particolare, rappresenta il punto a maggiore profondità mai misurato sulla crosta terrestre: 10.994 metri, praticamente un regno dell’ade sottomarino in cui fa piuttosto freddo (temperatura media di 3 gradi centigradi).

Bene, 11 mila metri di profondità. Un esempio pratico? Se l’Everest (il monte più alto della Terra, 8.848 metri sul livello del mare) fosse collocato dentro la Fossa delle Marianne, ci vorrebbero ancora più di 2 mila metri per raggiungere la superficie dell’oceano.

Esplorando il Challenger Deep

I primi rilievi della profondità di questa zona vennero eseguiti dalla Royal Navy tra il 1872 e il 1876 durante la prima spedizione oceanografica, denominata Challenger.

Le misurazioni effettuate scoprirono l’esistenza di questa depressione, rilevando una profondità massima di 8.184 metri.
Nel 1951 il vascello Challenger II della Royal Navy esplorò per la prima volta la zona con un sonar: venne scoperta una depressione ancora più profonda, battezzata, appunto, Challenger Deep.

Nel gennaio del 1960 il Tenente di Vascello Don Walsh e l’oceanografo Jacques Piccard, a bordo del batiscafo TRIESTE II della U.S. Navy, furono i primi a raggiungere il fondale della Fossa delle Marianne, misurando una profondità di 10.916 metri.

Jacques Piccard dichiarò: “Il fondo è di un fango bianco-grigio…vedevamo attraverso l’oblò di plexiglass accendendo i fari. L’acqua era limpidissima, la temperatura era di 3.5°C, invece all’interno del batiscafo vi erano 8–10°. Rimanemmo sul fondo venti minuti. Fummo inoltre straordinariamente fortunati perché potemmo vedere due animali, un gambero e una specie di sogliola.”

Dopo 50 anni, nel 2009, il sottomarino NEREUS, guidato da un cavo a fibre ottiche e da una serie di telecamere, si inabissò fino a toccare il fondale della fossa, raccogliendo immagini, campioni di rocce e sedimento.

L’ultima misurazione ufficiale è stata effettuata il 7 dicembre 2011: il Challenger Deep si trova ufficialmente a 10.994 m sotto il livello del mare.

Perché la Fossa delle Marianne è così profonda?

Ci troviamo nella zona di convergenza tra due placche tettoniche: la placca Pacifica e la placca delle Filippine. La collisione tra le due placche porta la placca Pacifica a ‘scorrere’ al di sotto di quella delle Filippine e ad affondare nel mantello terrestre. Nella zona a contatto tra le due placche si forma così una depressione chiamata ‘fossa oceanica’, che diventa il punto a maggiore profondità di tutto l’oceano che la ospita.

La placca Pacifica scorre sotto la Placca delle Filippine, delimitando la fossa oceanica (trench) delle Marianne.

E i terremoti?

La fossa delle Marianne delimita un ‘margine convergente’, ossia una zona in cui avviene lo scontro tra due diverse placche tettoniche (quella Pacifica e quella delle Filippine). Essendo una zona tettonicamente molto attiva, ci aspettiamo che sia anche un luogo in cui i terremoti non mancano.

E difatti è proprio così.

Tra la placca Pacifica e quella delle Filippine è scontro all’ultimo sangue: la Pacifica spinge con tutte le sue forze mentre quella delle Filippine tenta (invano) di resisterle. Epilogo: l’enorme frizione tra le due placche causa ricorrenti e profondi terremoti, in quanto la ‘discesa’ della placca Pacifica verso il mantello terrestre non avviene lungo una superficie liscia e uniforme (immaginate di grattare del parmigiano su una grattugia molto irregolare).

Mentre le placche sono ‘incollate’ l’una all’altra, comincia ad accumularsi un enorme quantitativo di pressione; questo fino a quando non si verificano improvvisi slittamenti, che muovono le placche da pochi millimetri a diversi metri al secondo. Le vibrazioni prodotte da questi immensi movimenti viaggiano attraverso la crosta terrestre sotto forma di onde sismiche.

La Fossa delle Marianne e i suoi bizzarri abitanti

Nonostante si tratti del luogo forse più inospitale e buio del pianeta, la vita resiste e sono tantissimi gli animali che popolano le acque della Fossa. Sebbene si sappia ancora molto poco, sono state individuate diverse specie di pesci dalle forme insolite, dovute soprattutto alla carenza di luce in profondità, all’ossigeno rarefatto e all’elevata pressione (là sotto ogni centimetro quadrato pesa una tonnellata!).

La bassa temperatura delle acque viene mitigata dalla presenza di numerosi vulcani sottomarini, i quali contribuiscono sia ad innalzare la colonnina di mercurio che a fornire gli elementi necessari alla sopravvivenza di questi curiosi abitanti del fondale.

Un pesce chimera fotografato nella fossa delle Marianne.

Chi sarà il prossimo avventuriero degli abissi?

Per i veri appassionati, un documentario che vi lascerà senza fiato. Godetevi lo spettacolo.

https://www.youtube.com/watch?v=m9-ET3bSwlc

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Angela Ribaudo 🌍

Chioma riccia, geologo e astrofila made in Sicily. Gironzolo tra vulcani e notti stellate. Amo il #blablabla scientifico e la PIZZA! #enjoyourscience 🌋🔭🌍