Ho passato il ponte dell’Immacolata a casa Boschi (ma sembrava di essere al G8)

Daniele Bonistalli
4 min readDec 11, 2017

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Laterina (AR), 8 dicembre 2017

L’abbiamo aspettata alla prima della Scala, ma è passata dal retro. L’abbiamo attesa al freddo davanti alla chiesa dei santi Ippolito e Cassiano nella sua Laterina, ma a sorpresa è andata a messa a Milano. Maria Elena Boschi è imprevedibile, ogni sua mossa è finemente calcolata. Se vuole farsi notare sa come farlo e se vuole sparire… puff, l’ha già fatto. La sua immagine televisiva non differisce molto da quella dal vivo (se si ha la fortuna di incrociarla in una delle sue marianelene apparizioni): pare tesa, pronta ad esplodere, la sua personalissima semantica facciale è perennemente al confine tra il sorridere e il digrignare. E stando qualche giorno nella sua Laterina (Arezzo), ho capito che non è colpa sua, è nel dna. Personalmente, e dico sul serio, non ho mai visto niente del genere. Né tra i petali del giglio magico né tra gli indagati in inchieste varie, politici e non. La tensione che si percepisce a Laterina è qualcosa di raro e ogni volta che ci torno la sento attraversare l’aria. Un po’ come il nevischio di questi giorni.

Anche se sfuggenti di fronte alle telecamere i vari personaggi coinvolti (direttamente e indirettamente) nelle varie inchieste sulle banche non hanno mai rinunciato alla propria libertà. Basti pensare che Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit, lo scorso weekend era in vacanza con la moglie in montagna nonostante la pressione mediatica. E potrei fare altri esempi.

I Carabinieri mi allontanano mentre Pierluigi Boschi (incappucciato) rientra a casa

Pierluigi Boschi però è un caso a parte: vive barricato in casa da almeno 3 anni. In paese ci dicono che ogni volta che si riaccendono i riflettori della stampa su Banca Etruria lui smette di uscire. Non va più in chiesa, niente bar, il cane lo porta fuori il figlio. Una paura per me incomprensibile, ma tangibile. Nella sua villa rosa di 400 metri quadri a valle del borgo vecchio vive circondato da agenti. In un solo giorno (l’8 dicembre) ho contato 3 auto con poliziotti in borghese, 3 gazzelle dei Carabinieri e 1 camionetta della Polizia. E attenzione: Maria Elena non è mai arrivata in città, era a Milano con il fratello. Dunque un totale di circa 20 agenti per una sola persona, sparpagliati per la cittadina con ronde continue: dalla casa alla chiesa, dai vicoli al bar in piazza… a piedi e in macchina. A Laterina sembra di essere in una città blindata per il G8. E in paese la gente è stufa. Noi giornalisti siamo sempre accolti con il sorriso, ma tutti ci dicono che vorrebbero un po’ di normalità. “Invece di parlare di Pierluigi fate un bel servizio sui nostri presepi!” mi dicono con un buffetto sulla spalla mentre mi riscaldo al Caffè Michelangelo. “Non vi nascondo che mi piacerebbe”, rispondo. Ma poi esco e trovo un’altra auto della polizia. E’ incredibile. Si tratta di professionisti che svolgono il proprio lavoro egregiamente e che fanno ciò a cui sono assegnati, sia chiaro. Il problema non sono loro. Il problema, come al solito, è di chi prende le decisioni. Ora, se in Italia ogni indagato in casi di reati contro il patrimonio ricevesse questo trattamento probabilmente non solo dovremmo reinserire la leva militare obbligatoria, ma dovremmo far imbracciare le armi anche a donne e bambini. Allora vorrei rivolgere una domanda al Prefetto di Arezzo, Clara Vaccaro: dottoressa, tutto questo è necessario? Non sarebbe meglio impiegare questi uomini a tutela di chi ne ha veramente bisogno?

La carriola abbandonata da babbo Boschi per sfuggire alle nostre domande

Ad ogni modo, se avete visto la puntata di domenica 10 dicembre di Non è l’Arena avrete notato che siamo riusciti a incrociare babbo Boschi. E lo sapete come? Alle 7.30 di domenica mattina, mentre andava a buttare la spazzatura. L’unico momento in cui ha “abbassato la guardia” in 72 ore. Appena ha visto me e l’operatore ha abbandonato la carriola con i rifiuti ed è scappato di corsa in un campo per tornare verso casa. Io mi sono subito palesato cortesemente come giornalista ma lui ha preso a correre come se fosse stato colto in flagranza di un reato terribile (non fare la differenziata?). Anche quando l’abbiamo avvicinato Pierluigi si è calato il cappuccio sul volto non rispondendo a una singola domanda. Poi sono intervenuti i Carabinieri (rieccoli). Erano in 4 davanti alla casa: ci hanno fermato e identificato mentre Boschi rientrava nel suo lussuoso bunker. Guardando quella scena, con un incappucciato e 4 militari, mi è venuto in mente il classico frangente in cui l’arrestato esce dalla caserma a testa bassa scortato dagli agenti. Che strane immagini può evocare un cervello annichilito dal freddo.

D.B.

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Qui potete rivedere la puntata di Non è l’Arena di domenica 10 dicembre. A 1:05:00 trovate la mia prima giornata a Laterina, braccati dalle Forze dell’Ordine.

Qua invece il servizio con il tentativo di intervista a Pierluigi Boschi che finisce con una fuga nei campi di Laterina.

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Daniele Bonistalli

Giornalista @nonelarena @La7tv/ prima a @lagabbiatw, @skytg24, @iltirreno /toscano trapiantato a Roma/geek ma non troppo/polistrimpellatore/amante della verità