Speculative o critical design: immaginare possibili futuri per agire nel presente

Il dibattito sulla necessità di rendere il design humanity-centered, di elevarlo a una dimensione etica e maggiormente responsabile, è più aperto che mai. Lo speculative/critical design può essere la risposta?

Debora Bottà
UXlab.it

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Mercoledì 18 settembre sono stata invitata a parlare a Trento a un incontro del gruppo UX Dolomiti e come argomento dal mio libro ho scelto lo speculative design.
L’ho scelto perché è una pratica poco conosciuta, spesso interpretata in modo errato e, soprattutto, perché credo abbia delle caratteristiche che la rendono molto attuale e potenzialmente sempre più richiesta.
Prima di condividere alcune riflessioni sul ruolo del design, facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento.

Caratteristiche principali

La prima definizione di speculative o critical design la si trova nel testo principale di riferimento “Speculative Everything” scritto da Anthony Dunne e Fiona Raby:

«Let’s call it critical design, that questions the cultural, social and ethical implications of emerging technologies. A form of design that can help us to define the most desirable futures, and avoid the least desirable.»
ANTHONY DUNNE & FIONA RABY

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Debora Bottà
UXlab.it

Experience designer, speaker, UX design teacher and evangelist — Author of “User eXperience Design”, Hoepli