I balconi come beni comuni: una sfida di cura condivisa per gli abitanti di Via Agliè

Co-City Torino
5 min readSep 18, 2019

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Se pensassimo ad una città come a una casa, i balconi dei palazzi rappresenterebbero un elemento di arredo molto più significativo e influente di quanto siano considerati attualmente, ovvero frammenti di città la cui cura e manutenzione restano completamente nelle mani di proprietari e inquilini.
Mentre nel caso di edifici storici o architettonicamente significativamente i balconi diventano parte dell’attrattività stessa della struttura, nei palazzi residenziali o di edilizia popolare tendono a passare inosservati pur essendo un biglietto da visita dell’intero edificio per chi viene dalla strada.

Eppure i balconi possono rappresentare anche mini-luoghi in cui realizzare azioni creative, dove si incrociano dimensione pubblica e privata della residenzialità.
Applicare questo schema a Barriera di Milano rappresenta una sfida soprattutto in strade come Via Agliè, dove da tempo sono in corso iniziative di recupero di socialità e condivisione tra gli abitanti grazie anche alla presenza della Casa del Quartiere che fa da soggetto aggregatore. Allo stesso tempo un indicatore importante di come i beni comuni nel contesto urbano possano assumere una nuova, originale dimensione.

L’idea di abbellire i balconi della strada è venuta a cinque residenti che abitano in diversi edifici di Via Agliè, una strada architettonicamente rilevante dove coesistono palazzine costruite in epoche diverse con una pluralità di stili che manifestano la stratificazione della zona e il suo ruolo nella storia industriale della città.

”Da tempo notavamo molti balconi un po’ vuoti che affacciavano sulla strada e per questo abbiamo pensato di rivitalizzarli, ricreando al contempo un senso di comunità che ci consenta di conoscerci meglio tra i vicini” spiega Anna, social media manager veneta residente a Via Agliè.

Dal confronto tra i componenti di questo gruppetto è nata la proposta di patto di collaborazione presentata all’amministrazione comunale nell’ultima sessione di presentazione di idee progettuali con l’obiettivo di promuovere un recupero condiviso di parte dei balconi che si affacciano su Via Agliè e Corso Novara.

Superate le resistenze iniziali di alcuni residenti, uno spirito collaborativo sta facendosi strada in una delle vie più tranquille di questo quartiere della periferia torinese dove coesistono abitanti di diverse nazionalità e ondate di migrazione. Un social mix che ha contribuito ad irrobustire la proposta, attualmente in fase di co-progettazione, che prevede l’acquisto di piante da sistemare sui balconi e il supporto alla piantagione e alla cura da parte di appassionati con conoscenze di giardinaggio: un’azione che combina decoro urbano e educazione continua alla sostenibilità, diffondendo conoscenze sulle diverse tipologie di piante e sulle tecniche per tenerle in buona salute.

“L’idea del Patto ha aiutato a creare anche rapporti tra persone che non si parlavano o di età diverse — spiega Anna — Nella fase condivisa di individuazione delle piante da acquistare stiamo tenendo conto non soltanto dell’esposizione alla luce ma anche di aspetti che possano creare maggiore senso di appartenenza al progetto da parte dei proprietari dei balconi, come ad esempio l’acquisto di piante originarie dai posti da cui provengono le varie persone”.
Un patto di collaborazione ambizioso che si concentra su un aspetto apparentemente banale ma che risulta decisivo per dare un nuovo volto all’intera strada e promuove con le sue azioni insoliti legami tra residenti della stessa via.
“Tra le attività che intendiamo portare avanti c’è l’organizzazione di momenti di ritrovo per insegnare alle persone a prendersi cura delle piante o scambiarci i numeri di telefono per coordinarci tutti con un il giorno in cui bisogna annaffiare” afferma Anna.

Rendere questa attività di cura dei balconi più professionale e stabile, sviluppando competenze diffuse che in alcuni casi possono anche avere sbocchi più ampi della semplice sistemazione di un balcone è l’obiettivo condiviso da questa eterogenea equipe di proponenti, che include un architetto, un professore, una pensionata e il custode dei Bagni di Via Agliè. Proprio dalla frequentazione costante di questo incubatore di innovazione civica è germogliata l’idea di un patto di collaborazione senza dubbio originale rispetto a tutte le proposte presentate nel progetto Co-City.

Il Cortile interno della Casa del Quartiere di Via Agliè

“Trascorriamo molto tempo qui e tanti di noi che abbiamo proposto e stiamo portando avanti il patto ci siamo conosciuti proprio qui — spiega Anna — L’idea del Patto è nata quando ad agosto la Casa del Quartiere ci aveva chiesto una mano per annaffiare le piante e da qui abbiamo ragionato sull’utilità di curare in maniera condivisa anche il resto degli spazi verdi della strada”.
Prendersi cura di uno spazio domestico come un balcone ma che ha riflessi anche su tutti gli abitanti del quartiere, già solo in termini visivi, presenta un duplice valore aggiunto nel quadro di un’iniziativa che sta gradualmente coinvolgendo giovani coppie e abitanti di diversi appartamenti di edilizia popolare presenti sulla strada.

“Il balcone è uno spazio privato ma dà il senso di ciò di cui si prendono cura anche gli altri” dice Anna. Dopo aver investito negli ultimi anni in imponenti azioni di recupero di complessi come l’ex fabbrica Incet, trasformata in centro di innovazione sociale e spazio aperto al quartiere, il coinvolgimento degli abitanti in tante piccole azioni di cura di spazi pubblici e beni comuni, balconi inclusi, può costituire un ulteriore passo avanti nell’azione complessiva di rilancio di Barriera di Milano.

(reportage a cura di Simone d’Antonio)

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