Chiara Bisconti
3 min readAug 15, 2020

Se dovessi cercare l’essenza più pura del lavoro agile la troverei nel tempo. E nella nuova dimensione di tempo che ci regala.

Quindi provo ora a lasciare da parte tutti gli sconvolgimenti che lo Smart Working sta provocando, dimentico le resistenze culturali, gli squilibri tra centro e periferie, nord e sud e tutto ciò che in questo periodo sta accendendo i dibattiti. E mi concentro solo sul tempo.

Il lavoro agile scardina il concetto di tempo lineare.

È il concetto di tempo che abbiamo interiorizzato fin da piccoli a scuola e che abbiamo ritrovato negli ambienti lavorativi; ed è anche l’unico modo in cui i nostri sensi riescono a percepirlo. Per noi infatti il tempo scorre linearmente e inesorabilmente in avanti. Eppure può non essere così. Il tempo può rallentare; e può anche essere circolare.

Io credo molto ad un tempo diverso. Ci credo per esperienza di vita diretta. Più volte ho lasciato alle spalle case, matrimoni e lavori e sempre ho avuto l’opportunità di ricominciare, a volte anche nella stessa azienda. Il tempo mi ha sempre dato le chances di ripartire, regalandomi anche la sensazione di muovermi in uno spazio rotondo e non lungo una linea retta. Ho avuto anche la fortuna – e il coraggio – di concedermi un anno sabbatico e incontrare un tempo rallentato, di pausa, che ha significato poi un’altra ripartenza.È su questa sensazione di poter usare il tempo in modo diverso che ho plasmato la mia vita privata e lavorativa. Ed è una sensazione che ho ritrovato anche nelle singole giornate. Credo che sia esperienza comune il fatto che il tempo rallenti nei momenti intensi, ritorni nelle sorprese, si fermi nella noia, scorra monotono e implacabile nella routine.

E allora torno al lavoro agile, così diverso dal tempo schematico delle giornate in ufficio. Perchè se c’è una cosa che ci inchioda irrimediabilmente al tempo lineare è il tempo lavorativo fisso, ripetitivo, uguale ogni giorno dopo l’altro. Andare nello stesso ufficio, alla stessa ora, tutti i giorni, non è una scelta e men che meno una necessità; è una convenzione, un prodotto culturale della società del secolo scorso. E questa modalità di lavoro che in modo anacronistico continuiamo a portare avanti. – dalle 9 alle 18, tutti i giorni, anno dopo anno – ci incatena allo scorrere implacabile del tempo lineare.Ogni giornata un piccolo mattone di tempo, sempre uguale, che giorno dopo giorno lastrica il sentiero della nostra vita.

Ma il lavoro agile ci dice una cosa semplice e potente : usa il tuo tempo in modo diverso.

Decidi tu cosa farne, come frammentarlo; trova il ritmo che ti è più favorevole e esci da uno schema imposto da altri. Mettiti al centro della tua giornata lavorativa e tieni in mano il tuo tempo, coordinandolo con quello degli altri, senza subire le imposizioni di un tempo unico deciso da altri. E con questa promessa ci apre orizzonti di possibilità per vivere – e godersi – un tempo diverso di lavoro; e di vita.

Ecco se dovessi ridurre il lavoro agile ad una sola parola, parlerei del tempo. Sapendo che questa piccola parola racchiude da sola le argomentazioni più profonde per difendere con forza questa nuovo modo di lavorare. E quindi di vivere meglio.

Chiara Bisconti

Manager e assessora, ha lavorato nel pubblico e nel privato. Esperta di lavoro agile, oggi è consulente per le risorse umane e Presidente di Milanosport.