Spotify e il decollo dei podcast in un 2020 da dimenticare

Da più di un decennio l’azienda domina il panorama dello streaming audio, dai brani musicali ai più recenti podcast. Il fattore “voce” in un contesto caratterizzato dalla carenza di socialità ha giovato alla crescita del mezzo, avvicinando virtualmente milioni di utenti.

Debora Giampietro
Content Management per i social media
3 min readMay 11, 2021

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Sebbene il 2020 abbia rappresentato per molti settori dell’economia un periodo da dimenticare, segnato perlopiù da perdite, in altri casi specifici la tendenza è risultata opposta. In particolare, il settore dello streaming audio ha registrato risultati positivi. Primo fra tutti si è distinto il colosso svedese Spotify, nato nel lontano 2006.

Non c’è da stupirsi, in quanto il progetto del CEO Daniel Ek volto a far esplodere sul mercato i podcast parte già dal 2019, quando Spotify acquisisce le case di produzione di podcast Gimlet e Parcast e la piattaforma Anchor, spendendo 400 milioni di dollari in due mesi. Degli investimenti che rientrano, dunque, in un piano che punta all’ulteriore affermazione dell’azienda a livello internazionale, non solamente come la più grande piattaforma di musica in streaming, ma mettendo in rilievo anche lo strumento vincente del podcast.

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Source: photo by Cedrik Wesche, Unsplash

A tal proposito, i risultati dell’indagine messa in atto in piena pandemia, a Maggio del 2020, da Bva Doxa (azienda leader nelle ricerche di mercato), circa il boom del genere del podcast online, puntualizzano che tra le piattaforme fruibili in Italia, Spotify è quella maggiormente utilizzata (da ben il 67% degli utenti); seguono Apple Music (25%) e Audible (21%).

Per quanto riguarda le fasce di età degli ascoltatori che sono venuti a conoscenza dello strumento in questione i dati sono chiari. Il bilancio proveniente dalla sede centrale di Stoccolma dell’azienda, riportato dal Corriere della Sera alla fine del 2020 segnala che, globalmente, il 60% degli utenti che hanno ascoltato un podcast su Spotify per la prima volta non ha ancora compiuto trent’anni. Di fatto, la fascia d’età dominante è quella tra i 18 e i 24 anni (ricopre il 33,6%), seguita da 25–29 anni (15,3%) e da 35–44 anni (14%). In più, ben l’11% dei nuovi ascoltatori ha meno di 18 anni. Anche l’Italia segue la tendenza globale: il 60% dei nuovi ascoltatori ha meno di trent’anni e la fascia d’età che ha effettuato più ascolti è quella che va dai 18 ai 24 anni (35%), seguita da 25–29 anni (16%) e infine da 35–44 anni (13,2%). I minorenni italiani che hanno ascoltato il loro primo podcast sulla piattaforma nel 2020 rappresentano l’8,3% dei nuovi ascoltatori.

Ma cosa riserva l’azienda per il 2021? Dopo un anno di crescita esponenziale per il genere podcast Spotify annuncia che introdurrà un abbonamento per podcast simile a quello già esistente del rivale Apple. L’unica differenza è che non ci sarà nessuna trattenuta sui proventi degli autori e dei creatori. Dunque, delle opportunità in più per gli speaker, per gli autori, e al tempo stesso, un decisivo passo avanti per la compagnia, che da ben 2 anni crede e investe nel settore.

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Source: photo by Sara Kurfeß, Unsplash

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Debora Giampietro
Content Management per i social media

Music and communication enthusiast, graduated in Media & Digital Management.