Disney plus: la guerra dello streaming
In Italia da marzo 2020, il servizio del colosso americano promette di sconvolgere gli equilibri del mercato
Disney+ (o Disney Plus Italia) è il nome del servizio di streaming di The Walt Disney Company disponibile in Italia da marzo 2020. Si tratta quindi di un servizio in abbonamento sulla falsariga di Netflix, Amazon Prime Video e simili. Disney Plus può contare su un catalogo di contenuti appartenenti a Disney, Marvel, LucasFilm (come Star Wars), Pixar e non solo, visto l’accordo siglato tra 21st Century Fox e Disney. Il servizio Disney+ è visibile su quattro dispositivi contemporaneamente, ma è anche possibile scaricare i contenuti su ben dieci diversi supporti.
A gennaio del 2019 è stato stimato che Disney avrebbe speso ben 500 milioni di dollari in contenuti originali per l’avvio della piattaforma. L’applicazione di Disney+ ha raggiunto i 22 milioni di download in circa un mese. Lanciato il 12 novembre in Stati Uniti, Canada e Paesi Bassi, il servizio D+ contava 10 milioni di utenti al giorno del lancio e 28,6 milioni di abbonati a febbraio del 2020 (secondo alcuni analisti si sarebbe raggiunta la quota di 13 milioni solo con la fine del 2020). Disney prevedeva di raggiungere una cifra compresa fra i 60 ed i 90 milioni di utenti per il 2024, ma attualmente è più probabile aspettarsi un numero di abbonati ben superiore ai 100 milioni.
Più cresce la popolarità delle piattaforme di video on demand, da Netflix a Disney+, da Amazon Prime Video a AppleTV e più si infiamma la cosiddetta guerra dello streaming, una competizione senza confini e senza esclusione di colpi per accaparrarsi il maggior numero possibile di utenti paganti. Ora Disney distribuisce da sola i propri prodotti e questo ovviamente cambia gli equilibri adattandosi alle esigenze delle famiglie. Il colosso americano The Walt Disney Company ha appena annunciato “una riorganizzazione strategica delle sue attività di media e intrattenimento”. La distribuzione, la commercializzazione, il marketing e la pubblicità saranno affidati al nuovo gruppo Media and Entertainment Distribution. Detta in altre parole, Disney si concentrerà unicamente sulla creazione di contenuti, esternalizzando ciò che concerne gli aspetti commerciali.
Il gruppo ha più volte chiarito che la Disney vuole diventare un colosso dello streaming, una scelta obbligata che arriva in un momento storico e sociale in cui, negli Stati Uniti, si assiste a un calo di interesse nelle nuove generazioni per la tv via cavo. Lo streaming viene ormai considerato il futuro, e se si parla di streaming si parla di una sola cosa: Netflix. Questa è arrivata in 12 anni a conquistare la leadership nel settore con 139 milioni di abbonati nel mondo. Disney però ha un’ asset che solo lei possiede: contenuti originali ormai nei cuori di tutti. Da quando c’è Bob Iger al comando (2005) il gruppo, acquisizione dopo acquisizione, è cresciuto in maniera esponenziale, sia in termini finanziari sia per quanto riguarda i contenuti. Attualmete ha preso il suo posto Bob Chapek, 60 anni, uno dei suoi fedelissimi che in questi anni ha guidato i parchi a tema Disney in giro per il mondo e il business dei prodotti consumer. Iger resterà come supervisore creativo e presidente fino al 2021.
In conclusione, i dati considerati sono in funzione anche della situazione di emergenza da Coronavirus, per cui le persone, costrette a restare a casa, guardano molto di più la televisione e di conseguenza interagiscono sui social. Si può concludere che i due principali incumbent, grandi aziende monopolistiche di uno specifico mercato, quali Netflix e Raiplay, hanno risentito dell’ingresso del newcomer Disney+ che ha saputo ritagliarsi, sin da subito, un posto tra il pubblico con un riscontro più che positivo.